Sindrome sgombroide a Belluno: cos’è, come si prende e quali sintomi

Quattro casi di intossicazione da istamina sono stati registrati in Veneto dopo il consumo di tonno fresco

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Redazione

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Quattro persone sono finite al pronto soccorso ieri a Belluno dopo aver mangiato del tonno fresco in due differenti ristoranti. Come riferito dalla stampa locale, le persone in ospedale sono state colpite da sindrome sgombroide, un’intossicazione alimentare causata principalmente dal consumo di prodotti ittici contenenti alti livelli di istamina, ma sono state dimesse dopo alcune ore. I Nas hanno effettuato il sequestro del pesce e effettuato i prelievi dei campioni inviati in laboratorio per gli accertamenti. Ispezionati i locali coinvolti del centro città e analizzata la documentazione per risalire ai fornitori e ricostruire il percorso del tonno per le indagini del caso.

Sindrome sgombroide a Belluno: l’episodio

Le persone colpite dall’intossicazione sono quattro lavoratori, uomini e donne, in pausa pranzo senza alcun legame tra di loro. Dopo aver ordinato il tonno hanno avvertito nell’arco di qualche minuto i primi sintomi come cefalee, occhi ed orecchie arrossate, nausea e altri disturbi intestinali.

Uno dopo l’altro si sono recati al pronto soccorso dell’ospedale San Martino dove sono stati curati e sottoposti alle analisi. Segnalati casi ai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione di Treviso, l’Ulss ha provveduto ad avvisare sui social “a scopo precauzionale” i cittadini di “evitare il consumo di tonno fresco”, in attesa di accertare le cause degli episodi.

Sindrome sgombroide: cos’è e come si prende

Come ricordato dalla Ulss 1 delle Dolomiti, l’intossicazione da istamina, nota anche come sindrome sgombroide si può verificare come risultato della decomposizione dell’istidina, un amminoacido presente nelle specie appartenenti alle famiglie Scombridae e Scomberascidae, tonno, sgombro, sarde, sardine, acciughe, da cui la patologia prende il nome.

Il deterioramento batterico e la produzione di istamina possono avvenire in ogni fase della filiera alimentare ed avviene in caso di conservazione del pesce a temperature inadeguate, quando non vengono mantenute costantemente sotto i 4°C (qui avevamo riportato il caso di un ritiro da parte del ministero della Salute di cozze e tonno affumicato ritenuti a rischio elevata quantità di istamina).

La sindrome sgombroide è dunque una patologia che si sviluppa attraverso la reazione di un enzima che si trova in alcune specie batteriche all’interno dell’intestino o nella pelle del pesce. Il deterioramento dell’alimento non si può avvertire in quanto inodore e insapore.

Sindrome sgombroide: quali sono i sintomi

L’istamina non è tossica di per sé, è già presente nel nostro corpo con un ruolo importante nella regolazione del nostro sistema immunitario, ma quando viene liberata in grandi quantità provoca una reazione allergica che nel caso di assunzione di un alimento deteriorato prende la forma di intossicazione alimentare.

La quantità di istamina necessaria per provocare degli effetti varia da soggetto a soggetto a seconda di fattori come sensibilità individuale, peso corporeo, composizione del pasto (alcool, verdure e formaggi), farmaci assunti e patologie.

La sindrome può provocare diversi sintomi che si manifestano da qualche minuto a qualche ora dopo l’ingestione del prodotto alterato e che possono essere suddivisi in:

  • manifestazioni cutanee comuni (rash cutaneo particolarmente localizzato al viso e al collo, sensazione di intenso calore, orticaria, edema facciale, ponfi, iperemia congiuntivale, prurito);
  • sintomi gastrointestinali, più aspecifi (diarrea, dolore addominale, nausea, vomito, bruciore, gonfiore della bocca e della lingua);
  • sintomi emodinamici (ipotensione, vertigini);
  • sintomi neurologici (mal di testa, palpitazioni, formicolio, disturbi alla visione, tremori, debolezza, sensazione di calore).