In vista del via libera con la fiducia alla Camera sulla Manovra 2025, si traccia la strada verso la pensione anticipata. Con un emendamento della Lega riformulato e approvato in commissione Bilancio, dal prossimo gennaio si darà la possibilità ai lavoratori in attività dal 31 dicembre 1995 di integrare la rendita maturata con i fondi previdenziali complementari per andare in pensione in anticipo a 64 anni. Una novità che vale quindi soltanto per chi ricade nel sistema contributivo, ma la stessa prima firmataria del provvedimento, la vicepresidente della commissione Lavoro di Montecitorio, Tiziana Nisini, annuncia che è allo studio l’allargamento della misura anche a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996.
La nuova norma
L’attuale normativa consente di andare in pensione a 64 anni ai lavoratori in attività dopo il 1996, con un minimo di 20 anni di contributi e se l’importo dell’assegno maturato è pari a 3 volte la pensione minima per gli uomini (attualmente 1.603 euro), 2,8 volte (1.496 euro) per le donne con un figlio e a 2,6 volte (1.389 euro) per le lavoratrici con due figli.
Con l’emendamento della Lega, dal primo gennaio 2025 per raggiungere questa soglia può essere utilizzata anche la rendita della previdenza complementare, ma gli anni di contributi versati diventano 25 fino al 2030, data dalla quale serviranno 30 anni di contributi e l’importo da raggiungere diventerà di 3,2 volte l’assegno sociale.
La modifica introdotta nella Manovra 2025, stabilisce inoltre che non si potrà integrare la pensione anticipata raggiunta con le rendite del fondo complementare con i “redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5mila euro lordi annui”.
L’allargamento al sistema misto
“Un traguardo storico” per la deputata leghista Tiziana Nisini, che ha presentato l’emendamento, “che premia la flessibilità in uscita grazie al potenziamento del dialogo tra previdenza obbligatoria e complementare”.
La stessa vicepresidente della commissione Lavoro alla Camera sottolinea però che l’intervento sulla previdenza non si ferma qui e che l’obiettivo della Lega e del Governo sarebbe quella di allargare la modifica fatta alla legge di Bilancio anche a chi vorrebbe accedere alla pensione anticipata, ma lavorava anche prima del 1996.
“La riforma pensionistica è un obiettivo di legislatura”, ha spiegato in un’intervista al Sole 24 Ore, rilevando come allo studio ci sia l’estensione della platea dell’emendamento sulle pensioni, che traccia “le basi per il percorso futuro”.
“Quello che vorremmo fare è estendere la platea anche ante 96, quindi andare a ricomprendere tutti quei lavoratori che hanno un regime contributivo misto” ha annunciato.
La possibilità di accedere alla pensione anticipata con il cumulo delle rendite dei fondi complementari rispecchia, secondo Tiziana Nisini, l’intenzione della maggioranza di “mantenere l’attenzione sulla tenuta del sistema pensionistico e sui vincoli di finanza pubblica», sottolinea Nisini, “e segna una strada nuova nel sistema pensionistico italiano”.
È una misura che ha prospettiva, ha evidenziato, “nel senso che serve proprio per avvicinare anche alla previdenza complementare i giovani lavoratori o anche coloro che lavorano ma che ad oggi non hanno aderito”.
“L’adesione ai fondi pensione si può fare in qualsiasi momento della vita lavorativa – ha ricordato infine la deputata leghista – lo possono fare i giovani, lo può fare anche chi già lavora da anni. E aver dato questa possibilità dà un’opzione in più di scelta rispetto a chi vuole andare in pensione a un’età anticipata. Quindi è un qualcosa in più che si va ad aggiungere a quello che c’era prima”.