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Garofalo lancia il nuovo packaging green: è la prima azienda di pasta a usare il riciclo chimico

Il colosso italiano della pasta è il primo ad utilizzare per i suoi confezionamenti il 30% di plastica riciclata chimicamente. Una scelta innovativa nell'ottica della sostenibilità

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Redazione

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In Italia il 95% della plastica da raccolta differenziata è costituita da imballaggi, ma, come dimostra il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (Pngr), si stima che solo il 41,1% delle confezioni in plastica venga effettivamente riciclato. Pochi sanno che, oltre alla plastica prodotta a partire da fonti fossili che poi finisce nell’inceneritore a fine vita, esiste un’altra tipologia di plastica che viene prodotta tramite il cosiddetto riciclo chimico, che permette di renderla a sua volta riciclabile. Il riciclo chimico permette di risparmiare il 43% delle emissioni di Co2 rispetto all’incenerimento: una soluzione quindi molto più sostenibile e infinitamente meno inquinante.

In questo senso si sta muovendo Garofalo, prima in Italia nel settore della pasta ad adottare questa tecnologia all’avanguardia. Investendo ancora di più sulle sue strategie green, l’azienda di Gragnano, eccellenza del Made in Italy conosciuta in tutto il mondo, dopo un lungo e attento lavoro di studio e di ricerca ha deciso di sviluppare un nuovo packaging composto per il 30% da plastica riciclata ottenuta dal riciclo chimico dei rifiuti da imballaggi plastici.

Storico pastifico campano, per anni molto presente sui mercati esteri, nel 2022 ha deciso di scommettere anche sull’Italia lanciando la linea Garofalo. Una scommessa decisamente vinta, visto che la crescita dell’azienda da allora ha continuato ad essere esponenziale, soprattutto grazie all’elevata qualità dei suoi prodotti e a strategie commerciali davvero sostenibili.

Fonte: Garofalo

Come funziona il riciclo chimico e quali vantaggi ha

Garofalo, come detto, è la prima azienda nel settore pastaio a utilizzare la plastica riciclata ottenuta dal riciclo chimico. Il riciclo chimico permette di ottenere l’olio di pirolisi dalla decomposizione dei polimeri che compongono i tradizionali rifiuti da imballaggi in plastica, convertendoli nella materia prima utilizzabile per produrre nuovamente plastica, equivalente ad un materiale vergine.

Un processo diverso da quello meccanico finora utilizzato, che apre possibilità di riciclo inedite per frazioni di rifiuti ad oggi difficili da riciclare, come anche la plastica che differenziamo a casa. Una lavorazione al momento ancora costosa e un materiale di ancora limitata disponibilità, ma un progetto in cui il pastificio di Gragnano crede fortemente per via dei benefici che ne derivano, tra cui la riduzione dell’utilizzo di risorse fossili grazie al riutilizzo di materiali già in circolazione, in un’ottica sempre più forte di economia circolare.

Fonte: Garofalo

I nuovi packaging di Pasta Garofalo

Ma cosa cambia in concreto per il packaging di Garofalo? I nuovi imballaggi con il 30% di plastica riciclata chimicamente sono inizialmente previsti per 5 formati di Pasta Garofalo, poi verranno estesi ad altri prodotti della linea e verrà anche aumentata la percentuale di materiale plastico riciclato ogni anno, sperando che questo diventi un segnale a favore di una maggiore disponibilità.

Si tratta di spaghetti, penne ziti rigate, fusilli, farfalle ed elicoidali, già disponibili sugli scaffali dei supermercati. “Innamòrati del pianeta” è il claim del nuovo progetto che racconta l’impegno di Pasta Garofalo e che dà il nome al sito dedicato, direttamente accessibile anche dal QRcode riportato sulle confezioni.

I nuovi imballaggi sono facilmente riconoscibili: la trasparenza del packaging, voluta apposta per esaltare le naturali imperfezioni dei tagli di pasta, si riconferma come elemento caratterizzante del brand. Un’etichetta narrante avrà un ruolo da protagonista e riporterà in modo chiaro e immediato i pillar alla base del progetto: packaging a impatto zero e con il 30% di plastica riciclata.

Fonte: Garofalo

Garofalo sostiene il progetto “Impatto zero” di LifeGate

Ulteriore conferma della sensibilità del brand alla sostenibilità è l’adesione al progetto “Impatto zero” di LifeGate che prevede 3 principi: calcolare, ridurre e compensare. Azioni che bilanciano l’effetto delle emissioni di CO2.

Il progetto di Garofalo contribuirà a compensare, da luglio 2022 a fine 2023, le emissioni di anidride carbonica generate dalla fabbricazione e commercializzazione del packaging primario dei prodotti a marchio Garofalo destinati al mercato italiano per l’equivalente di oltre 750 tonnellate di polipropilene e 120 milioni di pezzi.

Le emissioni sono state compensate con i crediti di carbonio generati dal progetto sviluppato nella riserva Rimba Raya, in Indonesia, che prevede la conservazione di foreste in crescita con obiettivi di prevenzione, protezione e sviluppo locale.

Un video animato della campagna di comunicazione racconta il percorso intrapreso da moltissimi anni dall’azienda all’insegna della sostenibilità e dell’efficienza energetica. Si possono trovare anche diversi consigli pratici su come diventare più virtuosi nel nostro quotidiano quando prepariamo una pasta: ad esempio bollendo l’acqua con il coperchio, mantenendo il giusto rapporto tra acqua e pasta, evitando di far bollire l’acqua troppo a lungo, privilegiando ortaggi e verdure di stagione, e naturalmente riciclando correttamente il pacchetto.