Nel 2024 l’Italia ha speso 364 miliardi di euro per sostenere il sistema pensionistico. La cifra è aumentata del +4,9% rispetto all’anno precedente, come evidenzia l’ultimo report dell’Osservatorio Inps sul casellario dei pensionati.
Dietro il dato macro, emerge un Paese dove milioni di anziani vivono con assegni bassi, spesso insufficienti per affrontare l’aumento del costo della vita.
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Quanto prendono i pensionati italiani
Secondo l’Inps sono 4,6 milioni le persone che nel 2024 hanno percepito meno di 1.000 euro al mese, pari al 28,1% del totale.
Delle oltre 23 milioni di pensioni in essere al 31 dicembre 2024, 15,6 milioni (il 67,6%) hanno un importo inferiore a 1.500 euro lordi mensili. Nel dettaglio, 7,9 milioni di assegni si collocano tra 500 e 1.000 euro, mentre 4,5 milioni non raggiungono i 500 euro.
Solo 7,5 milioni di pensioni superano i 1.500 euro, a conferma di un sistema ancora sbilanciato verso il basso.
Le donne prendono le pensioni più povere
Tra le donne la quota sale al 34,5%, contro il 21,4% tra gli uomini. Le donne rappresentano la maggioranza dei pensionati, cioè il 51% del totale, ma ricevono solo il 44% dei redditi pensionistici complessivi.
L’importo medio annuo per un uomo è di 25.712 euro, mentre per una donna si ferma a 19.140 euro: una differenza del 34%. Un gap che riflette carriere lavorative più brevi, salari più bassi e periodi di inattività dovuti alla cura familiare.
Nord e Sud divisi sulle pensioni
Ma le disuguaglianze non sono solo di genere: la distribuzione territoriale della previdenza italiana mostra come al Nord si concentri quasi la metà dei pensionati (47,7%) e che gli importi medi sono più alti dell’8% rispetto alla media nazionale.
Nel Mezzogiorno, invece, la povertà previdenziale è diffusa: il 12,7% dei pensionati riceve meno di 500 euro al mese e il 23,2% si colloca tra 500 e 1.000 euro. In pratica, oltre un terzo dei pensionati del Sud vive con meno di 1.000 euro mensili.
Si ricorda che nei territori ad alto tasso di disoccupazione, come ampie aree nel Sud, la pensione del nonno o dell’anziano genitore rappresenta spesso la principale se non l’unica fonte di reddito familiare.
Quante sono le pensioni d’oro in Italia
All’estremo opposto, solo 450.067 pensionati (il 2,8% del totale) hanno pensioni sopra i 5.000 euro al mese, ma assorbono oltre il 10% della spesa complessiva.
Il dato forse più emblematico è che il 63,5% della spesa complessiva si concentra sul 37,7% dei pensionati con assegni superiori a 2.000 euro. Al contrario, il 22,2% della spesa serve a pagare le pensioni sotto i 1.000 euro che riguardano quasi un terzo dei beneficiari.
L’Italia è un Paese di pensioni basse
A rimetterci sono soprattutto le donne e i residenti del Mezzogiorno, dove la fragilità economica degli anziani è strutturale. Tirando le somme, nonostante l’aumento della spesa pubblica l’Italia resta un Paese di pensioni basse e diseguali. E gli assegni crescono in valore nominale, ma non in potere d’acquisto.
Nel frattempo, per evitare “assegni da fame” (il copyright è di Claudio Durigon, sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali) il Governo valuta se accelerare sul doppio binario della previdenza pubblica affiancata alla previdenza complementare.
Anche in considerazione del fatto che chi andrà in pensione con il sistema contributivo avrà un assegno nettamente inferiore rispetto a quelli della generazione precedente.