Per avere la pensione è obbligatorio aver maturato dei contributi, anche se per pochi anni di lavoro. Il versamento dei contributi, infatti, è necessario sia per la pensione di vecchiaia contributiva che per quella ordinaria. Chi invece ha sempre lavorato in nero oppure non ha mai avuto un impiego stabile per un lungo periodo di tempo, può comunque provare ad ottenere una pensione assistenziale dall’Inps. Andiamo con ordine e vediamo i casi in cui è prevista la pensione.
Quanti sono i contributi da versare per la pensione?
Per ogni tipologia di pensione è necessario aver versato negli anni un certo numero di contributi. Il minimo è 5 anni di contributi per la pensione di vecchiaia contributiva. Per ottenerla non si può andare in pensione prima di aver compiuto 70 anni e 7 mesi di età. Per la pensione di vecchiaia ordinaria, invece, gli anni di contributi da versare sono 20 e l’età pensionabile è di 67 anni. Infine c’è la possibilità della pensione anticipata a cui possono accedere i lavoratori che non hanno ancora raggiunto l’età pensionabile ma hanno lavorato per molti anni e si ottiene dai 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Come ottenere l’assegno sociale
Le persone che hanno compiuto 66 anni e 7 mesi di età e si trovano in stato di bisogno economico possono andare in pensione anche senza contributi. L’assegno sociale è una prestazione di assistenza, pari a 453 euro mensili che spetta ai cittadini che hanno un reddito al di sotto di un certo limite e che non hanno diritto alla pensione di vecchiaia, anticipata, di anzianità o ad altri trattamenti previdenziali. Si può ottenere l’assegno sociale se si possiedono i seguenti requisiti.
- Età: 66 anni e 7 mesi di età sia per gli uomini che per le donne.
- Cittadinanza italiana, o di un Paese europeo, qualora il richiedente abbia effettuato iscrizione all’anagrafe del comune di residenza, oppure, ancora, cittadinanza di un Paese Terzo, qualora il richiedente possieda il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
- Residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni nel territorio italiano.
- Reddito non superiore a 5.889 euro annui, se il richiedente non è coniugato.
- Reddito non superiore a 11.778 euro annui, se il richiedente è coniugato.
La domanda per ottenere l’ex pensione sociale dev’essere inoltrata all’Inps e può essere fatta in differenti modi.
- Tramite il sito dell’Inps: dove si può entrare nella propria area privata e cercare nell’area dei servizi online al cittadino il form per la compilazione della domanda.
- Tramite telefono: da rete fissa si può chiamare il numero 803164 gratuito mentre da cellulare è attivo il numero 06164164.
- Tramite patronato: si può scegliere tra gli intermediari abilitati alla compilazione della domanda quello che ci risulta più comodo.
Come ottenere il reddito di inclusione
Come abbiamo visto, non si può ottenere una pensione di vecchiaia senza contributi versati, ma, in sostituzione, possiamo richiedere il Rei, detto anche reddito d’inclusione, che dal 2018 spetta alle famiglie con un Isee sino a 6.000 euro. La misura consiste in un assegno mensile, erogato attraverso una carta acquisti, che può andare da un minimo di 190 euro fino a 539 euro per una durata massima di 18 mesi. Una volta terminato il periodo di spettanza, devono passare almeno 6 mesi prima di poterlo chiedere di nuovo.
Come ottenere la pensione senza contributi per invalidi
Chi è invece invalido ha diritto di ottenere, senza necessità di versare contributi previdenziali, alcune prestazioni mensili: la pensione d’invalidità civile, o assegno di assistenza, se possiede un’invalidità riconosciuta dal 74% al 99%, se è disoccupato e non supera determinati limiti di reddito, pari a 4.853,29 euro annui; il limite sale a 16.664,36 euro annui per gli invalidi civili totali; la pensione mensile d’invalidità ammonta a 282,55 euro mensili e in certe condizioni può essere maggiorata.
In cosa consiste la pensione di reversibilità
Un altro tipo di pensione a cui si ha diritto in alcuni casi anche senza aver versato contributi è la pensione di reversibilità. Questa è riconosciuta ai familiari di un lavoratore deceduto, quando questo era iscritto presso una delle gestioni Inps. Per averne diritto è necessario avere determinati requisiti. In base a due differenti tipologie di trattamento, la pensione si definisce:
- di reversibilità, se il defunto percepiva già la pensione di vecchiaia o anticipata, la pensione di invalidità o di inabilità;
- indiretta, se invece non aveva ancora maturato il diritto alla pensione, ma aveva versato almeno 15 anni di contributi in tutta la vita assicurativa oppure, in alternativa, almeno 5, di cui 3 nei cinque anni precedenti al decesso.
La decorrenza della prestazione previdenziale avviene dal mese successivo alla data di morte del lavoratore, anche se la domanda viene inoltrata in ritardo.
Occhio al mese di luglio
C’è intanto grande attesa per il mese di luglio in quanto verrà erogata la quattordicesima. Si tratta, come tutti sapranno, di un compenso economico aggiuntivo alla retribuzione ordinaria che molti contratti collettivi di lavoro nazionali (Ccln) nonché l’Inps riconoscono. Ricordiamo che per i lavoratori dipendenti, esso viene erogato direttamente dall’azienda mentre per i pensionati, l’INPS accredita l’importo sul conto corrente del beneficiario del trattamento previdenziale.