Crowdfunding cos’è, come funziona, vantaggi e rischi e qualche esempio

Ecco cos’è il crowdfunding, come funziona nel dettaglio, quali sono i principali vantaggi e rischi e alcuni esempi reali di progetti riusciti

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 4 Gennaio 2025 19:03

Per crowdfunding si intende una pratica, sempre più diffusa nella rete, che consente di sostenere economicamente un progetto artistico, culturale o di altro tipo grazie alla donazione di piccole somme di denaro da parte di un gran numero di contributori. Si tratta di una particolare forma di raccolta fondi online che ha la sua forza nel basso impatto economico per ogni singolo contributore – a volte, infatti, è possibile donare anche pochi euro – e che può permettere grazie a una partecipazione molto elevata di dare avvio a un’attività importante e redditizia. Ma cos’è esattamente il crowdfunding? Come funziona? Quante tipologie ne esistono? Quali sono i vantaggi e i rischi?

Cos’è il crowdfunding?

Il termine crowdfunding significa raccolta fondi a partire da una folla (si tratta della traduzione del termine crowd) che desidera partecipare a progetti e iniziative collettive, attraverso donazioni di basso impatto economico. Si tratta di una pratica tipica degli ambienti digitali, i quali da un lato permettono di raggiungere facilmente molte persone, anche distanti, e dall’altro forniscono gli strumenti organizzativi e logistici per effettuare la raccolta con efficacia ed efficienza.

Non rappresenta una novità assoluta, ma si rifà a pratiche già esistenti in passato, quando capitava spesso, nell’ambito dell’editoria e della musica indipendente, di attivare donazioni spontanee da parte dei fan per realizzare produzioni particolari e innovative.

Quante tipologie di crowdfunding esistono?

Non è semplice riassumere oggi quante sono le tipologie di campagne di crowdfunding che possono essere attivate: gli studi ne delineano almeno sei, anche se le distinzioni non sono troppo chiare. Gli esperti ritengono che sono due le tipologie fondamentali, la più comune chiamata reward based crowdfunding. Un’altra molto popolare va sotto il nome di equity crowdfunding.

Iniziamo dal reward based crowdfunding. Si tratta di un sistema molto semplice che richiama da vicino quello delle donazioni: una qualunque persona può contribuire in modo spontaneo e con la quantità di denaro che ritiene più opportuna alla realizzazione economica di un qualunque progetto di interesse. In cambio viene dato un piccolo premio a chi finanzia l’iniziativa.

Alcuni studi di settore hanno sottolineato come convenga a chi organizza un crowdfunding stabilire una serie crescente di cifre tra le quali il singolo può scegliere per effettuare una donazione. Si tratta di una modalità che permette di raccogliere più denaro di quanto accade se la persona è lasciata completamente libera nella scelta.

Un altro suggerimento che gli esperti danno è quello di prevedere dei piccoli premi per chi decide di partecipare: dalle piccole gratificazioni online, tramite ringraziamenti personalizzati sui canali social del progetto, a piccoli doni o una versione particolare del prodotto finanziato. Facciamo un esempio: se si attiva una campagna di reward based crowdfunding per la pubblicazione di un libro, fare dono del libro stesso può essere una forma molto apprezzata di premio. Una ricompensa meno costosa può essere ad esempio il ringraziamento nella pagina finale del volume.

Importante è il cosiddetto principio di imitazione. La viralità nel crowdfunding si produce a partire da un senso di appartenenza a una comunità: se i propri amici o le proprie cerchie online partecipano a una particolare campagna, è molto più facile che il singolo si attivi. Anche in questo senso il crowdfunding sfrutta le potenzialità spesso nascoste della rete.

Passiamo all’equity crowdfunding. Questa seconda tipologia muove proprio da una filosofia differente. Si tratta di un’applicazione di carattere propriamente aziendale e che è regolamentata in maniera differente a seconda del Paese di appartenenza o nel quale si intende utilizzare questo strumento. La normativa è fondamentale perché, pur basandosi sul medesimo principio di donazione e finanziamento diretto, coloro che partecipano hanno diritto a un titolo aziendale e ai diritti, amministrativi e patrimoniali, che ne possono conseguire.

Quali sono i vantaggi?

Per comprendere il funzionamento di una campagna di crowdfunding, occorre sottolineare che sono tre i soggetti che partecipano:

  • il responsabile del progetto – che può essere una persona singola, un ente no-profit o una vera e propria azienda, magari in fase di start-up;
  • i donatori;
  • la piattaforma online che permette di gestire la campagna.

I vantaggi sono innumerevoli. Per il responsabile del progetto il vantaggio è ovviamente di carattere economico e finanziario: non occorre ricorrere a fondi previsti per imprese nascenti o a fondi di investimento, sempre difficili e complessi da ottenere. Dal punto di vista più strettamente commerciale, attivare una campagna di crowdfunding permette anche d testare il mercato stesso, la validità della propria intuizione nel lanciare un nuovo prodotto, l’appeal che può avere una nuova impresa.

In più, la stessa comunità di ‘donatori’ può partecipare dando consigli e suggerimenti e aiutando il ‘responsabile’ a prendere le scelte che maggiormente vanno incontro alle esigenze di possibili acquirenti. Se la campagna riesce a diffondersi in maniera ‘virale’ potrebbe anche attirare l’attenzione dei media generalisti, facendo guadagnare in visibilità la futura attività e magari attivando possibili collaborazioni con altri potenziali stakeholder.

Decisiva è dunque la strategia di comunicazione da adottare. Bisogna costruire allo stesso tempo una vera e propria ‘connessione emotiva’ con i potenziali donatori e modalità per il possibile coinvolgimento di stakeholder, che potrebbero far crescere rapidamente l’attività.
I vantaggi, invece, per i donatori sono più immediatamente comprensibili nel caso dell’equitycrowdfunding: si tratta di avere una prospettiva di guadagno con una forma particolarmente semplice e in generale meno rischiosa di investimento. Ma anche nel caso del reward-based crowdfunding è possibile sottolineare qualche vantaggio: da quello ‘motivo’ nel sentirsi parte di un progetto importante alle ricompense previste per i donatori.

Quali sono i rischi?

Il rischio principale di ogni campagna di crowdfunding è ovviamente il ‘fallimento’: i dati mostrano come, nonostante sia piuttosto basso il tasso di insuccesso, sia comunque da tenere in conto, anche per quanto concerne la scelta della piattaforma da utilizzare. C’è poi, ovviamente, anche il ‘rischio reputazionale’: se infatti si fallisce una campagna di crowdfunding, può divenire più difficile trovare altre forme di investimento per il proprio progetto. Potrebbe infatti implicare la decisione di rivedere completamente l’idea e il business in questione.
Occorre poi sottolineare un altro aspetto. Dal momento che una campagna di crowdfundingprevede la condivisione con i donatori di alcuni particolari della propria idea o del prodotto che si intende lanciare sul mercato, è possibile che i competitor possano avvantaggiarsi dal venire a conoscenza di alcuni dettagli tecnici, particolarmente innovativi.
Il rischio per i donatori è ovviamente più basso: data la natura dell’investimento, spesso molto basso, tutt’al più si rischia di perdere quella somma. Alcune campagne di crowdfunding, per incentivare i possibili investitori, prevedono anche forme di restituzione parziale o addirittura totale di quanto donato.

Quale piattaforma di crowdfunding scegliere?

La prima distinzione da fare è quella tra piattaforme di crowdfunding generaliste, che accolgono qualunque tipologia di progetto, e le cosiddette piattaforme crowdfunding verticali, che hanno una dimensione settoriale e richiamano un determinato pubblico di investitori. Gli elementi da tenere presente nella scelta sono:

  • la semplicità di impostazione della campagna;
  • la tipologia di supporto da parte della piattaforma;
  • l’esistenza di canali dedicati per pubblicizzare il proprio progetto;
  • le tempistiche, molte piattaforme fissano un termine massimo per la raccolta fondi;
  • le garanzie di carattere economico come ad esempio le politiche di refunding nel caso in cui l’obiettivo venga mancato.

Ci sono, insomma, grandi piattaforme di crowdfunding, come Kickstarter, ma non sono da prendere sotto gamba anche piccole piattaforme italiane, come Eppela e CrowdFundMe.

Esempi famosi di crowdfunding

Sono molti i settori che si sono avvantaggiati di questa possibilità. Si potrebbe citare ad esempio la raccolta fondi per la campagna elettorale di Barack Obama, che in parte funzionò proprio sulla base del meccanismo del crowdfunding. Il mondo delle arti, in generale, si è avvalsa e si avvale di questa tipologia di investimenti, così come il mondo della ricerca medica, che spesso utilizza queste campagne per portare avanti ricerche che non troverebbero altrimenti fonti di investimento. Ci sono poi ovviamente le campagne per il lancio sul mercato di prodotti innovativi.

Qualche esempio curioso proviene dal mondo della solidarietà e della politica. Un giovane di New York ha raccolto ben 1,9 milioni di dollari per provare a evitare la Grexit, pagando il debito pubblico del paese e provare a evitare l’uscita dalla zona euro: erano previsti premi e ricompense, come una cartolina di Tsipras per chi avesse donato tre euro, un’insalata greca per chi ne avesse donati sei, una bottiglia di Uzo per una donazione da dieci e una di vino greco per una da 25 e così via.

Se pensiamo all’Italia vengono in mente alcuni casi di crowdfunding particolarmente riusciti. Da Winelivery che ha raccolto 1.764.373 di euro grazie a 769 investitori, si tratta di una piattaforma online che permette di ordinare vino con consegna a domicilio, a MySecretCase che, grazie a una raccolta fondi di 2.500.000 euro, sta divenendo sempre più leader nel settore della vendita online di sex toys. Segnaliamo infine anche Soisy, piattaforma che permette ad aziende e privati di richiedere e ottenere prestiti, che, grazie a una raccolta di oltre 5 milioni di euro, ha potuto rafforzarsi ed espandere la propria attività, divenendo leader nel settore.

Insomma, basta avere la giusta idea e muoversi con caparbietà e intelligenza: il crowdfunding rappresenta la più grande possibilità per chiunque per provare a lanciare un proprio progetto e renderlo vincente.