Ncc contro il decreto Salvini-Piantedosi, 20 minuti di attesa tra una corsa e l’altra

Gli Ncc annunciano ricorso al Tar contro quello che definiscono un enorme regalo ai tassisti. Cosa cambia per le auto nere con il decreto interministeriale Trasporti-Interno

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 5 Novembre 2024 13:35

È stato pubblicato sul sito del Mit il decreto interministeriale che impone nuovi obblighi alle Ncc, le vetture adibite al noleggio con conducente. Il testo, che reca la firma del responsabile dei Trasporti Matteo Salvini e di quello dell’Interno Matteo Piantedosi, è finito nel mirino delle associazioni di categoria, che promettono ricorso al Tar. Gli autisti delle auto nere contestano, in primis, l’obbligo di far passare 20 minuti fra una corsa e l’altra, ma non solo.

Cosa cambia per gli Ncc

Il decreto interministeriale n.226 del 26 ottobre impone agli Ncc di utilizzare un nuovo foglio di servizio elettronico, fortemente voluto da Salvini per contrastare i fenomeni di abusivismo nell’esercizio della professione.

Il foglio entrerà in vigore tra un paio di mesi circa. Ma entro il 26 novembre si attende la circolare attuativa. Le novità principali riguardano i dati da inserire nella piattaforma digitale e le pause obbligatorie fra una corsa e l’altra.

Il nuovo foglio di servizio elettronico funzionerà come un diario di bordo: in esso andranno indicati i dati conducente, il nominativo del passeggero, l’orario di inizio e di termine della corsa, il luogo di partenza, il luogo di arrivo e la targa del veicolo utilizzato.

Ma gli Ncc contestano soprattutto la pausa obbligatoria di 20 minuti nei viaggi con partenza fuori dalla rimessa, imposta dal comma 3 dell’articolo 4 del decreto.

Ricorso al Tar

Il testo prevede che “la prenotazione possa essere registrata come bozza di servizio fino a venti minuti prima dell’inizio del relativo servizio”. Per gli Ncc il buco di 20 minuti fra una corsa e l’altra, con relativa potenziale perdita di clientela, equivale a una vera e propria palla al piede: “Un obbligo demenziale, che va nella direzione opposta a quanto accade in qualsiasi altro Paese europeo, che ripristina di fatto l’obbligo del rientro in rimessa già bocciato dalla Corte Costituzionale nel 2020, che metterà fuori mercato decine di migliaia di operatori e aziende Ncc e che colpirà la libertà di movimento di cittadini, turisti e imprese”, ha dichiarato al Sole 24Ore il presidente di MuoverSì Federazione Ncc Andrea Romano.

Sul sito del Mit si legge che il decreto appena pubblicato è stato ideato per “realizzare un quadro complessivo delle licenze taxi e delle autorizzazioni Ncc sull’intero territorio nazionale e per consentire una efficiente regolazione del mercato”. MuoverSì Federazione Ncc lo considera invece un “enorme regalo alla corporazione taxi e una grave limitazione alla libera iniziativa economica”. L’associazione ha già annunciato che farà ricorso alla giustizia amministrativa.

Anche Uber contro il decreto Salvini-Piantedosi

Uber, principale operatore nel mercato internazionale, liquida il decreto come un provvedimento “allunga-code”. “Questo decreto impone una limitazione dell’offerta da parte degli Ncc di servire gli utenti che hanno il diritto di accedere ad un servizio che risponda alle esigenze del momento. Il tempo di attesa medio per una corsa Uber in Europa è di 5 minuti, ma in Italia gli utenti ne dovranno aspettare 20: in realtà questi decreti sono allunga-code, perché vanno a limitare ulteriormente l’offerta di mobilità nelle città italiane e quindi ad aumentare una situazione drammatica che è sotto gli occhi di tutti, come testimoniano le lunghe code di cittadini e turisti fuori dalle stazioni ed aeroporti”, ha commentato Lorenzo Pireddu, general manager di Uber parlando del decreto SalviniPiantedosi.