Paolo Borsellino nasce a Palermo il 19 gennaio 1940. Magistrato, è considerato una delle personalità più importanti nella lotta alla mafia. Muore a Palermo il 19 luglio 1992 a causa di un attentato organizzato da Cosa Nostra, ricordato come la strage di via D'Amelio. Con lui vengono assassinati anche cinque uomini della scorta.
Paolo Borsellino
Paolo Borsellino è stato un magistrato italiano, vittima della mafia.
BIOGRAFIA
Paolo Borsellino nasce a Palermo il 19 gennaio 1940 nel quartiere popolare della Kalsa. Proprio qui, ancora bambino, conosce il futuro collega Giovanni Falcone. Cresce con altri tre fratelli: Adele, Salvatore e Rita. Si iscrive al liceo classico dove diventa direttore del giornale studentesco Agorà. Prosegue gli studi nella facoltà di Giurisprudenza dell'università degli studi di Palermo dove si laurea con 110 e lode nel 1962 con una tesi su “Il fine dell'azione delittuosa”.
Pochi giorni dopo perde suo padre, farmacista, a causa di una malattia. Si attiva così per mantenere aperta la farmacia di famiglia in attesa della laurea della sua sorella più giovane, Rita. La farmacia viene quindi data in gestione, mentre Borsellino ottiene l'esonero dalla leva obbligatoria perché è l'unico in grado di sostenere economicamente la famiglia.
Il primo stipendio da magistrato viene utilizzato per pagare la tassa governativa e riacquisire la farmacia di famiglia, dopo il conseguimento della laurea da parte di Rita.
CARRIERA
La lunga e prestigiosa carriera in magistratura comincia nel 1963 con il superamento del relativo concorso al 25esimo posto su 171 posizioni aperte. Borsellino diventa così il più giovane magistrato italiano. Comincia il tirocinio come uditore giudiziario e lo termina nel 1965 quando viene assegnato alla sezione Civile del tribunale di Enna.
Nel 1967 diventa pretore a Mazara del Vallo e poi a Monreale. Nel 1975 viene trasferito al tribunale di Palermo dove, nel 1980, inizia a indagare sulla mafia. Entra così a far parte del pool antimafia con Giovanni Falcone, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta.
Nel 1985, per ragioni di sicurezza, insieme a Falcone e alle rispettive famiglie viene trasferito nella foresteria del carcere dell'Asinara per scrivere l'ordinanza-sentenza di 8mila pagine che rinviava a giudizio 475 indagati in base alle indagini del pool. La sua carriera intanto prosegue come procuratore della Repubblica a Marsala.
La sua attività di indagine sulla mafia lo trasforma in un bersaglio per Cosa Nostra che nel 1991 comincia a progettare un attentato contro di lui. Lui intanto nel 1992 ottiene il trasferimento alla Procura di Palermo dove arriva come procuratore aggiunto. La lotta alla mafia prosegue senza sosta, fino alla sua morte. I processi avviati da Borsellino hanno successivamente portato a numerose e pesanti condanne.
VITA PRIVATA
Paolo Borsellino sposa Agnese Piraino Leto il 23 dicembre 1968. La donna è figlia di un magistrato, presidente del tribunale di Palermo. La coppia ha tre figli: Lucia, Manfredi e Fiammetta.
Il 19 maggio 1992, durante le elezioni del presidente della Repubblica, l'allora presidente del Movimento sociale, Gianfranco Fini, indica ai suoi parlamentari di votare il suo nome. Borsellino ottiene così 47 preferenze, viene eletto Oscar Luigi Scalfaro.
Il 23 maggio 1992, dopo un pranzo con sua moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, si sposta con la scorta in via D'Amelio, a Palermo, dove vivevano sua madre e sua sorella Rita. Alle 16.58 un'auto imbottita di tritolo, parcheggiata vicino l'abitazione, esplode al passaggio del giudice uccidendo sia lui sia i cinque agenti della scorta. Il successivo 24 luglio circa diecimila persone prendono parte al funerale privato. Il suo corpo riposa nel cimitero di Santa Maria di Gesù, a Palermo.
INCARICHI
Durante la sua lunga e importante carriera Borsellino ha ricoperto numerosi incarichi all'interno della magistratura. È stato:
- Pretore a Mazara del Vallo
- Pretore a Monreale
- Membro del pool antimafia a Palermo
- Procuratore della Repubblica a Marsala
- Procuratore aggiunto a Palermo
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