La Manovra 2025 prende sempre più forma con l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni che ha incontrato a Palazzo Chigi in data 25 settembre i sindacati e le imprese per informarli sul Piano strutturale di bilancio che sarà presentato alle Camere a ridosso del prossimo Consiglio dei ministri del 27 settembre. Molti i temi al centro del dibattito, tra cui svetta il nodo legato alle pensioni, con l’esecutivo che dice di ragionare sulla piena rivalutazione degli assegni all’inflazione. Quanto ai fondi, il ministro dell’Economia Giorgetti parla di prudenza e responsabilità, con le risorse necessarie agli interventi che arriveranno da un nuovo round di tagli alla spesa e dal contributo delle imprese che hanno realizzato extraprofitti negli ultimi anni.
La rivalutazione piena delle pensioni all’inflazione
Se al momento non è ancora possibile dare per certo se il governo confermerà o meno alcune delle misure per il pensionamento anticipato in scadenza alla fine del 2024 (si parla soprattutto della possibile introduzione delle nuova Quota 41), l’esecutivo ha affermato di lavorare a una piena rivalutazione delle pensioni all’inflazione. Va precisato, tuttavia, che al momento si tratta soltanto di indiscrezioni che mancano di un reale piano per la messa in atto.
La sensazione è che, malgrado i sindacati abbiano chiesto oggi al governo delle rassicurazioni sul tema delle pensioni, l’esecutivo abbia al momento altre priorità per la Manovra 2025. Così come indicato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, serve agire con un approccio “prudente e responsabile”, con il governo che per prima cosa punta a “rendere strutturali in maniera sostenibile alcune misure, coerentemente con quanto annunciato”, si legga riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori a basso e medio reddito e riforma delle aliquote Irpef.
Il titolare del dicastero di via Cernaia a Roma ha poi esplicato la volontà sua e dell’esecutivo di recuperare i valori dell’inflazione sui contratti di lavoro pubblico (circa il 2% annuo) e a confermare la spesa per la sanità sopra l’1,5% del Pil previsto in media per i prossimi 7 anni.
Manovra 2025, le riforme in programma
Nell’incontro a Palazzo Chigi è stata ribadita la volontà del governo di focalizzare le riforme della Manovra 2025 su quattro specifiche aree:
- la giustizia, con l’obiettivo di accorciare i tempi del processo civile;
- la pubblica amministrazione, dove si cerca l’efficientamento della spesa;
- l’ambiente imprenditoriale, per aumentare la concorrenza e promuovere la transizione green;
- la fiscalità, puntando su compliance e recupero della base imponibile.
Spending review ed extraprofitti per trovare le risorse
Non è un mistero che al governo Meloni manchino, in questa fase, le risorse per attuare nella Manovra 2025 alcuni grandi interventi di cui il Paese avrebbe bisogno, come appunto una maggiore facilitazione alla pensione. In assenza di finanze da poter spendere, è necessario procedere con la spending review per non alimentare, come dichiarato dall’esecutivo, il debito pubblico italiano.
Un’altra forma di finanziamento passa attraverso il contributo delle imprese che più hanno tratto profitto in questi anni di prezzi alle stelle. Giorgetti ha smentito che si tratti di una tassa sugli extraprofitti, anche se al momento i possibili soggetti bersaglio della misura fanno un po’ fatica a non intenderla come tale.