Nucleare, in arrivo il disegno di legge del governo

Il ddl, pronto per fine gennaio, prevede la creazione di un'agenzia dedicata al controllo del nucleare per garantire sicurezza

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Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Pubblicato: 16 Gennaio 2025 17:30

La partita sul nucleare si riapre. Il governo Meloni è al lavoro per il nuovo disegno di legge in uscita a fine gennaio. Il provvedimento introduce la creazione di una nuova agenzia governativa specificamente dedicata alla supervisione e al controllo delle attività nucleari con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza. Per le norme di attuazione della legge delega dovrebbero occorrere circa due anni.

Il nuovo disegno di legge sul nucleare

Occorrerà attendere fine gennaio per il nuovo disegno di legge quadro sul nucleare. Il provvedimento, il cui testo sarebbe ancora in fase di verifica, prevede la creazione di un’agenzia dedicata al controllo in tutte le fasi del ciclo: dalla produzione all’esercizio degli impianti, fino allo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Per l’entrata in vigore effettiva della normativa, si stimano circa due anni di lavoro.

Un segnale importante era arrivato direttamente dalla premier Giorgia Meloni, che al World Future Energy Summit di Abu Dhabi aveva definito la fusione nucleare come uno strumento “capace di produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l’energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile” e “cambiando di fatto il corso della storia”.

Una delle maggiori sfide che si presenteranno nell’attuazione del ddl sarà quella di superare le resistenze dell’opinione pubblica, fortemente contraria al nucleare in seguito al referendum del 2011. Tuttavia, fonti dell’esecutivo sottolineano come i nuovi reattori modulari rappresentino una tecnologia completamente diversa rispetto ai modelli di reattori nucleari del passato, che erano stati al centro del dibattito.

“Oggi parliamo di reattori modulari avanzati e piccoli reattori modulari, soluzioni innovative e tecnologicamente all’avanguardia. Bisogna superare il guado dei prossimi 4-5 anni. Il nostro Paese si trova infatti a fronteggiare un problema di competitività rispetto ad altre nazioni europee come Spagna, Germania e Francia, dove i costi dell’energia per le aziende sono significativamente inferiori”.

Il ruolo dell’Italia

Al centro del dibattito energetico ci sarebbero i reattori modulari avanzati, sia di terza generazione (SMR) che di quarta generazione (AMR), frutto di anni di ricerca e sviluppo. In questo contesto, aziende italiane come Enel, Ansaldo e Leonardo, tra le altre, stanno giocando un ruolo di primo piano nello sviluppo di queste tecnologie.

Un esempio riguarda la partnership di Eni con il Massachusetts Institute of Technology, che punta a realizzare un primo impianto entro il prossimo decennio. La prima tappa di un processo che punta a creare un hub nucleare del Mediterraneo allo scopo di recuperare terreno da Paesi diretti concorrenti come Spagna, Germania e Francia.

Come ha chiarito il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin a ottobre, l’obiettivo è di avviare un programma nazionale per l’energia nucleare sostenibile, basato su un’analisi accurata dei bisogni energetici del Paese. Attraverso una apposita piattaforma, si valuterà la reale necessità di energia nucleare per integrare le fonti rinnovabili e accelerare così la transizione energetica. In questo contesto, la realizzazione di piccoli reattori o microreattori sarà affidata all’iniziativa di soggetti privati, pubblici o misti.