M’Illumino di meno, così le città spengono le luci: gli esperimenti più virtuosi

Uno degli eventi simbolo di M'Illumino di meno è lo spegnimento delle luci da parte dei Comuni. Quanto hanno risparmiato quelli che lo hanno fatto: i progetti più interessanti

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 19 Febbraio 2025 17:55

Visto che un giorno ormai non basta più, quest’anno M’Illumino di meno dura una settimana intera. L’iniziativa, che si celebra ogni anno il 16 febbraio, questa volta va avanti fino al 21, ma l’intento è sempre lo stesso: diffondere la cultura della sostenibilità ambientale e del risparmio delle risorse.

Uno degli eventi simbolo, da sempre, è lo spegnimento delle luci da parte di Comuni o altre realtà istituzionali, per ridurre l’impatto sull’ambiente. In Italia sono diverse le città che hanno sfruttato questa occasione per adottare soluzioni meno estemporanee, che vanno oltre un semplice giorno simbolico. Qui abbiamo selezionato alcune delle più interessanti.

Cos’è M’Illumino di meno

M’illumino di Meno è la Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili istituita dal Parlamento nel 2022, nata da un’idea nel 2005 di Rai Radio2 con il programma “Caterpillar”: si celebra ogni anno il 16 febbraio.

L’edizione 2025 che si festeggia questa settimana, in particolare, è dedicata allo spreco energetico nel settore del fast fashion e alle alternative virtuose che promuovono il riuso e la valorizzazione dei vestiti.

Ma, come dicevamo, il fulcro delle iniziative è sempre stato lo spegnimento delle luci in città: simbolo potente, immediatamente visibile, un messaggio che arriva a tutti. Questo ha anche dato il “la” a misure locali più strutturate, assunte anche naturalmente per fronteggiare il caro energia, spingendo diversi sindaci a scovare soluzioni che consentissero di ridurre il peso delle bollette a carico delle famiglie.

Il piano Ue per ridurre i consumi energetici con l’obiettivo di tagliare in tutta l’Unione l’uso di energia almeno del 7% entro il 2023 è già operativo da un po’. Oltre a soluzioni di contenimento per luce e gas, limitando l’uso di termosifoni e luce pubblica, questo programma punta a tenere al buio gli uffici durante la notte, a spegnere le insegne dei negozi e a una serie di accorgimenti che possono essere variamente interpretati da Comuni e Regioni.

Con, peraltro, non poche critiche da parte di diverse associazioni di cittadini che lamentano, giustamente, la riduzione di sicurezza, soprattutto nelle grandi città, dove la differenza rispetto a un tempo è palpabile.

Ma ecco alcuni degli esempi più interessanti di questi ultimi anni.

Belluno

Tra le prime città che hanno avviato un piano di ridimensionamento dei consumi c’è Belluno.

Dal 18 agosto 2022 l’amministrazione comunale guidata da Oscar De Pellegrin ha deciso di spegnere tutte le luci della città dalle 2 fino alle 5.30, in alcuni casi fino alle 6 del mattino. Le gallerie di Belluno e Maragaga sono rimaste buie anche di giorno. Questo provvedimento ha generato un risparmio per il Comune di circa 100mila euro all’anno.

Comuni della Bassa Romagna

Tra gli esempi in giro per l’Italia poi c’è quello dei Comuni della Bassa Romagna. Dopo un primo esperimento temporaneo tra Ravenna, Faenza e altre zone, nei nove Comuni della Bassa Romagna nel 2022 è stato deciso di mantenere spenta l’illuminazione pubblica di notte.

Vero è che, per dimensione e ridotta complessità dei centri abitati di quell’area, è stato possibile contenere i disagi collegati a questa scelta, hanno spiegato i sindaci. Fatto sta che lo spegnimento delle luci in Bassa Romagna ha consentito un risparmio totale di circa 150mila euro solo nel primo mese: in un anno, volendo semplificare, significa circa 1 milione 800mila euro complessivi.

Bologna

Rimanendo in Emilia, anche Bologna si è mossa concretamente verso la riduzione del proprio impatto ambientale.

Dal 1° gennaio 2023 ha adottato un piano speciale che prevede, tra le altre cose, l’accensione di tutto l’impianto di pubblica illuminazione posticipata di 10 minuti e lo spegnimento anticipato di 3 minuti, la riduzione del 50% fino alle ore 22 e del 70% dalle 22 nei parchi e nelle zone verdi cittadine e l’accensione degli impianti con luce ridotta del 10% fino alle 22 e del 40% dalle 22 in tutte le strade non a scorrimento veloce.

L’obiettivo dichiarato è portare a un risparmio sui costi energetici ipotizzabile in circa 1 milione di euro. Il progetto porterà a una riduzione dell’8% di energia elettrica per 1.200 MWh, pari al consumo di oltre 500 famiglie, una riduzione di 220 Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) e una riduzione di 800 tonnellate di CO2 l’anno, contribuendo così all’obiettivo che si è data l’amministrazione del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2030.

Cremona

Altra sperimentazione utile ed efficace è quella messa in campo dalla città di Cremona. Il nuovo timing dell’illuminazione ha previsto di ritardare di 10 o 13 minuti a seconda della zona l’accensione serale dei lampioni e di anticipare di 16-20 minuti lo spegnimento la mattina.

Con una riduzione nelle accensioni di circa 30 minuti al giorno, il risparmio in bolletta si attesta intorno ai 120mila euro l’anno.

Porto San Giorgio (Fermo)

Nelle Marche, a Porto San Giorgio, provincia di Fermo, il Comune ha risparmiato oltre 20mila kilowatt di energia per illuminare strade e piazze in un solo mese.

I dati ufficiali relativi ai consumi 2022 dicono che solo a novembre di quell’anno era stato registrato un calo del 15% rispetto allo stesso mese dell’anno prima. Dal punto di vista economico, il risparmio è evidente: la città è riuscita a recuperare ben oltre 10mila euro solo in 30 giorni.

Albignasego (Padova)

Interessante anche il tentativo di Albignasego, provincia di Padova. Con un costo per l’energia elettrica quasi raddoppiato e 5700 lampioni sparsi nel territorio, il Comune ha provato ad optare per lo spegnimento alternato dei lampioni a partire dalle 21 di ogni sera.

Con la tecnica di due lampioni accesi e uno spento, il risparmio è stato calcolato in 100mila euro. Nel frattempo l’amministrazione locale ha creato una comunità energetica con i cittadini sfruttando i risparmi e la produzione di energia arrivati dalla realizzazione di un impianto di pannelli fotovoltaici su due palestre.

Terni

Infine, segnaliamo il progetto davvero particolare di Terni (anche se ancora sulla carta), che ha deciso ormai un paio di anni fa di acquistare 500 orologi astronomici – i “Perry manual” per chi se ne intende – per ottenere un risparmio significativo nei consumi di energia elettrica per luci e lampioni in città.

Il piano non è ancora partito, ma se andrà in porto la gestione dell’illuminazione pubblica dovrebbe essere dotata di orologi astronomici con un funzionamento programmabile, che consentono lo spostamento delle accensioni e degli spegnimenti rispetto all’alba e al tramonto a seconda delle necessità.