Diritto alla riparazione, cosa cambia con la nuova direttiva europea

Promuovere la sostenibilità e l'equità attraverso la riparabilità: l'impatto della nuova direttiva sui consumatori, i produttori e i riparatori di elettrodomestici

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

L’Unione europea ha introdotto una nuova direttiva che riconosce il diritto dei consumatori alla riparazione dei prodotti, modificando così le norme esistenti. Questa direttiva è stata recentemente approvata dal Parlamento di Strasburgo e ora passerà al Consiglio per l’approvazione finale. Successivamente, gli Stati membri avranno 24 mesi per integrarla nelle rispettive legislazioni nazionali.

L’obiettivo principale di questa direttiva è la riduzione degli sprechi. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite intitolato “2024 Global E-Waste Monitor“, la produzione annuale di Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, ovvero quelle alimentate da una spina o da una o più batterie) sta aumentando di 2,6 milioni di tonnellate metriche all’anno, pari a 2,6 miliardi di chili, e si prevede che raggiungerà le 82 milioni di tonnellate entro il 2030, rispetto alle 62 milioni di tonnellate del 2022.

Tuttavia, il riciclo non sta crescendo alla stessa velocità. Sebbene generi benefici, come i 23 miliardi di dollari stimati dalle Nazioni Unite in termini di minori emissioni di gas serra e i 28 miliardi di dollari associati al trattamento dei Raee e alle attività ad esso correlate, comporta anche costi significativi, come i 10 miliardi di dollari per il trattamento e i 78 miliardi di dollari per le conseguenze ambientali e sanitarie.

Per avere un’idea delle dimensioni del problema, i 62 milioni di tonnellate di Raee prodotti nel 2022 riempirebbero 1,55 milioni di camion da 40 tonnellate ciascuno. Se si potessero parcheggiare in fila indiana lungo l’Equatore, dopo aver pavimentato gli oceani, sarebbero sufficienti a circondare completamente il nostro pianeta. Ecco come si presenta la situazione attuale.

Garanzia legale e estensioni di garanzia: cosa coprono e come scegliere

La garanzia legale, conosciuta anche come garanzia di conformità, è valida per due anni. Durante questo periodo, il venditore è tenuto a riparare o sostituire qualsiasi prodotto difettoso. Questa garanzia si estende anche ai prodotti di seconda mano, con una durata di un anno più due mesi per segnalare eventuali difetti, a patto che il venditore operi in ambito commerciale. Tuttavia, non si applica ai beni di seconda mano venduti tra privati, come nel caso di un’auto acquistata da un individuo, che non è protetta da garanzia dopo la vendita.

Le estensioni di garanzia, invece, sono facoltative e a pagamento. Offrono una copertura supplementare che va oltre i due anni della garanzia legale e possono includere una varietà di servizi, come la riparazione di danni accidentali o la sostituzione del prodotto in caso di furto.

L’utilità di un’estensione di garanzia dipende da diversi fattori, tra cui:

  • Il valore del prodotto: per prodotti costosi, un’estensione può essere un buon investimento per proteggersi da spese di riparazione elevate
  • La probabilità di guasti: se il prodotto è soggetto a frequenti rotture, un’estensione può offrire maggiore tranquillità
  • Le condizioni dell’estensione: è importante leggere attentamente le clausole del contratto per assicurarsi che copra i danni o i malfunzionamenti di cui si è preoccupati

Consigli per scegliere un’estensione di garanzia:

  • Confrontare le diverse offerte: valutare le diverse proposte di estensione di garanzia per trovare quella che offre il miglior rapporto qualità-prezzo
  • Leggere attentamente le clausole: assicurarsi di capire cosa è coperto e cosa no dall’estensione
  • Non acquistare l’estensione al momento dell’acquisto: in genere, è possibile acquistare un’estensione di garanzia in qualsiasi momento durante la durata della garanzia legale

La garanzia legale offre una tutela base per due anni, mentre le estensioni di garanzia possono fornire una copertura aggiuntiva a pagamento. La scelta di acquistare un’estensione di garanzia dipende da una valutazione individuale di fattori come il valore del prodotto, la sua probabilità di guasti e le condizioni dell’estensione stessa.

Nuova direttiva europea, obblighi dei produttori e diritti dei consumatori

La nuova direttiva Ue sulla riparazione obbliga i produttori a fornire servizi di riparazione “tempestivi ed economici” e a informare i consumatori sul loro diritto alla riparazione. In sostanza, i produttori sono tenuti a intervenire sul prodotto anche dopo la scadenza della garanzia.

Essendo una direttiva, non ha efficacia immediata negli Stati membri dell’Ue, che devono attuarla con leggi nazionali. Gli Stati membri hanno due anni di tempo per adeguarsi a questa e a ogni altra direttiva, e solitamente ne approfittano per apportare le necessarie modifiche alle loro legislazioni nazionali. Si prevede che le nuove norme entreranno in vigore in Italia nella primavera del 2026.

In sintesi, la nuova direttiva mira a promuovere la riparazione dei prodotti e a ridurre i rifiuti, obbligando i produttori a fornire servizi di riparazione accessibili e convenienti per i consumatori. Ciò dovrebbe contribuire a prolungare la vita utile dei prodotti e a ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti elettronici.

Un passo verso la sostenibilità

La nuova direttiva europea sul diritto alla riparazione impone ai produttori, non ai venditori, di fornire servizi di riparazione tempestivi ed economici e di informare i consumatori sul loro diritto alla riparazione. Questa direttiva mira a prolungare il ciclo di vita dei prodotti e a incoraggiare i consumatori a preferire la riparazione anziché la sostituzione.

Dopo la scadenza della garanzia legale, il produttore è tenuto a intervenire su elettrodomestici comuni come lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, aspirapolveri, display elettronici, telefoni cordless e smartphone. Inoltre, se il bene è ancora in garanzia legale, beneficerà di un’ulteriore estensione di un anno per incentivare la riparazione anziché la sostituzione.

La direttiva sul diritto alla riparazione non dettaglia i requisiti per consentire a più professionisti di effettuare riparazioni, ma altri regolamenti, approvati a partire dal 2021, stabiliscono criteri specifici per la riparazione. Ad esempio, il regolamento sull’eco-design per smartphone e tablet, approvato alla fine del 2023, entrerà in vigore nel giugno del 2025. Questi regolamenti obbligano i produttori a rispettare determinati criteri di progettazione e realizzazione, come rendere disponibili pezzi di ricambio e relative istruzioni per la riparazione, e vietare l’uso di hardware e software che possano ostacolare le riparazioni.

Questi regolamenti, pur essendo validi solo nell’Unione europea, hanno un impatto globale, poiché il mercato dell’Unione europea è il secondo mercato al mondo in termini di spesa in beni e servizi per ogni nucleo familiare. Questo fenomeno è noto come “Brussels effect“, in cui i regolamenti di Bruxelles finiscono per influenzare la produzione mondiale di elettrodomestici.

Riparazioni più facili e veloci, cosa cambia per i consumatori

Un passo importante verso un futuro più sostenibile è stato compiuto con l’approvazione della direttiva europea sul diritto alla riparazione. Questa nuova normativa mira a dare potere ai consumatori e a ridurre i rifiuti elettronici, introducendo una serie di nuovi diritti per chi acquista elettrodomestici.

Cosa cambia per i consumatori?

  • Riparazioni direttamente dal produttore: una volta scaduta la garanzia, i consumatori potranno rivolgersi direttamente ai produttori per la riparazione dei loro elettrodomestici
  • Prestito di un elettrodomestico sostitutivo: durante la riparazione, i consumatori avranno diritto al prestito di un elettrodomestico sostitutivo dello stesso tipo o di una categoria superiore
  • Trasparenza sui prezzi: ogni produttore dovrà pubblicare, con regolarità, informazioni sui propri servizi di riparazione che contengano anche i prezzi indicativi delle riparazioni più comuni
  • Ricondizionati in caso di irreparabilità: in caso di prodotti che non possono essere riparati, i produttori dovranno poter offrire un apparecchio ricondizionato a un prezzo agevolato

Arriva la piattaforma europea per il diritto alla riparazione

Una nuova piattaforma online europea sarà creata per riunire informazioni utili ai cittadini, consentendo loro di trovare facilmente i centri di riparazione e i negozi di articoli ricondizionati più vicini. Ogni Stato membro dell’Unione europea dovrà fornire le informazioni relative al proprio territorio su questa piattaforma.

Il sito web fornirà dettagli sui tempi di riparazione, sulla disponibilità di beni sostitutivi durante il periodo di riparazione e in generale sulle condizioni dei servizi offerti. L’obiettivo è fornire ai cittadini un punto di riferimento affidabile per accedere a servizi di riparazione e acquirenti di prodotti ricondizionati, promuovendo così un approccio più sostenibile al consumo.

Promuovere l’uso di beni ricondizionati

Oltre a facilitare le riparazioni, la direttiva europea sul diritto alla riparazione mira anche a promuovere l’uso di beni ricondizionati, o rigenerati. Si tratta di prodotti che, pur essendo stati usati o difettosi, sono stati sottoposti a un processo di rigenerazione che li ha riportati a uno stato di perfetta funzionalità e come nuovi.

L’articolo 7, paragrafo 2, della direttiva obbliga gli Stati membri a garantire che la piattaforma online europea per il diritto alla riparazione includa una funzione di ricerca specifica. Questa funzione permetterà ai consumatori di individuare facilmente:

  • Venditori di beni ricondizionati: la piattaforma elencherà i negozi che vendono elettrodomestici ricondizionati, con informazioni su prodotti disponibili, prezzi e garanzie
  • Acquirenti di beni difettosi: sarà possibile trovare aziende interessate all’acquisto di beni difettosi a fini di ricondizionamento

Impatto della direttiva sui diritti dei riparatori indipendenti

La nuova direttiva impone ai produttori di consentire l’uso di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D da parte dei riparatori indipendenti. Inoltre, vieta loro di rifiutare la riparazione di un prodotto per motivi economici o perché è stato precedentemente riparato da altri. L’obiettivo principale è quello di rafforzare il mercato delle riparazioni nell’Unione europea e ridurne i costi.

Tuttavia, alcune questioni rimangono poco chiare. Secondo alcuni esperti, il testo della direttiva non fornisce indicazioni precise sulle obbligazioni dei produttori riguardanti la fornitura di pezzi di ricambio ai riparatori. Questi aspetti dovranno essere chiariti durante il processo di recepimento della direttiva da parte degli Stati membri.

Attualmente, molte aziende possono rifiutarsi di riparare un prodotto che è stato precedentemente manipolato da terzi, anche se è ancora in garanzia. La nuova direttiva vieterà questa pratica per le riparazioni al di fuori della garanzia, ma potrebbe ancora essere consentita se il problema è coperto dalla garanzia legale.

Modulo europeo per informazioni sulla riparazione

Prima di procedere con la decisione di riparare un prodotto, i consumatori hanno il diritto di richiedere un “Modulo Europeo di Informazioni sulla Riparazione“. Questo modulo fornisce una serie di dettagli cruciali, tra cui la natura del difetto, le raccomandazioni per la riparazione, la disponibilità di un prodotto sostitutivo temporaneo e i relativi costi, nonché il prezzo e il tempo massimo previsti per la riparazione stessa. Importante sottolineare che il modulo ha una validità di 30 giorni, consentendo così al consumatore di valutare attentamente le opzioni disponibili e confrontare le diverse offerte sul mercato prima di prendere una decisione informata.

I Repair Café come Modello di Sostenibilità

Un passo importante verso un futuro più sostenibile e circolare è stato compiuto con l’approvazione della direttiva europea sul diritto alla riparazione. Questa nuova normativa mira a dare potere ai consumatori e a ridurre i rifiuti elettronici, non solo facilitando le riparazioni professionali, ma anche promuovendo iniziative di riparazione a livello di comunità.

Tra queste iniziative, un ruolo centrale è giocato dai “repair café“. Si tratta di luoghi dove i cittadini possono portare i propri oggetti rotti per farli aggiustare da tecnici volontari. Nati dall’idea dell’ambientalista olandese Martine Postma, che nel 2009 ad Amsterdam ha creato il primo repair café, questi spazi si sono diffusi rapidamente in tutto il mondo. Oggi, secondo il sito web della Repair Café International Foundation, esistono oltre 2.500 repair café in più di 70 paesi.

Nei repair café, i volontari mettono a disposizione la loro esperienza e le loro competenze per aiutare i cittadini a riparare oggetti di vario genere, come elettrodomestici, piccoli mobili, biciclette, giocattoli e persino vestiti. L’atmosfera è informale e conviviale, e i partecipanti hanno la possibilità di imparare tecniche di riparazione e di condividere conoscenze con gli altri.

I repair café offrono una serie di vantaggi:

  • Risparmio economico: riparare un oggetto invece di comprarne uno nuovo permette di risparmiare denaro
  • Riduzione dei rifiuti: riparando gli oggetti invece di buttarli, si contribuisce a ridurre la quantità di rifiuti elettronici e non
  • Promozione della sostenibilità: i repair café insegnano l’importanza di prendersi cura dei propri beni e di prolungarne la vita utile
  • Creazione di comunità: i repair café sono luoghi di incontro e di socializzazione, dove le persone possono conoscersi e condividere interessi comuni

Politiche a supporto della sostenibilità

In conformità alla direttiva, ogni Stato è tenuto a adottare almeno una misura che incoraggi i consumatori a riparare o far riparare gli elettrodomestici anche dopo la scadenza della garanzia di conformità. Queste misure possono assumere varie forme, come incentivi fiscali o corsi di formazione offerti nei “repair café“.

Ad esempio, l’Austria ha introdotto un bonus che copre fino al 50% dei costi di riparazione, finanziato attualmente con il programma austriaco del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). In Francia, la misura copre una cifra più bassa, ma è finanziata con una parte del fondo delle case produttrici per lo smaltimento dei rifiuti, garantendo così una durata più lunga dell’incentivo.

Tuttavia, in Italia siamo ancora indietro in termini di promozione dei “repair café” e gli incentivi attualmente vanno nella direzione opposta, promuovendo l’acquisto di nuovi elettrodomestici attraverso detrazioni fiscali su un importo massimo di 5.000 euro per l’acquisto di lavatrici, lavasciugatrici, lavastoviglie, forni, frigoriferi e congelatori fino al 31 dicembre 2024.

È importante promuovere gli incentivi per la riparazione degli elettrodomestici, sia attraverso i “repair café” che con misure fiscali, al fine di incoraggiare i consumatori a considerare la riparazione come un’opzione sostenibile e economica, anche oltre la scadenza della garanzia di conformità.

Un nuovo slancio per i riparatori di elettrodomestici

Dopo anni caratterizzati dall’obsolescenza programmata e dalla mentalità dell’usa e getta, il mestiere del tecnico-riparatore si trova ora ad affrontare una crisi diffusa a livello globale. Tuttavia, fortunatamente in Italia, un tessuto di piccole e micro imprese continua a resistere. Attualmente, nel paese operano circa 3.900 aziende specializzate nella riparazione di elettrodomestici. L’applicazione delle nuove regole europee potrà dare impulso al settore, garantendo che i riparatori indipendenti possano operare senza barriere all’accesso e alle stesse condizioni dei riparatori autorizzati.