Il green pass funziona? Secondo il professor Massimo Galli assolutamente sì. Nel giorno in cui è entrato in vigore l’obbligo di super green pass al lavoro per gli over 50 (sono 1,2 milioni gli over 50 non ancora vaccinati, di cui 500mila lavoratori), il tema torna a essere caldissimo, anche perché si parla da giorni della possibilità di eliminare il certificato verde.
“Credo sia legittimo domandarsi se le misure di restrizione assunte e anche il green pass, che tanti si vorrebbero affrettare ad abolire, non abbiano avuto un ruolo di grande rilievo nel portare a un risultato difficilmente controvertibile. Rispetto al quale i numeri sembrano parlare chiaro”, dice l’ex direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano in un post su Facebook.
Indice
Com’è la situazione in Italia rispetto agli altri Paesi, e perché
Si discute parecchio di quanto i vari Stati europei siano stati capaci di fronteggiare la pandemia. Come sempre, a parlare chiaro sono i numeri. Lunedì in Italia sono state 20.477 le infezioni, il che vuol dire che 1 italiano su 5 ha contratto il Covid.
La Svezia, più volte citata per la sua politica liberale e aperturista, ha dovuto sopportare 23.738 casi per 100mila abitanti, il Portogallo 30.340, la Spagna 22.827, la Francia 33.527, la Gran Bretagna 27.215 e la Svizzera 29.988. Considerando due nazioni a noi confinanti come Austria e Slovenia, siamo rispettivamente a 25.529 e addirittura a 40.954. Stiamo anche molto meglio – prosegue Galli – di Belgio e Olanda, rispettivamente con 29.747 e 34.360.
A fare eccezione è la Germania con 15.073, il numero più basso tra tutte le nazioni dell’Europa occidentale. “Nel contesto della quale ci troviamo al secondo posto nella classifica delle nazioni con il minor numero dei casi rispetto alla popolazione totale”. Un risultato migliore anche rispetto agli Stati Uniti, dove i casi per 100mila abitanti sono stati 23.540.
Merito del green pass? Senza dubbio secondo Galli, unito naturalmente alla grande potenza protettrice dei vaccini, che ci ha fatto da scudo in un momento di elevatissimi contagi, che avrebbero trasformato l’emergenza in un dramma, se non ci fossero stati, con pressioni esagerate sui sistemi ospedalieri.
Quando verrà eliminato il green pass
Ora che la curva di contagi e ricoveri scende decisa, ha però ancora senso usare il green pass? Naturalmente c’è da capire con molta cautela se non ci saranno altre ondate così forti, o altre varianti pronte a diffondersi rapidamente come o più di Omicron, e magari più pericolose.
Mentre alcune attività sono esenti dall’obbligo di green pass, la discussione in seno al governo ora ruota intorno a una data, quella di fine: il 31 marzo, fine anche dello stato di emergenza. Secondo quanto anticipato dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ospite di “Radio Anch’io” su Rai Radio 1, dopo il 31 marzo il green pass potrebbe essere eliminato.
“Credo sia uno scenario possibile, dobbiamo completate la somministrazione delle terze dosi ma con questo ritmo per marzo potremmo aver finito e così si potrà aprire uno scenario con meno misure restrittive. Fortunatamente i dati della pandemia ci dicono che siamo in una fase positiva, ma il virus c’è ancora e dobbiamo fare un ultimo sforzo per portare il Paese fuori da questa situazione e l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 va in questa direzione”, ha affermato Costa.
Cosa dicono Costa e Sileri
Ma non c’è una linea comune dentro al ministero della Salute, par di capire. Molto più cauto l’altro sottosegretario, Pierpaolo Sileri, che definisce “prematuro” parlare oggi di eliminazione del green pass. Tra i primissimi sostenitori del green pass, è convinto che si debba aspettare a toglierlo definitivamente.
Piuttosto, “una rimodulazione può essere necessaria“: questa diversa circolazione del virus, con la variante Omicron che sembra essere meno aggressiva contro il polmone, e agisce su una popolazione largamente vaccinata, “ci pone dinanzi alla necessità di una rimodulazione di ciò che abbiamo fatto” spiega.
La parola d’ordine per Sileri è gradualità, perché la certificazione verde Covid “non è un passaporto che ha la durata di 10 anni”. “Piano piano togliamo le regole”.
In questo percorso il green pass potrà essere “una delle ultime che potrà essere tolta”. Prima, ad esempio, andrebbero riviste le regole per i positivi asintomatici ad esempio. E poi magari tolte le mascherine al chiuso. “E piano piano così, fino a una completa normalità”.