Esplosa quest’estate anche in Italia, la Labubu mania ha colpito bambini e adulti di tutto il mondo. I mostriciattoli pelosi con i denti a punta sono diventati virali sui social e hanno conquistato anche il mondo dell’alta moda, tanto da essere indossati dalle celebrities durante le più importanti fashion week di quest’anno. Tanto che diverse limited edition sono diventate quasi introvabili, con prezzi che arrivano a 3000 euro in Italia.
L’azienda creatrice di questi pupazzi, la cinese Pop Mart, ha registrato un fatturato da record. Ma diversi esperti affermano che questa non è altro che l’ennesima bolla economica.
I prezzi da capogiro negli Stati Uniti e in Italia
Come spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro:
Oltre un terzo dei ricavi [di Pop Mart] dipende da Labubu. È la classica concentrazione da manuale: se l’hype si spegne, l’impatto è immediato. In Cina, i media statali hanno già criticato le blind box, paragonandole al gambling e sollecitando restrizioni per i minori. Il mercato secondario, dove un Labubu raro arriva a 2.000 dollari, mostra dinamiche speculative che ricordano più una bolla che un’industria stabile.
In America, infatti, la Labubu-mania è già esplosa, con pupazzetti rari che sono andati all’asta e venduti a cifre astronomiche. Come il set “Three Wise Labubu”, venduto all’asta da Sotherby per 28mila dollari.
Anche in Italia i prezzi stanno iniziando a salire vertiginosamente, dovuto anche al fatto che non esiste alcun negozio fisico che li venda: dando un’occhiata su Ebay i prezzi più rari stanno raggiungendo cifre molto alte. In questo momento, il Labubu più costoso è all’asta per 3mila euro, ed è un Labubu fatto in collaborazione con l’azienda americana di streetwear Vans. Ma ci sono anche pupazzi dai prezzi più “bassi”, come quelli griffati Gucci e Coca-Cola, in vendita a 700 euro.

Perché può trattarsi di una bolla finanziaria
Come spesso accade in questi casi, l’enorme hype e la scarsità artificiale dei pezzi creano un mercato altamente speculativo, dove i prezzi non riflettono il reale valore dei prodotti, ma la semplice domanda emotiva dei collezionisti. Dinamiche simili a quelle viste con le action figure da collezione, le sneaker rare o gli NFT: un momento valgono una fortuna, quello dopo puoi ritrovarti con un oggetto quasi privo di valore.
Secondo Debach, c’è una linea sottile tra fenomeno e bolla:
Pop Mart ha preso un coniglietto dall’aspetto inquietante e l’ha trasformato in fenomeno mondiale, costruendo margini da software su personaggi disegnati a mano. Ma il vero test sarà dimostrare di saper replicare l’effetto Labubu con altre IP. Perché, se oggi i centri commerciali e i brand del lusso aprono le porte, lo fanno attratti dall’hype. La trasformazione in piattaforma culturale richiederà continuità creativa e capacità di trasformare l’emozione in fedeltà duratura.
I conti di Pop Mart
Per il momento, l’hype sta rendendo molto ricca l’azienda. Martedì Pop Mart ha pubblicato i risultati del primo semestre 2025, confermando che questa mania è per ora business dirompente. I ricavi sono saliti del 204% a/a (dopo il 143% di dicembre) a 13,88 miliardi di yuan, pari a 1,93 miliardi di dollari. L’utile netto è quadruplicato a 4,57 miliardi (+396% rispetto all’anno scorso).
A fine 2023 Pop Mart valeva appena 3,44 miliardi di dollari. Oggi la sua capitalizzazione ha superato i 47 miliardi. In meno di due anni la società è cresciuta di quasi quindici volte, superando colossi storici: Hasbro oggi vale 11,23 miliardi (era 7,09 a fine 2023), Sanrio 12,46 miliardi (da 4,76), mentre Mattel è scesa a 5,69 miliardi dai 6,67 precedenti.