Stretta affitti brevi, l’Ue contro le case vacanza: stanzia 10 miliardi per gli alloggi

L'Unione europea sta programmando un ampio intervento nel settore immobiliare, per aumentare il numero di alloggi e ridurre quello di affitti brevi turistici

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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La Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure per affrontare la crisi abitativa in tutto il continente. L’obiettivo è quello di spingere l’offerta di unità immobiliari a un incremento di almeno 650.000 unità rispetto ai livelli attuali. Gli interventi riguardano soprattutto la semplificazione normativa, ma è previsto anche uno stanziamento da 10 miliardi di euro.

È anche prevista una nuova iniziativa legislativa sugli affitti brevi nelle aree in difficoltà abitativa. I dettagli non sono ancora stati resi noti, ma potrebbe trattarsi di una stretta sulle case vacanze nei centri delle città, per liberare alloggi per lavoratori e studenti.

Cosa vuole fare l’Ue per la crisi abitativa

L’Unione europea affronta, per la prima volta in modo diretto, la crisi abitativa che sta attraversando buona parte del continente. Lo spostamento di sempre più persone dalle aree interne verso le città ha creato, in buona parte delle capitali e dei grandi centri urbani, un eccesso di domanda sull’offerta. Il successo degli affitti brevi turistici ha aggravato la situazione e i prezzi sono spesso andati fuori controllo.

Per contrastare questo fenomeno, la Commissione ha messo a disposizione 10 miliardi di euro del fondo InvestEu, oltre ai 43 miliardi di euro già previsti nel bilancio Ue 2021-2027. A questi fondi si aggiungeranno altri 1,5 miliardi provenienti dai progetti di coesione territoriale. Ci sarà inoltre una collaborazione con la Banca europea per gli investimenti e una mobilitazione di fondi per l’edilizia sociale e gli alloggi per studenti.

Il tutto dovrebbe tradursi il 650.000 alloggi in più all’anno, da aggiungere agli 1,6 milioni di alloggi che vengono già costruiti in Ue ogni anno. Un obiettivo da raggiungere non solo con nuove abitazioni, ma anche attraverso la ristrutturazione di vecchi edifici e la riconversione di spazi industriali e commerciali.

Le semplificazioni previste

Oltre agli investimenti, per le aziende è prevista una lunga lista di semplificazioni normative che dovrebbero favorire l’innovazione e velocizzare le autorizzazioni alla costruzione. I temi centrali sono:

  • l’introduzione di metodi di costruzione moderni;
  • l’integrazione di processi digitali;
  • il rafforzamento dei modelli di economia circolare.

Per le imprese verranno messe in atto riforme dell’accesso alla manodopera transfrontaliera, in modo da rendere più fluido il mercato del lavoro e fare arrivare dove servono le competenze necessarie a velocizzare i cantieri. Infine, saranno rimosse alcune delle regole sugli aiuti di Stato nel settore, per permettere ai singoli Paesi membri di incentivare più facilmente l’edilizia.

L’intervento sugli affitti brevi

Nel testo che presenta le nuove norme si accenna anche a un intervento sugli affitti brevi nelle aree in difficoltà abitativa, quindi in particolare nelle città. Non sono ancora stati diffusi i dettagli, ma l’Ue potrebbe permettere ai singoli Stati o alle città di ridurre drasticamente il numero di case vacanze nelle zone in cui la domanda di abitazioni è molto alta.

Infine, l’Ue prevede anche un intervento diretto sulla situazione dei senzatetto, che si sta progressivamente aggravando. Il comunicato della Commissione spiega:

Nonostante gli sforzi compiuti finora, il numero di senzatetto è in aumento, con oltre un milione di persone senza fissa dimora, tra cui 400 mila bambini nell’Ue.