A che punto è lo sviluppo delle tecnologie inerenti il campo dell’Industria 4.0 in Italia? A darci un quadro d’insieme completo è il Ministro per lo Sviluppo Economico che ha realizzato un report d’indagine intervistando quasi 24mila PMI operative nel nostro Paese.
Dal questionario del MISE emerge un Italia che vuole investire nell’Industria 4.0, ma con profonde spaccature tra le piccole e medie imprese. Se da una parte l’8,4% delle aziende dichiara di aver già in uso nei propri sistemi produttivi una o più tecnologie riconducibili all’Industria 4.0, e un altro 4,7% dichiara di avere già pensato a dei piani di investimenti per dotarsi di strumenti da Industria 4.0 nel giro di tre anni, va anche detto che le imprese che stanno guardando all’Industria 4.0 come a un ancora per la crescita sono solo quelle con più di 250 dipendenti. Le piccole e micro imprese dunque ancora in Italia faticano nel campo dell’Industria 4.0.
Cos’è l’Industria 4.0
Quando si parla di Industria 4.0 si fa riferimento a un processo figlio della quarta rivoluzione industriale. Ciò sta portando a una produzione industriale automatizzata e interconnessa. Le nuove tecnologie digitali sono in costante sviluppo e mirano ad avere un impatto enorme nell’ambito di quattro direttrici di sviluppo:
- l’uso dei dati – Potenza di calcolo e connettività, declinandosi in big data, open data, machine-to-machine, cloud computing e internet of things;
- analytics – raccolti i dati, occorre ricavarne un valore. Oggi soltanto l’1% dei dati viene sfruttato realmente dalle imprese, che potrebbero però domani ottenere enormi vantaggi, rendendo “normale” l’uso del machine learning;
- interazione uomo e macchina – Ciò coinvolge le interfacce touch, sempre più diffuse, così come l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata;
- manifattura additiva – Riferimento a tutto il settore impegnato nel passaggio dal digitale al reale, come nel caso di robotica e stampa 3D.
Il divario tra le PMI italiane nel settore dell’Industria 4.0
A conferma di quanto sopra detto dal report del MISE emerge che solo il 6% delle aziende fino a 9 dipendenti sta già usando o prevede di dotarsi di una tecnologia di ultima generazione entro tre anni per rivoluzionare il proprio sistema produttivo. Un divario enorme con le medie imprese fino a 250 dipendenti che nel 35% dei casi hanno già fatto un passo verso l’Industria 4.0 con l’acquisto di una o più tecnologie. Divario che aumenta ancora con le grandi aziende con più di 250 dipendenti dove la percentuale sale al 49%. Fin qui verrebbe da dire è normale, le grandi e medie imprese hanno una maggiore possibilità d’investimento e magari anche una visione migliore sul futuro del mondo del lavoro. Peccato però che in Italia le micro, piccole e medie imprese a non essersi ancora dotate di uno strumento innovativo da Industria 4.0 sono quasi l’87% del totale. Questo sottolinea come il nostro Paese sia profondamente in ritardo rispetto ad altre nazioni competitor nella crescita e nello sviluppo dell’Industria 4.0.
Gli incentivi pubblici come unica risorsa
Per le piccole e micro imprese l’unico vettore d’investimento sono i bandi e gli incentivi pubblici. Quasi il 100% delle imprese di piccole dimensioni intervistate ha attivato un piano di avvicinamento all’Industria 4.0 e ai suoi macchinari grazie a un finanziamento pubblico. In generale in Italia quasi il 60% delle aziende intervistate dal MISE dichiara di aver usato almeno una volta un incentivo pubblico. A conferma di come siano importanti queste misure di crescita per le PMI nostrane.