Ecco come il mondo potrebbe essere alimentato solo dalle rinnovabili

Secondo un nuovo report dell'Agenzia internazionale dell'energia, un mondo alimentato solo da rinnovabili è possibile, ma serve triplicare la potenza installata

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 9 Novembre 2023 01:14

L’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) ha identificato quattro azioni fondamentali per ridurre le emissioni di gas serra nel settore energetico da qui al 2030:

  • Accelerare sulle rinnovabili: le energie rinnovabili, come l’eolico e il solare, devono essere triplicate
  • Aumentare l’efficienza energetica: il consumo di energia deve essere dimezzato
  • Tagliare le perdite di metano: le perdite di metano, un gas serra particolarmente dannoso, devono essere ridotte di un terzo
  • Puntare sull’elettrificazione: i trasporti, l’industria e il riscaldamento devono essere elettrificati, utilizzando l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili

Secondo un recente aggiornamento del rapporto dell’Iea, queste quattro azioni costituiscono l’80% degli sforzi richiesti per abbattere le emissioni di gas serra nel settore energetico entro il 2030, al fine di rispettare gli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi sul clima. Inoltre, negli anni a venire, due obiettivi chiave diventano ancor più cruciali: triplicare l’uso delle energie rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica.

L’Iea traccia la strada per l’energia a zero emissioni entro il 2050

L’energia è il settore più rilevante per contrastare il cambiamento climatico, poiché i combustibili fossili sono responsabili di circa il 75 per cento delle emissioni di gas serra. Per raggiungere la carbon neutrality, ovvero le emissioni nette zero, entro il 2050, è necessario seguire le indicazioni dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea, dall’acronimo inglese), che nei suoi rapporti fornisce una visione chiara e affidabile del piano energetico da adottare.

I rapporti dell’Iea, così come quelli dell’Ipcc (il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite), sono dei documenti di riferimento per capire lo stato e le prospettive del settore dell’energia. Pur avendo in passato sottostimato la crescita delle energie rinnovabili tra il 2010 e il 2020, ora l’Iea è uno degli enti più autorevoli nel descrivere la roadmap per arrivare a zero emissioni.

L’ultimo aggiornamento della Net zero report del 2021 evidenzia un aspetto cruciale: le energie rinnovabili stanno aumentando più del previsto, ma non abbastanza per garantire il rispetto dell’Accordo di Parigi sul clima, che prevede di limitare l’aumento della temperatura media globale a massimo 1,5 gradi centigradi entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali.

La nascita dell’Agenzia internazionale dell’energia

La crisi del petrolio del 1973 fu un evento epocale che ebbe un profondo impatto sull’economia mondiale. La decisione dell’OPEC di ridurre la produzione di petrolio e di aumentare i prezzi causò un aumento dell’inflazione e una recessione economica in molti paesi occidentali.

La crisi del petrolio mise in luce la vulnerabilità del mondo occidentale nei confronti di una risorsa energetica così importante e volatile. In risposta a questa crisi, i paesi dell’Ocse fondarono l’Iea nel 1974.

L’Iea ha lo scopo di promuovere la sicurezza energetica e la cooperazione tra i paesi membri. L’agenzia fornisce dati e analisi sul settore energetico, promuove lo sviluppo delle energie rinnovabili e sostiene le politiche di efficienza energetica.

Cambio di passo verso le energie rinnovabili

L’Iea, che in passato era considerata molto vicina al mondo fossile, ha pubblicato nel 2021 il Net zero report, in cui ha affermato che non sarebbero più necessarie nuove trivellazioni alla ricerca di petrolio e gas. Il report ha anche sottolineato l’importanza di accelerare la transizione verso le energie rinnovabili nei prossimi anni, e più nello specifico, entro il 2030.

Queste conclusioni sono state confermate dalla revisione del 2023 del Net zero report, che ha ridotto la stima delle tecnologie necessarie dal 2030 in poi. La quota di tecnologie ancora da sviluppare per il periodo successivo al 2030 è stata ridotta dal 50 al 35 per cento, grazie ai notevoli avanzamenti nel settore dell’energia elettrica rinnovabile e del suo stoccaggio.

Il cambiamento di passo dell’Iea è stato guidato da Fatih Birol, l’economista turco a capo dell’agenzia. Birol ha cominciato a lavorare nell’OPEC, l’associazione delle nazioni petrolifere del Medio Oriente, ma la sua missione rimane coerente: guidare il Pianeta verso lo sviluppo di energia sicura, pulita e a basso costo per tutti.

A capo della realizzazione dei modelli energetici dell’Iea si trova l’italiana, Laura Cozzi.

Previsioni dell’Iea sulle rinnovabili: un’incoerenza storica

L’Agenzia internazionale dell’energia, è stata spesso criticata per aver fatto previsioni troppo conservative sulle energie rinnovabili, come il solare e l’eolico. Queste fonti di energia, infatti, tra il 2010 e il 2020 hanno avuto una crescita esponenziale, grazie ai forti incentivi e alla maturità tecnologica, diventando competitive e convenienti rispetto ai combustibili fossili.

Un docente olandese, Auke Hoekstra, ha dimostrato come la realtà superasse le stime della Iea, che basava i suoi modelli su un mondo dominato dal petrolio, dal carbone e dal gas, e relegava le fonti pulite ai margini dei suoi scenari. Questo poteva dipendere dai pregiudizi degli analisti stessi, che non credevano che le rinnovabili potessero avere un ruolo così importante nella transizione energetica. Tuttavia, ogni anno che passava era sempre più evidente la distanza tra le previsioni e i fatti. Per questo motivo, i nuovi rapporti della Iea hanno sorpreso positivamente: finalmente si avvicinavano a descrivere la reale velocità della transizione verso le rinnovabili.

Previsioni Iea 2023: rinnovabili in crescita, idrogeno e Ccs in calo

L’aggiornamento del 2023 del report dell’Agenzia internazionale dell’energia sulla transizione energetica conferma le tendenze positive registrate negli ultimi anni, con un ruolo sempre più importante delle fonti rinnovabili e delle batterie. Il solare dovrebbe passare da 630 a 820 GW installati ogni anno entro il 2030, mentre l’energia eolica avrà una previsione leggermente inferiore a causa dei tempi più lunghi di burocrazia e installazione.

Le batterie sono protagoniste della transizione energetica, con un aumento considerevole della capacità installata necessaria entro il 2030. Grazie ai notevoli progressi tecnologici, le batterie passeranno da 590 GW a 1.020 GW, diventando così una componente essenziale per lo stoccaggio dell’energia rinnovabile.

Al contrario, alcune tecnologie, come l’idrogeno verde e la cattura e stoccaggio della CO2 (CCS), trovano meno spazio in un’economia decarbonizzata. In parte, questo è dovuto alla concorrenza con soluzioni rinnovabili più economiche e efficienti.

Il rapporto sottolinea l’importanza di ridurre le emissioni di metano, che ha un impatto sul clima molto più elevato di quello della CO2. Infatti, anche piccole perdite di metano possono avere un impatto significativo sul riscaldamento globale.

Inoltre, il rapporto enfatizza l’importanza dell’elettrificazione totale come parte della strategia per aumentare l’efficienza energetica. L’elettrificazione dei trasporti, degli edifici e dell’industria può ridurre le emissioni di gas serra e migliorare l’efficienza energetica.

Rinnovabili: il futuro dell’energia è possibile

La tanto temuta intermittenza della produzione rinnovabile viene bilanciata da altre fonti di energia, dall’aumento dell’interconnessione e dagli accumuli energetici. La parte finale del sistema energetico, la più difficile da decarbonizzare, è quella dei trasporti. Tuttavia, grazie allo sviluppo delle tecnologie, nei prossimi anni avremo maggiori certezze su come decarbonizzarla.

Inoltre, un’economia elettrificata richiede una quantità molto minore di materiali minerari rispetto a un’economia basata sui combustibili fossili.