È la prima volta che viene effettuato uno studio del genere sul mondo della scuola: comparare lo stato delle strutture scolastiche con il rendimento degli studenti. Risultato: laddove le strutture sono più efficienti e forniscono più servizi e spazi ai ragazzi, il livello di istruzione è più elevato. E se ciò può sembrare scontato, la novità reale è che è stata la Banca d’Italia ad affermarlo e a metterlo nero su bianco in un suo studio che “ribalta” la prospettiva. In genere, infatti, il livello di apprendimento è stato confrontato con altri parametri più “umanistici”, come ad esempio il capitale umano, i fattori immateriali o quelli organizzativi. Ora Bankitalia ha preso in considerazione un nuovo fattore, il “capitale fisico”, ovvero la componente edilizia delle scuole. Vediamo i numeri della Banca d’Italia.
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Spazio scolastico a disposizione: al Sud un terzo in meno del Nord
Un primo aspetto analizzato nella ricerca è quello dimensionale, ovvero lo spazio complessivo a disposizione di uno studente nel corso della sua carriera scolastica. Se si fa riferimento alla superficie totale (compresa quella per la mensa e la palestra), la media nazionale è di 23,6 metri quadrati, mentre se si parla della sola “superficie didattica”, ovvero quella utile per il banco e lo studio, il valore medio italiano è di 9,8 metri quadrati.
Dietro a tali cifre generali si nascondono i primi notevoli divari tra le regioni del Nord e il Mezzogiorno con il gap più accentuato tra il Nord-Est, in cui ci sono 29,4 metri quadrati disponibili per ogni studente, e il Sud e le Isole, ridotti di un quasi un terzo (pari a 20,8 metri quadrati). Lo stesso trend vale se si misura la sola superficie didattica: in questo caso il confronto è tra i 10,5 metri quadrati sempre del Nord-Est contro i 9,2 del Mezzogiorno.
Servizi a scuola: il Sud ha la metà delle mense del Nord
Il gap più importante a livello di macroaree si registra sulla presenza delle mense. Elemento di non poco conto dato che influisce direttamente sulla possibilità di poter applicare il tempo pieno nelle scuole (soprattutto nelle scuole dell’infanzia e nelle elementari) e, di conseguenza, sull’apprendimento.
In media, in Italia, il 31,5% delle scuole è dotato di servizio di refezione, ma andando ad esaminare i dati regionali si scopre che nel Nord-Ovest la percentuale sale fino al 44,2% e stride fortemente con l’appena il 17,9% del Sud, dove solo nelle scuole materne la percentuale è più alta della media italiana (37,9%).
Stessa situazione si registra anche sul numero delle palestre, anche se con un gap inferiore: a fronte di una percentuale nazionale di presenza del 58,8%, troviamo sempre il Nord-Ovest al primo posto, con il 67,1%, e il Sud e le Isole come fanalino di coda, con il 51,4%. Qui, non è solo una questione di allenamento: la mancanza di uno spazio sportivo preclude la possibilità di attivare attività extrascolastiche, utili al fisico, ma anche e soprattutto alla socializzazione.
Lo stato edilizio: solo una scuola su cinque è in regola con le certificazioni
Da un punto di vista strutturale, e a livello nazionale, il 53,6% delle scuole è stata costruita da meno di 50 anni e ciò significa che quasi la metà degli istituti scolastici potrebbero risultare usurati e obsoleti. In questo caso i divari regionali sono minimi e sono compresi tra il 50,3% del Nord-Ovest e il 56,7% del Mezzogiorno.
Non stupisce, quindi, che solo una scuola su cinque, pari al 18,2%, ha adeguate certificazioni non solo sismiche, ma anche di agibilità. Ciò che colpisce è piuttosto che, nonostante al Sud le scuole relativamente “più giovani” siano superiori alla media nazionale, sul piano delle certificazioni sono in regola appena poco più di una su dieci.
Come influisce lo stato delle scuole sull’istruzione
Bankitalia ha poi preso questi dati e li ha confrontati con quelli degli esami Invalsi aggiornati al 2022, relativi ai test di italiano e matematica. Il risultato è che le differenze “edilizie” corrispondo ai risultati scolastici. Per esempio: gli studenti con una preparazione insufficiente nella scuola media sono pari, a livello nazionale, al 39% in italiano e al 44% in matematica, ma al Nord sono circa il 30% i ragazzi impreparati, in entrambe le materie, mentre nel Mezzogiorno lo sono il 49% in italiano e il 60% in matematica.
Lo studio rivela anche che, al crescere dell’età scolastica, la carenza dell’istruzione aumenta: nell’esame di quinta superiore, infatti, la media nazionale degli studenti insufficienti è del 48% in italiano e del 50% in matematica, con differenze regionali ancora marcate: in italiano si registra un 37% al Nord contro il 62% nel Mezzogiorno; in matematica le percentuali sono del 45% nelle regioni settentrionali e quasi il 66% al Sud.
E non è solo questione di voti: la carenza dell’istruzione e di strutture confortevoli ed inclusive per gli studenti incidono pesantemente anche sulla dispersione scolastica di oggi e della preparazione al mondo del lavoro domani.