Vengono definiti ‘pacchetti attrattivi’, e sono l’insieme di quelle misure volte ad attrarre investimenti da altri paesi nonché pensionati, in virtù di trattamenti fiscali particolari sugli assegni previdenziali. Lo ha fatto anche l’Italia, con una sorta di Flat tax per gli alti redditi dall’estero.
Il caso portoghese
Esemplare il caso del Portogallo, divenuto una sorta di paradiso fiscale per i pensionati europei (solo gli italiani sfiorano le tremila unità e percepiscono una pensione intorno ai 2.800 euro al mese) garantendo ai titolari di pensioni non governative di ricevere i propri assegni previdenziali completamente esentasse. Un regime ottenuto combinando le previsioni dei trattati bilaterali contro le doppie imposizioni, stipulati dal Portogallo, con alcune norme tributarie domestiche di esenzione dei redditi derivanti da fonti extra-territoriali.
Le pressioni dall’Europa
Tuttavia il paradigma portoghese di paradiso fiscale nel Mediterraneo potrebbe avere vita breve. Aumentano infatti dagli altri paesi europei, in particolare quelli del Nord, le pressioni sulla politica lusitana, accusata a ragion veduta di erodere il gettito tributario degli Stati i cui pensionati scelgono di andarsene. La Finlandia, ad esempio, ha deciso di porre termine al trattato bilaterale con il Portogallo, mentre Danimarca, Svezia e Francia lo stanno rinegoziando.
Aliquota del 10% in arrivo
E’ in ogni caso in arrivo un emendamento alla proposta di legge finanziaria portoghese per il 2020 che, se approvato, sostituirebbe l’attuale esenzione sui redditi da pensioni estere con un’aliquota forfettaria del 10%, da applicare ai trattamenti pensionistici. L’emendamento contiene in ogni caso una clausola di irretroattività, trovando applicazione esclusivamente nei confronti di quanti si trasferiscano in Portogallo a partire dal 2021. “Gli stranieri con lo status di residenti non regolari non saranno più esentati dalle tasse e dovranno pagare tasse con un’aliquota del 10% sulle loro entrate”, ha detto in conferenza stampa Catarina Mendes, leader del gruppo socialista in Parlamento. L’emendamento deve essere ancora votato ma dovrebbe incassare facilmente il semaforo verde poichè i socialisti possono contare su 108 deputati nel parlamento di 230 seggi.
Un vantaggio per l’Italia
Se approvato, ed è molto probabile visti i numeri in Parlamento, l’emendamento ridimensionerebbe inevitabilmente l’attrattiva del regime portoghese, a tutto vantaggio di regimi similari previsti da altri partner europei. Compreso quello dei neo-pensionati recentemente introdotto in Italia, e anch’esso rivolto ai titolari da pensioni, che prevede un’imposizione sostitutiva con aliquota del 7% (dunque inferiore rispetto al 10% portoghese). Imposizione peraltro applicabile non solo ai redditi da pensione, ma a qualsivoglia fonte reddituale estera che il pensionato percepisca dopo essersi trasferito in Italia.