La Pianura Padana è stretta nella morsa di una pesante morsa di inquinamento atmosferico. Le scarse precipitazioni e le temperature anomale delle ultime settimane, superiori alle medie stagionali, hanno creato una situazione di ristagno dell’aria più fredda, favorendo l’accumulo di smog.
Milano, in particolare, è la città che desta maggiore preoccupazione. Secondo i dati del sito svizzero IQAir, domenica 18 febbraio la metropoli lombarda si è classificata tra le città più inquinate al mondo, occupando il terzo posto dietro a Dacca (Bangladesh), Lahore (Pakistan) e Delhi (India).
L’inquinamento atmosferico rappresenta un grave rischio per la salute di tutti i cittadini, in particolare per i più fragili come bambini, anziani e persone con problemi respiratori.
Indice
Emergenza inquinamento a Milano: I consigli di IqAir
La notizia ha rapidamente invaso i social media e le prime pagine dei principali giornali con questa rivelazione scioccante. Il sito svizzero IQAir, specializzato nel monitorare la qualità dell’aria a livello globale, ha consigliato ai residenti di Milano di evitare attività all’aperto, chiudere le finestre, indossare mascherine e utilizzare purificatori d’aria. Queste raccomandazioni, pur non avendo ricevuto il supporto istituzionale, evidenziano chiaramente un’emergenza silenziosa che coinvolge milioni di persone.
Milano, aria irrespirabile: tra allarme e smentite
Come abbiamo appena detto, domenica scorsa, il monitoraggio della qualità dell’aria effettuato da IQAir ha posizionato Milano al terzo posto nella classifica mondiale per inquinamento atmosferico, con un indice di 199. Il giorno seguente, lunedì 19, l’indice è diminuito a 159, ma la città rimane la più inquinata d’Italia. Le uniche città che hanno superato Milano in termini di scarsa qualità dell’aria il 18 febbraio erano Dacca, Lahore e Delhi.
La mappa di IQAir colorava l’area di Milano in rosso, segnalando condizioni “non salutari” per la salute. Inoltre, veniva rilevata una concentrazione di particelle PM2.5, particolarmente nocive perché molto fini e persistenti nell’aria, da 27 a 29 volte maggiore rispetto ai limiti consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Di fronte a questi dati, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha espresso scetticismo, definendo il report “poco serio” e criticando le analisi come “estemporanee” e gestite da un’organizzazione privata senza autorità ufficiale. Ha sottolineato la sua frustrazione nel dover rispondere a questioni che, secondo lui, “non esistono”.
Milano, allarme smog: la classifica di IQAir è attendibile?
Come nel marzo 2023, la notizia che Milano è la città più inquinata d’Europa si è diffusa rapidamente, ma è nuovamente falsa. L’informazione non è corretta, anche se i livelli di smog di Milano rimangono comunque allarmanti, così come lo sono in generale nel Nord Italia.
Ecco perché la classifica di IQAir non è affidabile:
- L’ente che la stila è un’azienda privata, IQAir, che produce purificatori d’aria. Non ci sono precise indicazioni scientifiche o verifiche imparziali a supporto della classifica
- La classifica prende in considerazione solo una piccola quantità di grandi città globali. Per esempio, non è presente Torino, quando spesso l’inquinamento del capoluogo piemontese è più alto di Milano
- Viene monitorato solo il particolato sottile 2,5 (PM2,5), quando gli indicatori per l’inquinamento atmosferico sono molti di più. Non si considerano, ad esempio, il PM10, il biossido d’azoto, il monossido di carbonio e molti altri. La qualità dell’aria è data dallo studio di tutti i fattori insieme
- Non è chiaro come viene calcolata la media dei dati PM2,5. L’azienda non fornisce informazioni precise su come sia ponderata la media e quali dati vengano utilizzati
- La classifica è aggiornata ogni ora, ma non è chiaro se viene ponderato il fuso orario. Questo significa che i dati potrebbero non essere comparabili tra città diverse
- La stessa classifica presenta incongruenze. Ad esempio, il 19 febbraio Milano era in decima posizione nella home page di IQAir, ma ottava nella pagina dedicata alla classifica completa
- Nella “classifica storica” di IQAir, Milano si trova al 531° posto su 7323 città del mondo. Questo dato non è in linea con l’allarmismo che viene spesso diffuso
In conclusione, la notizia che Milano è la città più inquinata d’Europa è falsa e la classifica di IQAir è fuorviante. È importante considerare diverse fonti di dati e utilizzare indicatori più completi per valutare l’inquinamento atmosferico.
Inquinamento a Milano: Sala si difende e invita a seguire i dati Arpa
Sul tema dell’inquinamento, il sindaco Giuseppe Sala ha dichiarato: “Non abbiamo fatto miracoli nessuno di noi, né la Regione Lombardia né Milano. Ciò nonostante, stiamo continuando a cercare di fare qualcosa. La mia amministrazione credo abbia dimostrato, anche con decisioni divisive, di volere fare qualcosa sull’ambiente, ma non possiamo andare dietro a cose del genere. L’appello è a seguire i dati di ARPA e a contestare, se mai, le decisioni che prendiamo. Stiamo chiamando anche la Regione Lombardia al tavolo perché è chiaro che Milano da sola può fare fino a un certo punto”.
Allarme Inquinamento nella Pianura Padana: Report dell’Esa
Sebbene la piattaforma IQAir sia gestita privatamente, i dati allarmanti riguardanti l’inquinamento non sono un caso isolato e provengono da diverse fonti. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha redatto un report relativo a gennaio 2024, evidenziando le preoccupanti concentrazioni di particolato in tutta la Pianura Padana. I dati, raccolti dal servizio europeo di monitoraggio dell’atmosfera Copernicus (Cams) e elaborati graficamente dall’ESA, sottolineano le sfide legate alle condizioni meteorologiche e geografiche uniche della regione.
“L’animazione mostra le concentrazioni orarie di PM10 nella Pianura Padana dal 1° al 31 gennaio 2024”, spiega l’ESA, evidenziando come la topografia e le condizioni meteorologiche contribuiscano all’accumulo di inquinamento da particolato durante il clima stagnante.
Le condizioni climatiche e geografiche della Pianura Padana esacerbano il problema dell’inquinamento, come indicato nel report dell’ESA. La regione, densamente popolata e altamente industrializzata, emette considerevoli quantità di inquinanti nell’atmosfera. La sua geografia, circondata dalle Alpi a nord e dagli Appennini a sud, crea un microclima che spesso intrappola gli inquinanti. In certe condizioni meteorologiche, la valle diventa una conca che accumula inquinanti, tra cui particolato e ossidi di azoto, portando a elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici.
Milano, aria irrespirabile: dati Arpa confermano l’allarme
I dati del sito ufficiale di Arpa Lombardia non lasciano dubbi: l’aria a Milano è irrespirabile. La stazione fissa di Milano Pascal Città Studi ha registrato un valore medio giornaliero di PM10 di 102 microgrammi al metro cubo, oltre il doppio del limite di 50 µg/m³. Ancora peggio in centro, dove la stazione di Milano Senato ha rilevato un valore di 136 µg/m³.
Le altre centraline cittadine non offrono un quadro migliore: Milano Verziere 110 µg/m³, Milano Marche 119 µg/m³.
Dall’inizio dell’anno, la stazione di via Senato ha superato il limite di 50 µg/m³ 28 volte. Verziere 17 volte; viale Marche 23 volte; Pascal Città Studi 22.
Anche il PM2.5, il particolato fine ancora più pericoloso per la salute, ha raggiunto livelli preoccupanti. A Milano Pascal Città Studi si è registrato un valore di 83 microgrammi per metro cubo, contro il limite di 25 µg/m³ indicato dall’OMS. Milano Senato 118 µg/m³; Milano Marche 92 µg/m³.
La pioggia dei giorni scorsi aveva offerto un po’ di tregua, dopo tredici giorni consecutivi di sforamenti. Ma ora, da cinque giorni, l’aria di Milano è tornata tossica.
Inquinamento in Pianura Padana: le cause
I dati relativi alle zone di pianura non mostrano grandi differenze. Ma da cosa sono provocate queste condizioni? La Pianura Padana si trova in una posizione geografica e climatica particolarmente sfavorevole. Essendo circondata su tre lati dalle Alpi e dagli Appennini, beneficia di scarsa ventilazione e di una limitata circolazione dell’aria. In periodi caratterizzati da alta pressione e temperature superiori alla media stagionale, come nelle ultime settimane, l’aria più fredda tende a stazionare nelle pianure. Questo fenomeno, oltre a generare nebbie durante le ore mattutine e notturne, ostacola il ricambio dell’aria, favorendo l’accumulo di inquinanti.
Un altro fattore rilevante è l’elevata densità di popolazione della Pianura Padana, una delle più alte in Europa, che si traduce in un grande numero di veicoli in circolazione e di abitazioni, le quali emettono gas nocivi per il riscaldamento. Infine, una causa meno discussa ma altrettanto significativa è la presenza nella Pianura Padana di intensivi allevamenti e di estese coltivazioni agricole, che fanno largo uso di fertilizzanti, i quali rilasciano ossidi di azoto nell’atmosfera.
Smog a Milano: scattano le misure antismog in quasi tutta la Lombardia
Come abbiamo visto, nella giornata di domenica 18 febbraio, i livelli di particolato fine (Pm2.5) rilevati da Arpa a Milano superavano di 24 volte il limite raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). In risposta a questa allerta, a partire da oggi, scattano misure antismog estese in quasi tutta la Lombardia, escludendo le province di Sondrio, Lecco, Cremona e Varese.
I territori di Milano, Monza, Como, Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona, Lodi e Pavia, che hanno superato la soglia per quattro giorni consecutivi, saranno soggetti a un inasprimento delle misure di primo livello. Queste includono il divieto di accendere fuochi all’aperto in tutti i comuni delle province coinvolte. In particolare, nei centri con più di 30mila abitanti, si prevede la limitazione alla circolazione nella fascia oraria 7:30-19:30 per i veicoli Euro 0 e 1 di qualsiasi alimentazione, nonché per i veicoli Euro 2, 3 e 4 a gasolio. Una novità consiste nell’estensione delle limitazioni anche nei giorni di sabato e domenica, coinvolgendo i veicoli commerciali Euro 4 diesel, anche se dotati di Filtro antiparticolato (Fap), e gli Euro 0 e 1 a GPL e metano.
Ulteriori restrizioni includono il divieto di mantenere la temperatura al di sopra dei 19° nelle abitazioni e negli esercizi commerciali, con l’aggiunta dell’impedimento all’uso di generatori a legna per il riscaldamento domestico in presenza di un impianto alternativo. Inoltre, è vietato “spandere gli effluenti di allevamento, delle acque reflue, dei digestati, dei fertilizzanti e dei fanghi di depurazione, salvo iniezione e interramento immediato” in tutti i comuni delle province coinvolte. Questa stretta significativa, unita alle condizioni meteorologiche previste, dovrebbe contribuire a ridurre l’accumulo di smog nell’aria delle città.
Milano e Lombardia soffocano per lo smog: Legambiente chiede interventi urgenti
Legambiente lancia un monito, avvertendo che la qualità dell’aria in Lombardia non è mai stata così pericolosa dal 2017, basandosi sui dati Arpa. I livelli di PM2.5 a Milano, con una media giornaliera di 118 microgrammi per metro cubo, superano di 24 volte i livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) su base annuale. L’associazione critica l’inerzia delle istituzioni, affermando che Regione Lombardia e il Comune di Milano negano l’evidenza, mentre l’aria tossica è diffusa ovunque.
Legambiente evidenzia che dal primo gennaio al 18 febbraio, per le polveri sottili PM10 a Milano si sono verificati 28 giorni di sforamento della soglia critica consentita, con il limite permesso di 35 giorni all’anno e una media giornaliera oltre i 50 microgrammi per metro cubo. La presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto, denuncia l’inadeguatezza delle risposte alle emergenze sanitarie da parte delle istituzioni, definendole irresponsabili.
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, sottolinea la necessità di una sinergia su più livelli tra governo, Regioni e Comuni per risolvere il problema cronico dell’inquinamento atmosferico, particolarmente critico nella pianura padana. Legambiente ricorda che nel 2023, 18 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di PM10, di cui 16 nel bacino padano e 6 lombarde. I dati del 2024, elaborati da Legambiente Lombardia, fanno temere un anno ancora più grave per le città della Lombardia.
Qualità dell’aria in Europa: oggi il trilogo per la nuova direttiva
Oggi a Bruxelles si svolge la riunione decisiva per la revisione della Direttiva europea sulla Qualità dell’aria ambiente, che coinvolge Consiglio, Parlamento e Commissione Ue. L’obiettivo è trovare un accordo sui nuovi standard di qualità dell’aria da raggiungere entro il 2030 e il 2050, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Le posizioni dei colegislatori sono tuttavia divergenti. Mentre la Commissione propone di introdurre un obiettivo di inquinamento zero al 2050 e di avvicinare i limiti attuali alle linee guida dell’Oms, i governi nazionali chiedono un periodo transitorio che potrebbe posticipare l’adeguamento fino al 2040. Il Parlamento si dice disposto a valutare una deroga di dieci anni, a condizione che sia accompagnata da requisiti più stringenti e misure di salvaguardia. Altre questioni, come i tempi di elaborazione, attuazione e aggiornamento dei piani di qualità dell’aria, restano aperte.
L’Italia si schiera con i paesi che vogliono rinviare i nuovi limiti al 2040, suscitando le critiche delle associazioni ambientaliste. Queste sostengono che tale rinvio penalizzerebbe i cittadini della Pianura Padana, dove da anni si registra una cattiva qualità dell’aria, responsabile di oltre 70.000 morti premature all’anno per il Pm2.5 e oltre 30.000 per l’NO2. Le morti premature in Italia rappresentano il 20% di quelle totali in Europa, una situazione che richiede interventi urgenti e decisi per proteggere la salute pubblica.
La riunione di oggi rappresenta un’opportunità unica per garantire a milioni di cittadini europei e al nostro paese una qualità dell’aria che non sia nociva per la salute umana, per l’ecosistema e il nostro patrimonio artistico. E per ridurre il danno economico che questo problema ambientale comporta.
Secondo l’ultima valutazione sulla qualità dell’aria effettuata dall’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) pubblicata il 24 novembre, in Europa l’inquinamento atmosferico è ancora ben al di sopra dei livelli raccomandati dall’OMS e rappresenta un rischio significativo per la salute. L’EEA stima che 253.000 decessi nell’Unione si sarebbero potuti evitare se le concentrazioni di particolato fine fossero state conformi alle raccomandazioni dell’OMS. L’esposizione all’inquinamento atmosferico causa o aggrava alcune malattie quali il cancro al polmone, cardiopatie, asma e diabete.
Tra il 2005 e il 2021 il numero di decessi nell’Ue attribuibili al particolato fine (PM2,5), uno degli inquinanti atmosferici più dannosi, è diminuito del 41%. Tuttavia, l’inquinamento atmosferico continua a rappresentare il principale rischio ambientale per la salute degli europei (seguito da altri fattori quali l’esposizione al rumore, alle sostanze chimiche e ai crescenti effetti sulla salute dovuti alle ondate di calore) ed è responsabile di malattie croniche e decessi, in particolare nelle città e nelle aree urbane