Idrogeno, per l’Italia sono necessari 18 miliardi di investimento entro il 2030

Il piano strategico italiano delina un'ambiziosa roadmap per sviluppare un'economia dell'idrogeno, obiettivo: produrre 2,27 milioni di tonnellate entro il 2030

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 18 Ottobre 2024 14:24

Secondo le prime stime contenute nella bozza della Strategia nazionale per l’idrogeno, l’Italia dovrà investire circa 18 miliardi di euro entro il 2030 per sviluppare tecnologie e impianti necessari alla produzione di idrogeno. Questo investimento permetterà al Paese di raggiungere una produzione interna di 2,27 milioni di tonnellate di idrogeno, secondo lo scenario più ambizioso previsto dal piano, che attribuisce a questo vettore un ruolo centrale nel futuro energetico italiano.

Le cifre provengono da una bozza della strategia nazionale, la cui stesura è stata affidata a un tavolo ad hoc istituito a febbraio su indicazione del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Il documento è in grado di fornire un’anticipazione delle misure necessarie per sostenere lo sviluppo di un’economia basata sull’idrogeno, elemento fondamentale per la decarbonizzazione e il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica del Paese.

L’importanza dell’idrogeno, considerato una risorsa cruciale per il mix energetico futuro, si riflette nelle stime di investimento necessarie, che riguardano non solo la costruzione di nuovi impianti, ma anche lo sviluppo di tecnologie avanzate per la produzione e il trasporto del vettore energetico. L’Italia, puntando su questa risorsa, potrà non solo ridurre le proprie emissioni di gas serra, ma anche consolidare il proprio ruolo all’interno del contesto energetico europeo.

Questa visione a lungo termine rappresenta un passo decisivo per sostenere la transizione energetica del Paese e per garantire la competitività in un settore in rapida evoluzione a livello globale.

Strategia sull’idrogeno: slitta la deadline, ma si affinano i dettagli

Il documento che, nelle intenzioni del titolare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), doveva essere finalizzato entro l’autunno, è ancora oggetto di confronto tra i tecnici e gli operatori. Fonti del ministero, interpellate da questo giornale, fanno sapere che sarà necessario intervenire su alcuni punti per imprimere maggiore slancio ad alcuni obiettivi giudicati troppo prudenti.

Tuttavia, la bozza della Strategia nazionale per l’idrogeno contiene già una prima serie di indicazioni sul peso che l’idrogeno andrà a ricoprire, a partire dai consumi. Questo documento rappresenta un passo fondamentale verso la definizione di una strategia complessiva che possa guidare il paese verso una maggiore sostenibilità energetica, utilizzando l’idrogeno come vettore chiave.

Il confronto in corso tra i vari attori coinvolti è essenziale per garantire che la strategia finale sia robusta e ambiziosa, in grado di affrontare le sfide future e di promuovere l’innovazione nel settore energetico. La necessità di intervenire su alcuni punti specifici evidenzia l’importanza di un approccio collaborativo e dinamico, che tenga conto delle esigenze e delle aspettative di tutti gli stakeholder.

La bozza attuale, nonostante le sue lacune, fornisce una base solida su cui costruire, offrendo una visione preliminare del ruolo che l’idrogeno potrà svolgere nei consumi energetici del paese. Questo rappresenta un punto di partenza cruciale per ulteriori discussioni e miglioramenti, con l’obiettivo di sviluppare una strategia che sia all’altezza delle ambizioni nazionali in materia di energia sostenibile.

Idrogeno, investimenti per trasformare l’industria italiana

Su questo fronte, sempre nello scenario più avanzato, il governo stima circa 25 miliardi di euro di investimenti cumulati relativi all’ammodernamento, sostituzione e installazione di nuove tecnologie, componenti e impianti, che verranno dispiegati nei vari settori di utilizzo. Questo significativo impegno finanziario è destinato a trasformare il panorama energetico del paese, promuovendo l’adozione di soluzioni innovative e sostenibili.

Nell’industria, dovrebbero attivarsi oltre 3 miliardi di investimenti, di cui quasi il 90% nel settore dell’acciaio. Questo settore, noto per il suo elevato consumo energetico, rappresenta una delle aree chiave in cui l’idrogeno può avere un impatto significativo. L’adozione di tecnologie basate sull’idrogeno potrebbe non solo ridurre le emissioni di CO2, ma anche migliorare l’efficienza energetica e la competitività delle aziende del settore.

Si apre così il capitolo degli energivori, cui la bozza dedica ampio spazio con un’analisi molto puntuale su potenziali e limiti dei vari comparti rispetto a una maggiore spinta su questo vettore. Gli energivori, che includono settori come la chimica, la raffinazione e la produzione di cemento, sono tra i principali consumatori di energia e, di conseguenza, tra i maggiori emettitori di gas serra. La transizione verso l’idrogeno in questi settori potrebbe rappresentare una svolta cruciale nella lotta contro il cambiamento climatico.

La bozza della Strategia nazionale per l’idrogeno esamina in dettaglio le opportunità e le sfide associate all’adozione dell’idrogeno in questi settori. L’analisi puntuale fornita nel documento è essenziale per comprendere come massimizzare i benefici dell’idrogeno e superare le barriere tecnologiche ed economiche che potrebbero ostacolare la sua adozione su larga scala.

Gli investimenti previsti e l’analisi dettagliata contenuta nella bozza rappresentano un passo fondamentale verso la creazione di un’economia più sostenibile e resiliente. La transizione verso l’idrogeno non solo ridurrà l’impatto ambientale delle industrie energivore, ma contribuirà anche a creare nuove opportunità economiche e a rafforzare la competitività del paese su scala globale.

Prospettive di consumo dell’idrogeno nell’industria

Nello scenario più alto tra quelli esaminati (gli altri due, attendista e intermedio, ipotizzano un maggior ritardo nella maturazione dell’idrogeno e, nel secondo caso, una situazione abbastanza equidistante tra le precedenti), i consumi finali di idrogeno nell’industria sarebbero di circa 0,72 milioni di tonnellate. Questo quantitativo è pari a 2,07 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), rappresentando circa il 39% dei consumi complessivi attuali dei comparti industriali hard to abate.

Tuttavia, la penetrazione dell’idrogeno, come chiarisce la bozza di strategia, sarebbe molto diversa tra i vari settori. In alcuni settori come quello dell’acciaio, l’asticella giunge a valori molto elevati, raggiungendo l’86%. In contrasto, nel settore del cemento e della ceramica, si avrebbero percentuali inferiori, intorno al 20%. Questa differenza è dovuta al possibile contributo alla decarbonizzazione che a questi settori potrebbe essere garantito da altre opzioni utili, come il vettore elettrico, la Ccs (cattura e stoccaggio del carbonio), il biometano, le bioenergie e i rifiuti in cogenerazione.

La bozza della Strategia nazionale per l’idrogeno evidenzia come la transizione verso l’idrogeno non sia uniforme e dipenda dalle specifiche esigenze e opportunità di ciascun settore industriale. Mentre l’industria dell’acciaio potrebbe beneficiare in modo significativo dall’adozione dell’idrogeno, altri settori come il cemento e la ceramica potrebbero trovare soluzioni più efficaci in altre tecnologie di decarbonizzazione.

Questa analisi dettagliata è fondamentale per pianificare investimenti mirati e strategie di implementazione che tengano conto delle diverse realtà industriali. La diversificazione delle soluzioni energetiche è essenziale per massimizzare i benefici ambientali ed economici, garantendo al contempo la sostenibilità e la competitività delle industrie coinvolte.

Lo scenario avanzato per l’idrogeno prevede un ruolo significativo ma differenziato nei vari settori industriali. La strategia nazionale deve quindi adottare un approccio flessibile e integrato, che combini l’uso dell’idrogeno con altre tecnologie di decarbonizzazione, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e riduzione delle emissioni di CO2.

L’impatto dell’idrogeno e degli e-fuels nel settore dei trasporti

Quanto ai trasporti, sempre restando nello scenario più avanzato e considerando sia idrogeno puro che e-fuels, i consumi finali ammonterebbero a 2,01 milioni di tonnellate. Questo quantitativo è pari a 5,8 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), corrispondenti a una quota non troppo lontana da un 30% dei consumi finali dei trasporti. Questo valore è trainato soprattutto dal comparto aereo, che rappresenta uno dei settori più energivori e con maggiori potenzialità di riduzione delle emissioni attraverso l’adozione di nuove tecnologie.

L’idrogeno puro e gli e-fuels sono considerati soluzioni chiave per la decarbonizzazione del settore dei trasporti. L’idrogeno puro, in particolare, offre il vantaggio di essere una fonte di energia pulita e rinnovabile, che può essere utilizzata in vari mezzi di trasporto, inclusi veicoli a celle a combustibile. Gli e-fuels, d’altra parte, sono combustibili sintetici prodotti utilizzando energia rinnovabile, che possono essere utilizzati in motori a combustione interna tradizionali, riducendo così le emissioni di CO2.

Il comparto aereo è uno dei principali beneficiari di queste tecnologie innovative. Gli aerei, che attualmente dipendono quasi esclusivamente da combustibili fossili, potrebbero vedere una significativa riduzione delle loro emissioni attraverso l’adozione di idrogeno e e-fuels. Questo non solo contribuirebbe alla lotta contro il cambiamento climatico, ma potrebbe anche migliorare l’efficienza energetica e ridurre i costi operativi a lungo termine.

La Strategia nazionale per l’idrogeno evidenzia come il settore dei trasporti possa beneficiare in modo significativo dall’adozione di queste tecnologie. Tuttavia, è importante notare che la transizione verso l’idrogeno e gli e-fuels richiederà investimenti sostanziali in infrastrutture e tecnologie, nonché la collaborazione tra governo, industria e settore della ricerca.

Lo scenario avanzato per l’idrogeno e gli e-fuels nei trasporti prevede un ruolo cruciale per queste tecnologie, con un impatto significativo sui consumi finali e una riduzione delle emissioni di CO2. La strategia nazionale deve quindi adottare un approccio integrato e lungimirante, che combini l’uso di idrogeno puro e e-fuels con altre soluzioni di decarbonizzazione, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e promuovere un futuro più verde per il settore dei trasporti.

Produzione di idrogeno, un futuro sostenibile grazie agli elettrolizzatori

Tornando al nodo della produzione, la bozza della strategia nazionale punta soprattutto sulla spinta garantita dagli elettrolizzatori, da cui dovrebbe arrivare oltre la metà del quantitativo stimato da qui al 2030. In termini concreti, si prevede l’installazione di circa 19 gigawatt di elettrolizzatori. Questa stima si basa su una produzione di idrogeno elettrolitico pari a 3,4 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio).

Per raggiungere questi obiettivi, la strategia nazionale assume un fattore di carico (load factor) degli elettrolizzatori pari al 40% (3.500 ore/anno) e un’efficienza del processo elettrolitico del 60%. Questi parametri sono fondamentali per garantire che la produzione di idrogeno sia efficiente e sostenibile, massimizzando l’uso delle risorse disponibili.

Gli elettrolizzatori rappresentano una tecnologia chiave per la produzione di idrogeno verde, utilizzando elettricità rinnovabile per scindere l’acqua in idrogeno e ossigeno. Questo processo non solo riduce le emissioni di CO2, ma contribuisce anche alla creazione di un’economia più sostenibile e resiliente.

Per quanto riguarda il capitolo del gas-to-power, un altro tassello attraverso il quale è possibile produrre idrogeno convertendo l’elettricità rinnovabile, si stima un investimento di poco superiore al miliardo di euro. Questo approccio, noto anche come Power-to-Gas (P2G), consente di convertire l’elettricità rinnovabile in idrogeno, che può essere poi utilizzato come vettore energetico o come materia prima per la produzione di combustibili sintetici.

Il gas-to-power è una tecnologia complementare agli elettrolizzatori, che può contribuire a bilanciare la produzione di idrogeno e a garantire una fornitura stabile e continua. Questo investimento è cruciale per diversificare le fonti di produzione di idrogeno e per aumentare la resilienza del sistema energetico nazionale.

La strategia nazionale per l’idrogeno prevede un forte impegno nella produzione di idrogeno attraverso elettrolizzatori e tecnologie gas-to-power. Questi investimenti sono essenziali per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e per promuovere una transizione energetica che sia efficiente, sostenibile e in grado di affrontare le sfide future. La combinazione di queste tecnologie garantirà una produzione di idrogeno sufficiente a soddisfare le esigenze dei vari settori industriali e dei trasporti, contribuendo così alla decarbonizzazione dell’economia e alla riduzione delle emissioni di CO2.

La strategia italiana per l’idrogeno: un passo verso un futuro sostenibile

La strategia italiana per l’idrogeno sta finalmente prendendo forma, con i primi progetti industriali già avviati. Sono più di 50 le “hydrogen valley”, che si configurano come veri e propri hub per la produzione di H₂ verde, disseminati in tutto il territorio nazionale. Queste iniziative rappresentano un passo significativo verso l’adozione di tecnologie sostenibili e l’implementazione di soluzioni energetiche innovative.

Inoltre, il governo ha destinato risorse significative, pari a 3,6 miliardi di euro, tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), per promuovere la diffusione di questa tecnologia su scala industriale. Tuttavia, nonostante la presenza di progetti e finanziamenti, ciò che attualmente manca è un quadro strategico completo per l’idrogeno, necessario per orientare e coordinare gli sforzi futuri.

Questa tematica è stata al centro del convegno intitolato “Italian Hydrogen Summit,” svoltosi mercoledì 16 ottobre presso la Camera dei Deputati, organizzato dall’Associazione Italiana per l’Idrogeno e Celle a Combustibile – H2IT. L’evento ha visto la partecipazione del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, insieme a rappresentanti delle istituzioni, aziende, esperti e stakeholder del settore.

Durante il convegno, i partecipanti si sono confrontati sulle opportunità e i benefici dell’idrogeno all’interno del mix energetico, con particolare attenzione alle fonti verdi disponibili. L’obiettivo principale è stato quello di analizzare come l’idrogeno possa favorire la decarbonizzazione e contribuire a garantire la sicurezza energetica non solo per l’Italia, ma anche per l’Europa nel suo complesso.

Questo dialogo rappresenta un’importante occasione per tracciare un percorso chiaro e condiviso che possa massimizzare l’utilizzo dell’idrogeno, posizionando l’Italia come leader nella transizione energetica verso un futuro più sostenibile e resiliente.
Piano strategico nazionale per l’idrogeno

“Il piano strategico nazionale per l’idrogeno prevede miglioramenti significativi,” ha rassicurato il ministro Gilberto Pichetto Fratin. “Abbiamo già una prima stesura in valutazione con scenari a medio e lungo termine che prevediamo di presentare ufficialmente entro un mese. Siamo in fase di definizione.”

Questa dichiarazione del ministro Fratin sottolinea l’importanza e l’urgenza del piano strategico nazionale per l’idrogeno. La prima stesura del piano, attualmente in fase di valutazione, include scenari dettagliati che coprono sia il medio che il lungo termine. Questi scenari sono fondamentali per delineare le strategie e le azioni necessarie per promuovere l’adozione dell’idrogeno come vettore energetico sostenibile.

Il ministro ha anche evidenziato che l’Italia sul fronte dell’idrogeno è al passo con l’Europa e con gli obiettivi che dobbiamo raggiungere. Questa affermazione è un segnale positivo che dimostra come il paese stia lavorando attivamente per allinearsi con le politiche e gli standard europei in materia di energia sostenibile. L’idrogeno è visto come una componente chiave per la decarbonizzazione dell’economia e per la transizione verso un sistema energetico più pulito e resiliente.

La fase di definizione del piano strategico è cruciale per garantire che tutte le parti interessate siano coinvolte e che le strategie siano ben coordinate. Questo processo include la collaborazione tra governo, industria, istituzioni di ricerca e altri stakeholder per sviluppare un quadro strategico completo e ambizioso.

Il piano strategico nazionale per l’idrogeno rappresenta un passo fondamentale verso la creazione di un’economia più sostenibile. La presentazione ufficiale del piano, prevista entro un mese, sarà un momento cruciale per definire le azioni concrete e gli investimenti necessari per promuovere l’idrogeno come parte integrante del mix energetico italiano. L’Italia, al passo con l’Europa, sta dimostrando un impegno serio e concreto verso la realizzazione degli obiettivi di sostenibilità energetica.