Decreto Flussi 2026-28, nuove regole per badanti e colf: cosa cambia

Quasi 500mila ingressi in tre anni, regole più rigide per badanti e colf. Conferme sul click day per il lavoro stagionale, che sarà il 12 gennaio 2026

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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Con l’ultimo passaggio in Consiglio dei Ministri, il decreto Flussi per il triennio 2026-2028 ha ottenuto l’approvazione definitiva. Il provvedimento, che stabilisce le quote di ingresso per i lavoratori stranieri, contiene novità significative rispetto alle prime bozze.

Una delle svolte più importanti riguarda il settore dell’assistenza: a sorpresa, infatti, nel testo finale sono stati reintrodotti i limiti numerici per l’ingresso di badanti e collaboratori domestici, una categoria per cui in precedenza si ipotizzava un accesso più libero.

I numeri del nuovo piano

Il decreto prevede quasi 500mila ingressi nell’arco dei tre anni, con 164.850 posti già disponibili per il 2026. Un segnale chiaro della volontà di regolarizzare i flussi per far fronte alla richiesta di manodopera in settori cruciali per l’economia italiana. Il primo click day è fissato per il 12 gennaio 2026 e sarà dedicato esclusivamente alle domande per il lavoro stagionale nel settore agricolo. La conferma della modalità telematica, nonostante le critiche passate, dimostra la volontà di mantenere questo strumento per gestire le richieste.

L’approvazione del decreto chiude un percorso normativo atteso da mesi e definisce il quadro legale per la programmazione degli ingressi, un tema caldo al centro del dibattito tra le esigenze del mercato del lavoro e le politiche di controllo dell’immigrazione.

La retromarcia sui badanti

Rispetto alla bozza preliminare di settembre, il testo approvato ieri ha operato un significativo dietrofront. Sono stati infatti reintrodotti i limiti numerici per l’ingresso di colf, badanti e assistenti socio-sanitari. Quest’anno la misura era stata introdotta in via sperimentale, con una quota di 10mila ingressi fuori dal tetto generale. La prima versione del decreto la rendeva strutturale e senza vincoli numerici a partire dal 2026, una mossa attesa per far fronte alla cronica carenza di caregiver.

Nella versione finale, invece, la misura resta “fuori quota” ma con il tetto di 10.000 ingressi annui e sarà valida solo per questo triennio, senza diventare strutturale.

Le nuove regole per i caregiver

Il decreto introduce anche regole più stringenti per i lavoratori che entrano con questo permesso. Nei loro primi 12 mesi di occupazione legale in Italia, potranno svolgere esclusivamente l’attività di assistenza per cui sono stati assunti. Il cambio del datore di lavoro in questo periodo sarà possibile solo previa autorizzazione degli Ispettorati territoriali del lavoro. Resta inoltre l’obbligo di presentare la domanda di nulla osta esclusivamente attraverso le associazioni di categoria del settore domestico o le agenzie per il lavoro.

Conferme e altre novità

Il testo non modifica in modo sostanziale le modalità di presentazione delle domande. Viene confermato l’obbligo di precompilazione della domanda sul sito del Ministero dell’Interno prima del click day, una procedura estesa anche al lavoro stagionale.

Un’altra novità riguarda i tempi per il nulla osta al lavoro subordinato: il termine per la sua adozione non decorrerà più dalla data di presentazione della domanda, ma dal momento in cui la richiesta viene effettivamente imputata alla quota di ingresso disponibile, un cambiamento tecnico che potrebbe accelerare le pratiche.

Con questa approvazione, il governo definisce il quadro delle politiche migratorie per lavoro per i prossimi tre anni, bilanciando la richiesta di manodopera delle imprese con le pressioni politiche per un maggiore controllo dei flussi.