La guerra in Ucraina si rivela sempre più per quello che è: un sintomo regionale di un conflitto più ampio tra Usa e Russia e, più in generale, tra Occidente e il resto del mondo anti-occidentale (chiamato dai più “Sud Globale”). Facile dunque ripiombare nell’incubo che ha attraversato la seconda metà del Novecento, strabordando anche nel Nuovo Millennio: la minaccia di una guerra nucleare.
La recente notizia sul riarmo atomico del Regno Unito (e di altri Paesi europei) da parte degli statunitensi ha acuito i timori legati a una possibile risposta russa. Che alla fine è arrivata, come evidenziano 29 documenti segreti scoperti e svelati dal Financial Times che aggiornano le condizioni e abbassano la soglia oltre le quali la Russia può ricorrere a un attacco nucleare contro i suoi nemici. I file sono stati mostrati al quotidiano britannico da fonti di intelligence occidentali.
Cosa dicono i documenti segreti sulle armi nucleari della Russia
In passato Mosca ha dato luogo a esercitazioni sull’uso di armi nucleari tattiche nella fase iniziale di un conflitto con una grande potenza mondiale. Oltre alle esercitazioni pratiche e ai manuali di istruzioni, il programma del Cremlino include anche “wargames”, letteralmente giochi di guerra simulata al computer. Le carte rivelate dal Financial Times sono state prodotte tra il 2008 e il 2014 e includono anche presentazioni per ufficiali della Marina. In estrema sintesi, si tratta di file che descrivono una soglia per l’uso di armi nucleari tattiche inferiore a quella ammessa pubblicamente dalla Russia finora. In più di un’occasione, in questi due anni di guerra d’Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito il ricorso agli armamenti atomici in presenza di una “minaccia esistenziale” alla Federazione Russa.
Va sottolineato tuttavia che i documenti risalgono a 10 anni fa, redatti in un contesto internazionale molto diverso da quello attuale. Nel 2014 la Russia diede il colpo di mano invadendo e annettendo unilateralmente la Crimea, inasprendo anche il conflitto nel Donbass in risposta alla rivolta di Euromaidan. Lo scenario geopolitico era per certi versi “invertito”, tant’è vero che i file illustrano scenari di addestramento per una potenziale invasione da parte della Cina e discutono i principi operativi per l’uso delle armi nucleari. Un’eventualità impossibile oggi visti i rapporti fra Putin e Xi Jinping. Ciononostante, gli esperti affermano che rimangono rilevanti per l’attuale dottrina militare russa.
“Questa è la prima volta che vediamo documenti come questo resi di dominio pubblico”, ha dichiarato al quotidiano britannico Alexander Gabuev, direttore del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino. “Dimostrano che la soglia operativa per l’uso delle armi nucleari è piuttosto bassa, se il risultato desiderato non può essere raggiunto con mezzi convenzionali“. Le armi nucleari tattiche della Russia, che possono essere lanciate da missili terrestri e marittimi o da aerei, sono progettate per un uso limitato sui campi di battaglia in Europa e Asia, al contrario delle armi strategiche. Queste ultime sono molto più grandi e potenti, “destinate a colpire gli Stati Uniti”, osserva il Financial Times.
Oltre quale soglia potrebbe scattare l’attacco nucleare russo?
Non diciamo niente di nuovo nel ricordare che l’arsenale atomico russo fa paura: è il primo al mondo per numero di testate nucleari dispiegate, immagazzinate o ritirate (per un totale di 5.889). Secondo l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (Sipri), ammontano a 12.512 le testate nucleari strategiche esistenti nel mondo. Di queste, come ha sottolineato l’Ispi, quasi 9.500 sono a disposizione degli eserciti per un potenziale utilizzo e più di 3.700 sono già schierate su missili e aerei. Da sole, Mosca e Washington detengono il 90% delle testate globali. Per non finire prede dell’allarmismo incontrollato cerchiamo dunque di intenderci e di comprendere. La Russia non ha intenzione di scatenare un’apocalisse in cui rischia di essere annientata l’umanità. La bomba atomica di tipo strategico è stata sganciata soltanto in un’occasione, dagli Usa sul Giappone, mettendo fine alla guerra mondiale e da allora ha rappresentato un fattore deterrente per ogni conflitto su larga scala. Ed è ancora così, checché se ne dica. Non esiste alcun pulsante rosso nella disponibilità di una singola persona che possa scatenare il giorno del giudizio nucleare.
Fatta questa banale ma necessaria premessa, vediamo cosa dice la dottrina russa. Mosca si riserva il diritto di lanciare un attacco nucleare solo come reazione a due “offese” specifiche:
- in risposta all’uso di armi nucleari o di distruzione di massa contro la Russia o contro i suoi alleati;
- in risposta a un’aggressione su larga scala con l’uso di armi convenzionali che metta in pericolo “l’esistenza stessa dello Stato”.
Nei documenti segreti vengono quindi aggiornati i criteri per una potenziale risposta atomica e vanno da un’incursione nemica sul territorio russo a fattori scatenanti più specifici, come la distruzione del 20% dei sottomarini con missili balistici strategici russi.
Transnistria atomica e un nuovo simulatore per esplosioni nucleari
La minaccia atomica russa riprende vigore anche per altri due motivi. Il primo l’avevamo anticipato ed è legato alla “protezione” garantita da Mosca alla Transnistria, la Repubblica separatista filorussa in terra moldava che ha chiesto ufficialmente l’annessione alla Federazione. E che possiede un esercito e un arsenale di tutto rispetto, con capacità potenzialmente nucleari. Nel territorio filorusso al confine occidentale con l’Ucraina, potrebbero infatti trovarsi ordigni atomici portatili, chiamati “suitcase bombs”, scomparsi dagli arsenali militari sovietici durante il caos in seguito al crollo dell’Unione Sovietica.
Il secondo motivo che accresce la paura nei confronti della Russia nucleare è legato a un nuovo brevetto depositato dall’Accademia militare russa per la logistica Khrulev. Si tratta di un nuovo simulatore, che sostituirà il suo predecessore molto meno avanzato, per testare gli effetti delle esplosioni nucleari. Secondo quanto scritto nel brevetto, riportato dall’agenzia di stampa Tass, lo scopo è quello di fornire “una chiara simulazione delle caratteristiche visive, come effetto dell’impatto, flash di luce e fungo atomico, di un’esplosione nucleare al suolo“. L’apparecchiatura sarà impiegata per “esercitazioni e addestramento pratico di unità militari e per migliorare la qualità della preparazione delle forze di terra in operazioni di combattimento nel contesto dell’uso di armi nucleari”. Il simulatore sarà inoltre utilizzato dalle unità per il controllo delle radiazioni per “individuare l’epicentro di una esplosione nucleare”.
Gli scienziati hanno riferito che il nuovo sistema prenderà il posto di quello usato in precedenza, l’IU-59, considerato ormai obsoleto. Un altro simulatore in passato impiegato per la valutazione delle esplosioni di ordigni nucleari sganciati dagli aerei, lo IAB-500, è invece ormai in disuso dal 1984.