I partiti della maggioranza stanno provando a reperire le risorse necessarie per un intervento sulle pensioni. La manovra finanziaria, da elaborare in autunno e approvare entro la fine dell’anno, dovrà assegnare eventuali risorse per nuove opzioni di uscita anticipata dal lavoro, ora che Quota 103 e Opzione Donna sono state ridotte.
La soluzione potrebbe essere nel Tfr. La lega propone di utilizzarlo come integrazione dell’assegno pensionistico, mentre Fratelli d’Italia vorrebbe introdurre il “silenzio assenso” per l’investimento della liquidazione in fondi di previdenza integrativa. Le opposizioni però sono molto critiche di queste ipotesi.
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Pensione anticipata nel 2026
Negli ultimi anni il Governo Meloni ha ridotto, in maniera netta, le opzioni di flessibilità che permettevano di andare in pensione prima dell’età stabilita dalla legge Fornero:
- Quota 103 è diventata meno attraente a causa del ricalcolo interamente contributivo;
- la platea di Opzione donna è stata fortemente ridotta.
A causa di questi interventi, le uscite anticipate dal lavoro si sono dimezzate nel 2024 rispetto all’anno precedente. Sono passate dalle quasi 70mila del 2023 a meno di 37mila l’anno successivo. Un risultato voluto dall’esecutivo, che punta a ridurre la spesa previdenziale per rientrare nei nuovi parametri di stabilità europei e ridurre il deficit e il debito pubblico.
La Lega, parte importante della maggioranza, ha però promesso in campagna elettorale di “superare” la legge Fornero e anticipare di molto l’uscita dal lavoro in maniera sistematica. Un obiettivo che non sembra al momento raggiungibile con le risorse a disposizione, ma che potrebbe essere in parte ottenuto con una nuova strategia.
Tfr e pensioni, la proposta della Lega
Il partito del vicepremier Matteo Salvini, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa, punterebbe infatti a utilizzare il trattamento di fine rapporto (Tfr) dei lavoratori dipendenti per ottenere risorse private che finanzino le pensioni anticipate. La proposta è stata spiegata dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, proprio della Lega, in un’intervista al Corriere della Sera:
Vogliamo estendere la possibilità volontaria di andare a 64 anni con 25 di contributi, ora prevista per chi sta nel sistema contributivo, a tutti i lavoratori […]. [Potremmo fornire] la possibilità, sempre su base volontaria, di usare anche il Tfr presso l’Inps come rendita per raggiungere la soglia minima di pensione, pari a tre volte l’assegno sociale (1.616 euro), che dà accesso alla pensione a 64 anni.

Divisioni e scontri sul Tfr
Anche nella maggioranza, però, non sembra esserci accordo su quale debba essere l’utilizzo del Tfr per le pensioni. Walter Rizzetto, presidente della Commissione lavoro della Camera ed esponente di Fratelli d’Italia, ha proposto un’altra opzione:
Immagino di ripresentare il tema del cosiddetto “semestre di silenzio assenso” per il versamento della quota Tfr ai fondi della previdenza complementare o eventualmente parlare anche dell’aumento della loro deducibilità. Oggi è intorno ai 5.160 euro ma secondo me si può lavorare per ottenere una cifra più elevata di deducibilità.
Le opposizioni però sono molto critiche riguardo alla possibilità di utilizzare il Tfr, quindi fondi privati che spettano di diritto ai dipendenti, per la previdenza sociale. Arturo Scotto del Partito democratico ha ricordato che la liquidazione è “dei lavoratori, non di Durigon”.