Pensioni, grande preoccupazione per aprile: non solo per i soldi

L'emergenza Coronavirus preoccupa i sindacati: l'appello ai prefetti

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 29 Marzo 2020 15:00Aggiornato: 29 Aprile 2024 09:19

L’arrivo delle pensioni di aprile ha suscitato preoccupazione tra i sindacati, ma non solo per motivi finanziari. Il vero nodo della questione, come evidenziato, riguarda il rischio che molti anziani continuino ad andare di persona agli sportelli per ritirare il loro assegno pensionistico. Questo comportamento, sebbene motivato da abitudini consolidate o da limitazioni pratiche, potrebbe esporli a rischi significativi, specialmente considerando il contesto attuale di emergenza sanitaria.

La necessità di garantire la sicurezza e la salute degli anziani diventa quindi una priorità imprescindibile. È essenziale sensibilizzare sulla possibilità di alternative più sicure, come il pagamento diretto sul conto corrente o l’utilizzo di servizi online, per ridurre al minimo il rischio di contagio. Un’adeguata comunicazione e un supporto logistico possono dunque contribuire a superare queste sfide, assicurando che gli anziani ricevano i loro assegni pensionistici in modo sicuro e senza rischi per la loro salute.

Pensioni, cosa si rischia ad aprile: l’appello dei sindacati

Il Presidente dell’Inps Tridico ci ha già rassicurati: i soldi per il versamento delle pensioni ci sono fino a maggio. Anche questo mese, in piena pandemia, i pensionati dunque riceveranno l’importo spettante senza intoppi. Per evitare assembramenti agli sportelli, specie da parte di quei soggetti che – per età e patologie – sono più esposti al rischio contagio, sono stati frazionati i pagamenti in giorni diversi oltre che, a più riprese, Poste Italiane e banche hanno invitato i propri clienti a ritirare l’assegno loro spettante direttamente al bancomat.

Le precauzioni prese, tuttavia, potrebbero non essere sufficienti. Questo perché, come ha denunciato il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, “vi è un grande numero di pensionati ai quali l’assegno viene accreditato su conto corrente e non dispone del bancomat né di altre carte”. Secondo l’ultima indagine di Bankitalia, nello specifico, ammontano al 33% del totale.

Pensioni, richiesto l’intervento dei prefetti

I sindacati, con l’obiettivo di fare luce sul problema relativo al ritiro delle pensioni di aprile, hanno deciso allora di rivolgersi direttamente ai prefetti delle varie Regioni, chiedendo delle azioni di prevenzione concrete e degli interventi volti a ridurre il rischio contagio là dove gli assembramenti potrebbero diventare inevitabili.

Seppur con le recenti disposizioni previste dall’Abi (Associazione bancari italiani) gli Istituti di credito hanno invitato i propri clienti a recarsi in banca previo appuntamento e solo per compiere operazioni “indifferibili”, tale modalità sembrerebbe non essere ancora stata ben assimilata dall’utenza. Il pagamento delle pensioni e delle scadenze di fine mese, pertanto, rischia di esporre al contagio un numero alto di persone, a meno che provvedimenti dalle autorità non vengano presi al riguardo.

La richiesta avanzata da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uilca e Unisin è di garantire dei presidi delle forze dell’ordine sia nelle banche che alla Poste, in modo tale da garantire il rispetto delle disposizioni di sicurezza. Gli stessi sindacati, in un recente comunicato, hanno anche rivolto un preciso appello ai pensionati e alle pensionate che hanno l’accredito della loro pensione su un conto corrente, affinché – come scritto – “dal 1° di aprile, prelevino la loro pensione dagli sportelli bancomat senza accedere in filiale”.

Nella stessa nota, in fine, è stato ricordato che per coloro che fossero sprovvisti di carta bancomat “in questo periodo di assoluta emergenza sanitaria nazionale, l’accesso alle filiali può avvenire solo previo appuntamento telefonico”, per evitare, come già detto, “inutili assembramenti, pericolosi in quanto potenziali diffusori del contagio da Covid-19”.