Ogni giorno 4.430 famiglie decidono di cambiare casa

Nel 2022 sono state un milione e 617mila, il 6,4% del totale dei nuclei familiari. Nel corso del tempo i traslochi sono aumentati, soprattutto nel Mezzogiorno

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Gianni Balduzzi

Data journalist

Di formazione economica, da più di 10 anni utilizza numeri e statistiche per interpretare e cercare di raccontare la realtà come data journalist.

Pubblicato: 27 Novembre 2023 09:52

L’Italia sta diventando più simile agli Stati Uniti, dove la popolazione tende a cambiare casa e a spostarsi molto facilmente? Secondo Istat il trend sembra essere questo. Nel giro di 21 anni le famiglie che hanno traslocato in una nuova abitazione sono passate dalle 797mila del 2001 al milione e 617mila del 2022. In termini percentuali significa che 22 anni fa ha cambiato casa il 3,7% dei nuclei familiari e l’anno scorso il 6,4%. In sostanza ogni giorno sono ben 4.430 quelli che spostano il proprio indirizzo.

Non solo, il nostro istituto di statistica ha anche indagato quanti sono i nuclei che hanno pensato di traslocare, anche se non l’hanno ancora fatto, e il numero sale a due milioni a 304mila, ovvero il 9,1% del totale. Pure in questo caso vi è un incremento nel tempo: nel 2001, infatti erano un milione e 619mila, il 7,8% di tutte le famiglie italiane.

Anche questi numeri probabilmente contribuiscono al risveglio del mercato immobiliare negli ultimi anni, perlomeno in alcune aree del Paese, ovvero le grandi città, destinazione di molti trasferimenti di residenza.

Chi cambia casa più di frequente?

La tendenza a cambiare casa non è uniforme nel Paese. Dal 2017 in poi hanno traslocato di più coloro che risiedono nei comuni sopra i 50mila abitanti, ma che non fanno parte dei capoluoghi di provincia più grandi: nel 2022 lo ha fatto il 7,1% dei nuclei familiari (che possono includere anche solo una persona), ma nel 2020 si è toccato un massimo dell’8,1%. Al contrario è nelle città più importanti (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania, Cagliari) che questa percentuale è stata inferiore: 5,7%. In questi ultimi grossi centri, però, è stata molto rilevante, 10,3%, la percentuale di famiglie che ha perlomeno ipotizzato di cambiare casa. È facile pensare che chi già abita a Milano, Roma o Bologna, ultimamente mete piuttosto ambìte, con un saldo positivo di popolazione, tendenzialmente cerchi di spostarsi all’interno della stessa città, ma che i prezzi in salita glielo impediscano.

Anche per questo, quindi, sono di più coloro che se ne vanno da città medio-grandi di provincia, magari proprio per recarsi nelle aree metropolitane dei centri più popolosi, oppure rimanendo nello stesso comune, essendo le quotazioni al metro quadro piuttosto abbordabili e l’offerta di abitazioni più ampia.

Tra quanti si trasferiscono vi sono certamente i giovani e molti stranieri. Questi ultimi, infatti, si spostano molto più di frequente degli italiani. È sempre l’Istat a dirci che hanno un tasso di migratorietà più che doppio, nel 2021 ha cambiato comune di residenza il 5% di loro, e solo il 2,2% di quanti avevano cittadinanza italiana. Con un’età generalmente inferiore alla media nazionale, hanno meno legami familiari e tendono a muoversi con maggiore facilità in cerca di migliori condizioni lavorative.

Cambiare casa, come sono cambiati i dati nel tempo

A livello geografico non vi sono enormi differenze tra le percentuali dei nuclei familiari che hanno deciso di cambiare casa nel Nord, il 6,8%, nel Centro, il 6%, e nel Mezzogiorno (Sud e Isole), il 6,1%. Il dato interessante in questo caso è la variazione nel tempo. All’inizio del secolo, 20 anni fa, in particolare nel Sud (quindi escludendo le Isole) a traslocare erano molto pochi, tra il 2,8% e il 3% delle famiglie, contro circa il 4,5% del Nord.

In 20 anni queste percentuali sono raddoppiate e l’incremento è ancora più evidente in valore assoluto: i nuclei familiari che hanno cambiato abitazione sono passati in tutte le regioni meridionali dai 211mila del 2001 ai 569mila del 2021 e ai 490mila del 2022. Nel Nord, nonostante un aumento vi sia stato, non si è assistito a un raddoppio. A produrre questi numeri, appare evidente, è anche la ripresa dell’emigrazione interna dal Mezzogiorno al Nord di molti giovani del Sud, che si spostano, per esempio, a Milano per trovare lavoro.