Draghi presidente della Commissione Ue? Cosa si sa

Il presidente francese Emmanuel Macron starebbe contattando gli altri leader europei per un eventuale accordo sul nome dell'ex presidente della Banca centrale europea come prossimo presidente della Commissione

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Secondo indiscrezioni giornalistiche, il nome di Mario Draghi è emerso come possibile candidato alla presidenza della Commissione europea, suggerito dalla Francia. Questa notizia ha immediatamente scatenato un dibattito. Antonio Tajani di Forza Italia ha specificato che i Popolari proporranno nuovamente Ursula von der Leyen, mentre Fratelli d’Italia ha citato fonti non specificate vicine all’ex presidente del Consiglio, affermando che Draghi stesso avrebbe dichiarato di non essere interessato.

Ma l’ex primo ministro italiano, come precisato da fonti vicine a lui, ha dichiarato di non essere interessato alla presidenza della Commissione Europea. Nonostante questa smentita, sono in tanti a volere SuperMario a capo della Commissione.

Forza Italia vuole il bis di von Der Leyen

Come Carlo Calenda, leader di Azione, che ha dichiarato: “Draghi ha già salvato l’Euro una volta ed è venuto in soccorso dell’Italia in un momento drammatico. Possiede l’auctoritas, la dignitas e l’esperienza per far compiere all’Unione Europea il salto di qualità di cui ha bisogno. Alla guida dell’UE, sia alla Commissione che al Consiglio, rappresenterebbe la migliore opportunità per l’Europa di risollevarsi”. Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha espresso un commento favorevole affermando: “Draghi ha saputo comunicare in modo chiaro la gravità e l’importanza dell’attuale fase storica per l’Europa: ‘l’Europa è in crisi, diventi Stato’. La sua leadership sarebbe la migliore garanzia per intraprendere la via necessaria al rilancio dell’Unione”. Il sostenitore renziano Davide Faraone si è unito a questa prospettiva, dicendo: “Stati uniti d’Europa, esercito europeo, elezione diretta del presidente della Commissione, Draghi alla guida del Consiglio o della Commissione: noi siamo pronti”.

Tuttavia, la frenata arriva dalla maggioranza. Il segretario di Forza Italia mette in evidenza che mancano ancora diversi mesi alle prossime elezioni europee e afferma: “I trattati prevedono che il presidente della Commissione UE venga individuato tenendo conto dei risultati dell’elezione del nuovo Parlamento europeo – ha sottolineato Tajani – Noi Popolari europei terremo il nostro Congresso in marzo a Bucarest e credo proprio che confermeremo la candidatura di Ursula von Der Leyen. Bisognerà attendere il responso del voto popolare e decidere sulla base di quello che indicheranno i cittadini europei”.

Al momento, la coalizione più probabile per governare l’Ue nel 2024 sembra essere composta da popolari, socialisti e liberali. Un’inversione di tendenza verso gruppi sovranisti potrebbe alterare l’attuale equilibrio europeo. Sono tante le caselle che dovranno incastrarsi al posto giusto. Si parla, tra l’altro, della von Der Leyen a capo della Nato.

Perchè Macron vuole Draghi

Il legame tra Macron e Draghi è sempre stato privilegiato, come dimostrato dal modo in cui il presidente francese ha spiegato la possibilità del Trattato del Quirinale: “Perché era lui, perché ero io.” Sulla base di questa intesa personale, Macron ha iniziato a sondare informalmente Draghi e ha presentato l’ipotesi al suo alleato di lunga data, la Germania, ora guidata da Olaf Scholz.

In diverse occasioni, Macron ha spiegato perché, dopo le prossime elezioni europee, sarebbe opportuno rivolgersi a Draghi, l’ex presidente della Banca Centrale Europea (BCE). Secondo l’Eliseo, il “Vecchio Continente” dovrà affrontare nuove sfide, tra cui le conseguenze della guerra in Ucraina, l’ascesa della Cina, le elezioni americane e la possibilità di un ritorno di Donald Trump, il rischio di un aumento dei movimenti sovranisti e nazionalisti. Per affrontare queste sfide cruciali per il futuro dell’Unione, Macron ritiene consigliabile affidarsi a chi ha già contribuito a salvare l’Europa con la famosa frase “Whatever it takes”.