Fusione nucleare, l’annuncio Usa cambia tutto. Il futuro energetico è qui

Produrre l’energia come nel Sole: ora siamo più vicini. In California il Lawrence Livermore National Laboratory è riuscito a ottenere il guadagno netto di energia, producendone più di quanta immessa.

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Redazione

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Il primo passo concreto era stato compiuto dieci mesi fa, quando era stata ‘accesa’ la prima stella artificiale generata in laboratorio da un esperimento di fusione nucleare. A ottenere quella scintilla era stato il reattore sperimentale europeo Jet (Joint European Torus), in Gran Bretagna, che aveva prodotto una quantità di energia pari a 59 megajoule per cinque secondi, l’equivalente di 11 megawatt. Ora dagli Usa arriva la notizia più attesa: gli scienziati per la prima volta hanno prodotto una reazione di fusione capace di creare più energia di quella utilizzata per avviare il processo.

L’annuncio

L’obiettivo è stato centrato al National Ignition Facility del Lawrence Livermore National Laboratory in California: “Per la maggior parte di noi, era solo una questione di tempo”, le parole di uno scienziato coinvolto nell”impresa’. Le prime informazioni sui risultati ottenuti sono state diffuse dal Financial Times e confermate da due persone coinvolte nella ricerca. Il Dipartimento dell’Energia e i responsabili del laboratorio non hanno rilasciato commenti: dalla struttura californiana trapela che i ricercatori stanno ancora limando le analisi e non si pronunceranno in alcun modo prima della gornata di oggi, quando è previsto l’annuncio.

Un lungo percorso

Il Washington Post afferma che la produzione di energia ha richiesto l’impiego di uno dei laser più potenti del mondo: in sostanza, servirebbero risorse enormi per ricreare la reazione sulla scala richiesta per rendere ‘pratica’ la fusione per la produzione di energia sono immense. Gli scienziati, inoltre, dovrebbero sviluppare tecnologie e macchinari in grado di trasformare – a costi tutto sommato sostenibili – la reazione in elettricità che possa essere poi concretamente distribuita attraverso la rete. Il processo, poi, dovrebbe tener conto in particolare di un altro elemento: l’iter crea neutroni che sottopongono i macchinari ad uno stress enorme, col rischio concreto di distruzione delle apparecchiature durante il processo stesso.

I risultati raggiunti dagli scienziati californiani in ogni caso rappresenterebbero il coronamento di un percorso iniziato negli anni ’50. La fumata bianca, ribadisce il Washington Post, non avrebbe effetti a breve termine in ambito industriale e commerciale: per arrivare alla produzione standard di ‘energia pulita’ attraverso la fusione “manca almeno un decennio, forse decenni”, scrive il quotidiano, convinto tuttavia che “gli ultimi sviluppi con ogni probabilità saranno esibiti dall’amministrazione Biden” come risultato prodotto “dai massicci investimenti effettuati dal governo nel corso degli anni”.

Lo scopo della ricerca sulla fusione è replicare la reazione nucleare attraverso la quale si crea l’energia sul Sole. Finora gli esperimenti avevano deluso le aspettative degli studiosi, che erano sì riusciti a innescare la fusione, ma impiegando, per ottenerla, molta più energia di quanto poi ne rilasciasse la reazione stessa.