Auto ibride, in Europa superano le vendite di quelle a benzina 32,8% contro il 29,8%

Mentre il mercato auto nel suo insieme si trovi ad affrontare sfide e incertezze, si osserva un mutamento nelle preferenze dei consumatori a favore delle ibride

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 22 Ottobre 2024 14:17

Le vendite di auto ibride hanno raggiunto il 32,8% del mercato europeo a settembre e hanno superato per la prima volta quelle a benzina, che rappresentano il 29,8% del mercato, con una diminuzione del 17,9%. Questo dato è stato reso noto oggi dall’Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea).

Le auto ibride, caratterizzate da un motore a benzina e una piccola batteria elettrica che non può essere collegata, rimangono molto più economiche rispetto ai modelli completamente elettrici. Le vendite di questi modelli sono aumentate in media del 12,5%, ma hanno registrato un’impennata significativa soprattutto in Francia e Spagna.

Questo trend evidenzia un cambiamento significativo nelle preferenze dei consumatori europei, che stanno sempre più optando per soluzioni di mobilità più sostenibili e meno inquinanti. Le auto ibride rappresentano un compromesso ideale per molti consumatori, offrendo una riduzione delle emissioni senza i costi elevati associati ai veicoli completamente elettrici.

Immatricolazioni auto in calo in Europa, lieve recupero grazie alle elettriche

Per il secondo mese consecutivo, l’Europa ha registrato una diminuzione nelle immatricolazioni di autovetture, segnalando una fase di difficoltà per il mercato automobilistico del continente. Nel mese di settembre, nei mercati di Ue, Efta e Regno Unito, sono state immatricolate 1.118.083 autovetture, registrando una contrazione del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nonostante questa flessione, il dato rappresenta comunque un miglioramento rispetto al mese di agosto, quando il calo delle immatricolazioni era stato ancora più significativo, con una diminuzione del 16,5%.

A contribuire a questo recupero parziale sono state soprattutto le vendite di auto elettriche, che hanno svolto un ruolo chiave nel limitare il calo complessivo del mercato. Ad agosto, infatti, le immatricolazioni di vetture elettriche avevano subito un drastico crollo, pari al 36%, ma nel mese di settembre sono riuscite a riprendersi, sostenute in particolare dalle ottime performance registrate nei mercati anglosassoni. La domanda per le auto elettriche in queste regioni ha contribuito a compensare il calo e a sostenere l’industria in un momento di transizione verso modelli più sostenibili.

Sebbene la ripresa delle auto elettriche rappresenti un segnale positivo, il mercato automobilistico europeo continua a fronteggiare sfide significative, legate principalmente alla necessità di accelerare l’adozione di tecnologie green e di rispondere alle pressioni normative e ambientali. Questo lieve miglioramento, però, offre una prospettiva di speranza per il futuro del settore.

Analisi delle immatricolazioni di auto nei primi nove mesi del 2024

9.779.605 immatricolazioni, segnando una crescita dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, questo risultato rivela un gap del 20% rispetto ai volumi pre-Covid, indicando che il mercato automobilistico sta ancora affrontando difficoltà significative nel tentativo di tornare ai livelli di vendita precedenti alla pandemia.

Come evidenziato dal Centro Studi Promotor, il mercato automobilistico più importante in Europa, quello tedesco, ha subito un calo nel mese di settembre pari al 7%. Negli altri quattro principali mercati, la situazione è stata variabile: la Francia ha registrato il risultato peggiore con una diminuzione dell’11,1%, seguita dall’Italia, che ha visto un calo del 10,7%. Al contrario, il Regno Unito ha chiuso il mese con un incremento dell’1%, mentre la Spagna ha messo a segno una crescita del 6,3%, in gran parte grazie alle vendite incentivate di auto elettriche.

Questi dati suggeriscono che, nonostante le difficoltà generali del mercato, ci sono segnali di ripresa in alcuni segmenti, in particolare per i veicoli elettrici, che stanno guadagnando terreno grazie a politiche di incentivazione e a una crescente consapevolezza ambientale tra i consumatori. Questo trend indica un cambiamento nelle preferenze del pubblico, sempre più orientato verso soluzioni di mobilità sostenibili.

La situazione attuale del mercato automobilistico europeo richiede un’analisi attenta e strategie mirate per affrontare le sfide future e promuovere una transizione verso una mobilità più sostenibile. È fondamentale che le politiche future siano progettate per sostenere la crescita del mercato, incentivando ulteriormente le vendite di veicoli a basse emissioni e facilitando il passaggio a tecnologie più innovative. Solo attraverso un approccio strategico e collaborativo sarà possibile superare le attuali difficoltà e costruire un mercato automobilistico europeo resiliente e prospero.

Crescita dei modelli full electric e difficoltà di Stellantis

Nel mese appena trascorso, i modelli full electric hanno recuperato terreno, segnando un aumento del 13,9% nei volumi di immatricolazioni. Tuttavia, dall’inizio dell’anno, il trend generale delle immatricolazioni di auto elettriche resta in calo del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo andamento riflette l’incertezza e le sfide che il settore delle auto elettriche deve affrontare nonostante gli sforzi per accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile.

In questo contesto, si distingue il risultato negativo di Stellantis, che ha subito una perdita del 26% delle immatricolazioni come Gruppo. Alcuni dei suoi marchi principali, come Citroen e Fiat, hanno registrato performance ancora peggiori, con una riduzione dei volumi di oltre il 40%. La situazione appare particolarmente critica per Lancia, che ha visto un vero e proprio crollo: le immatricolazioni sono passate da tremila a mille unità nell’intera area.

L’andamento negativo del mese ha contribuito a peggiorare ulteriormente il bilancio di Stellantis dall’inizio dell’anno, con un calo complessivo delle immatricolazioni pari al 6%. Di conseguenza, la quota di mercato del Gruppo è scesa dal 17% al 15,9%, segnalando una perdita di competitività in un momento in cui altri costruttori sembrano trarre vantaggio dalle vendite incentivate di veicoli elettrici. Questo trend sottolinea le difficoltà che alcuni grandi produttori affrontano nell’adattarsi alle nuove dinamiche del mercato automobilistico europeo, sempre più orientato verso la sostenibilità e le emissioni ridotte.

Declino delle auto diesel e debolezza del mercato automobilistico europeo

Le auto diesel continuano a subire un significativo crollo delle vendite, registrando una diminuzione del 23,5%, il che ha portato la loro quota a rappresentare solo il 10,4% del mercato automobilistico europeo. Questo fenomeno segna una netta inversione di tendenza rispetto ai periodi precedenti, quando il diesel era considerato la regina dell’energia nei trasporti.

Considerando le immatricolazioni di tutte le tipologie di veicoli, il mercato europeo rimane debole, con una perdita complessiva del 6,1% rispetto all’anno scorso. Questo calo è stato particolarmente evidente nei mercati automobilistici più importanti, come quello tedesco, francese e italiano, che hanno contribuito in modo significativo a questo risultato negativo.

Tuttavia, da inizio anno, le immatricolazioni si sono mantenute stabili, con un incremento modesto dello 0,6% rispetto al 2023. È importante notare che questo incremento avviene su livelli molto bassi rispetto agli anni pre-Covid-19, con un totale di immatricolazioni pari a quasi 8 milioni di veicoli. Questo scenario evidenzia una situazione complessiva di incertezza e stagnazione nel settore, sollecitando l’attenzione su come affrontare le sfide attuali e incentivare una ripresa.

La transizione verso energie più sostenibili e una mobilità a basse emissioni rappresenta una priorità fondamentale per il futuro del mercato automobilistico europeo. La diminuzione delle vendite di auto diesel potrebbe, infatti, riflettere un cambiamento nelle preferenze dei consumatori, che sempre più si orientano verso soluzioni più ecologiche e innovative.

Sigrid de Vries di Acea: il mercato delle auto elettriche in Europa è ancora lontano dagli obiettivi

I recenti dati sul mercato delle auto elettriche in Europa hanno suscitato preoccupazioni all’interno dell’Associazione europea dei costruttori di automobili. Sigrid de Vries, direttore generale di Acea, ha espresso in un comunicato che i risultati attuali indicano che l’Europa è ancora lontana dall’obiettivo di un mercato elettrico florido e in crescita, necessario per affrontare le sfide della transizione ecologica.

Secondo de Vries, il settore dovrebbe mostrare una crescita mensile costante e sostanziale, specialmente in questo periodo cruciale per lo sviluppo delle tecnologie elettriche. Tuttavia, i dati dimostrano il contrario: da inizio anno, la quota di mercato delle auto elettriche è inferiore di quasi l’1% rispetto al 2023, e i volumi complessivi di vendite sono ancora più preoccupanti, con un calo di quasi il 6%.

Questi risultati evidenziano una frenata nella diffusione delle auto elettriche, che potrebbe ostacolare il raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati dall’Unione Europea. Nonostante l’importanza di questa tecnologia per la riduzione delle emissioni e la promozione di una mobilità sostenibile, i numeri dimostrano che il mercato sta incontrando difficoltà a decollare in modo deciso.

Volkswagen e Renault stabili, Toyota in crescita, un confronto tra i big del settore automobilistico

Tra i principali attori del settore automobilistico, Volkswagen e Renault mantengono una posizione di stabilità, registrando da inizio anno volumi in linea con il 2023. Volkswagen ha ottenuto un incremento dell’1,2%, mentre Renault ha registrato un +1,4%. Questo equilibrio è stato favorito soprattutto dal contributo positivo di marchi come Seat e Skoda, che hanno compensato eventuali cali in altre aree.

Tuttavia, il risultato più rilevante tra i grandi player lo ha conseguito il Gruppo Toyota, che ha chiuso il mese con un significativo aumento delle immatricolazioni, pari a quasi il 4%. Ancora più impressionante è la performance del gruppo da inizio anno, con una crescita del 12,3%. Questo incremento ha portato la quota di mercato di Toyota a salire fino al 7,7%, consolidando la sua posizione tra i leader del settore.

Il successo di Toyota riflette l’efficacia della sua strategia di mercato e l’attrattiva dei suoi modelli, in particolare quelli a basse emissioni, che stanno rispondendo positivamente alla crescente domanda di veicoli sostenibili. Mentre altri produttori cercano di mantenere il proprio equilibrio in un mercato sempre più competitivo, Toyota emerge come uno dei protagonisti principali della trasformazione verso una mobilità green.

Richiesta di misure di soccorso urgenti da parte dell’Acea per il settore automobilistico

L’Acea, ha lanciato un appello urgente all’Europa, chiedendo misure di soccorso immediate prima che i nuovi obiettivi di CO2 per auto e furgoni entrino in vigore nel 2025. Questa richiesta sottolinea la necessità di un intervento tempestivo per affrontare le sfide che il settore automobilistico sta affrontando.

Inoltre, i produttori esortano la Commissione Europea ad anticipare le revisioni della regolamentazione sulla CO2 per veicoli leggeri e pesanti, attualmente previste rispettivamente per il 2026 e il 2027, al 2025. Questa mossa strategica mira a riaprire la discussione politica sullo stop ai motori endotermici previsto per il 2035.

L’obiettivo di questa iniziativa è duplice: da un lato, garantire che il settore automobilistico possa adeguarsi alle nuove normative in modo più graduale e sostenibile; dall’altro, creare un dialogo costruttivo con le istituzioni europee per trovare soluzioni che bilancino le esigenze ambientali con le realtà economiche e tecnologiche del settore.

La richiesta dell’Acea riflette le preoccupazioni dei produttori di auto riguardo alla fattibilità degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2025 e alla necessità di un periodo di transizione più lungo per adattarsi alle nuove tecnologie. Anticipare le revisioni della regolamentazione potrebbe fornire un quadro normativo più chiaro e prevedibile, permettendo alle aziende di pianificare meglio i loro investimenti e le loro strategie di sviluppo.

L’Acea sta cercando di creare un ambiente più favorevole per il settore automobilistico, promuovendo un approccio più collaborativo e flessibile da parte delle autorità europee. Questo potrebbe essere cruciale per garantire una transizione più equilibrata verso un futuro a basse emissioni di carbonio.

Inasprimento delle politiche commerciali dell’Ue e necessità di una nuova strategia energetica

Bruxelles ha concluso l’analisi sui sussidi concessi dal governo cinese alle case automobilistiche asiatiche, portando a una decisione significativa per il commercio con la Cina. Il 4 ottobre, il Comitato di difesa commerciale dei 27 paesi dell’Ue ha approvato l’introduzione di dazi aggiuntivi fino al 36% sulle importazioni di veicoli dalla Cina. Questi dazi si sommano al 10% già in vigore, segnando un ulteriore inasprimento delle politiche commerciali nei confronti delle importazioni cinesi.

Questa decisione riflette l’intenzione dell’Unione europea di proteggere il proprio mercato automobilistico dalle pratiche commerciali cinesi considerate distorsive a causa dei sussidi statali. L’obiettivo è limitare la concorrenza asiatica che beneficia di tali agevolazioni, preservando al contempo la competitività delle imprese europee in un contesto di transizione verso la mobilità sostenibile.

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, è cruciale che l’Ue riveda la propria politica per la transizione energetica nel settore automobilistico, adottando un approccio basato su presupposti razionali e non ideologici. Quagliano sottolinea l’importanza di evitare di penalizzare il settore industriale europeo e di distribuire i costi della transizione in modo equo, tenendo conto della capacità contributiva sia dei cittadini che dei soggetti economici.

La necessità di una transizione equa e sostenibile è sempre più evidente, soprattutto in un contesto di tensioni commerciali crescenti. Il futuro della mobilità verde in Europa richiede una politica bilanciata, che favorisca l’adozione di tecnologie a basse emissioni senza compromettere l’equilibrio economico e sociale delle imprese e dei lavoratori europei.