Pesce siluro nel fiume Po a Torino, il gigante diventa mangime per animali

Fiume Po a Torino invaso dal pesce siluro: il progetto Life Minnow punta a ripulire l'area e a trasformare il siluro in mangime per animali, nel rispetto dell'economia circolare

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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È guerra contro il pesce siluro che ormai da tempo è arrivato nel fiume Po, nel tratto urbano di Torino. L’area è interessata da un’ampia operazione di pulizia organizzata dal Comune, con il supporto tecnico della Città Metropolitana, delle guardie ittiche volontarie dell’Unione Consigli di Valle dei pescatori e di altri enti coinvolti.

L’intervento ha previsto la rimozione di rifiuti, la pulizia delle sponde e il recupero di numerosi pesci siluro, specie alloctona e invasiva diffusa lungo tutta l’asta del fiume, e non solo.

Il pesce siluro e il progetto Life Minnow

Tra gli esemplari catturati, alcuni superavano i 2,5 metri di lunghezza. I pesci sono stati conferiti ad aziende specializzate nella produzione di mangime per animali, in un’ottica di economia circolare.

L’operazione rientra nel progetto europeo Life Minnow, finalizzato alla tutela delle specie autoctone di piccoli pesci d’acqua dolce, minacciate da cambiamenti climatici, specie esotiche invasive, alterazioni degli habitat e trasformazioni morfologiche dei corsi d’acqua.

Il progetto, coordinato dall’Università di Torino, interessa la porzione nord-occidentale del bacino del Po e coinvolge, oltre alla Città Metropolitana, il Politecnico di Torino, le Province di Alessandria, Cuneo e Vercelli, l’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, l’Istituto Delta Ecologia Applicata e la Regione Piemonte. La conclusione delle attività è prevista per l’estate 2027.

Cos’è il pesce siluro

Il pesce siluro (Silurus glanis) è originario dei grandi fiumi dell’Europa nordorientale. Non è direttamente pericoloso per gli esseri umani, non avendo denti. Tuttavia il suo impatto sugli ecosistemi fluviali è devastante. In Italia raggiunge i 2,5 metri per un peso fino a 200 chili. Prospera nelle acque dolci e ferme o a corso lento, ricche di vegetazione. Da maggio ad agosto ogni femmina di pesce siluro depone varie migliaia di uova per chilo di peso.

Contenimento delle specie invasive

Secondo il tecnico della Città Metropolitana di Torino Paolo Lo Conte, come è riportato dall’Ansa, il controllo delle popolazioni di Silurus glanis è essenziale per preservare la biodiversità fluviale. Il siluro è infatti un predatore apicale che si nutre di pesci, uccelli e anfibi autoctoni, riducendo drasticamente le popolazioni di altre specie. Non avendo predatori naturali, tende a crescere rapidamente in numero e dimensioni.

Uno degli obiettivi principali del Life Minnow è proprio implementare una filiera di smaltimento sostenibile per le specie alloctone, riducendo il loro impatto sugli ecosistemi.

Maggiori informazioni sul progetto Life Minnow sul sito del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino (dbios.unito.it). Il percorso: Home Page > Progetti di ricerca > Progetti europei > LIFE Minnow. 

Verso un “Tavolo Fiume”

Parallelamente, la Città di Torino ha avviato il Tavolo Fiume, un organismo di confronto tra enti, esperti e cittadini per definire un protocollo tecnico-operativo condiviso sulla gestione del Po. L’obiettivo è affrontare in maniera integrata gli aspetti ambientali, gestionali e sociali legati al fiume, migliorando sia la tutela degli ecosistemi che la fruizione pubblica delle aree fluviali.

Guerra al pesce siluro in Italia

Al di là del caso torinese, contro il pesce siluro è guerra totale in Italia. La Regione Lombardia, ad esempio, ha varato un piano triennale (2023-2025) rivolto agli Enti Parco Fluviali e alle Riserve Naturali per il contenimento del pesce siluro con uno stanziamento di 900.000 euro. Una delle aree più colpite è la Riserva delle Torbiere del Sebino (Brescia), dove ormai da anni è in atto un importante piano di contenimento del pesce siluro.