Crisi climatica, Missione Italia 2025: una spedizione scientifica tra ghiacciai, mari e territori vulnerabili

Missione Italia 2025 è la spedizione scientifica che dal 9 luglio al 2 agosto documenta gli effetti della crisi climatica su ghiacciai, mari e territori vulnerabili in tutta Italia.

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Redazione

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Nel quadro delle attività di ricerca e divulgazione sul cambiamento climatico, 3Bmeteo lancia la terza edizione del progetto “A Project for Climate Change”, intitolata Missione Italia 2025. Dopo le precedenti spedizioni in Groenlandia nel 2023 e nella Foresta Amazzonica nel 2024, l’edizione di quest’anno si focalizza sull’osservazione diretta degli ecosistemi italiani maggiormente esposti agli impatti della crisi climatica.

La spedizione vede la collaborazione di diverse realtà scientifiche nazionali, tra cui l’Università degli Studi di Napoli Parthenope, l’Università degli Studi dell’Aquila (Dipartimenti MESVA e DSFC), l’Osservatorio Meteorologico di Montevergine, Emilia-Romagna Meteo, LTER – Istituto Mosso e altri enti territoriali. L’obiettivo è documentare, tramite un itinerario esteso e multisituato, le trasformazioni in atto negli ecosistemi alpini, appenninici, fluviali, costieri e marini della Penisola.

Un team multidisciplinare sul campo

Missione Italia 2025, che si sviluppa tra il 9 luglio e il 2 agosto, è un progetto di indagine ambientale su scala nazionale, basato su osservazione e comparazione. Le tappe previste coprono una gamma rappresentativa di ecosistemi italiani (dai ghiacciai alpini ai bacini fluviali, dalle coste tirreniche e adriatiche fino agli ambienti agricoli e umidi della Sicilia) con l’obiettivo di analizzare gli impatti del cambiamento climatico e raccogliere dati empirici utili per modelli predittivi. Lungo il percorso, il team di 3Bmeteo sarà affiancato da climatologi, glaciologi, biologi, oceanografi e agronomi, con l’intento di produrre una narrazione fondata su evidenze scientifiche ma accessibile anche al grande pubblico.

I luoghi della Missione Italia 2025

Ogni sito è stato selezionato in base alla sua rilevanza climatica, ecologica e socio-economica, con una particolare attenzione agli effetti combinati tra eventi estremi (ondate di calore, alluvioni, siccità), trasformazioni progressive (ritiro dei ghiacciai, modifiche della copertura vegetale, acidificazione delle acque) e pressioni antropiche. La metodologia integra osservazioni dirette sul campo, rilievi strumentali, interviste con esperti locali e confronto con serie storiche meteorologiche e ambientali. I dati raccolti serviranno anche a contribuire a una riflessione più ampia sulle strategie di adattamento e sulla resilienza degli ecosistemi italiani.

Il Delta del Po

Ecco alcune attività della spedizione:

  • Monitoraggi glaciologici su Monte Bianco, Monte Rosa, Presena e Marmolada, per valutare la perdita di massa glaciale e i suoi effetti su risorse idriche e stabilità del territorio;
  • Studi ecosistemici nel Delta del Po e nelle aree costiere adriatiche e tirreniche, dove fenomeni come l’invasione del granchio blu e l’erosione delle dune costiere mettono sotto pressione la biodiversità e le attività economiche locali;
  • Rilievi idrogeologici nelle zone colpite da eventi estremi recenti, come la Val di Fiemme (post-Tempesta Vaia) e le aree alluvionate dell’Emilia-Romagna, per discutere le strategie di adattamento e mitigazione;
  • Campionamenti oceanografici e studi sulla biodiversità marina nel Golfo di Napoli e lungo la costa di Punta Campanella, con particolare attenzione agli effetti dell’acidificazione e al proliferare di specie tropicali nei nostri mari;
  • Osservazioni ambientali in Sicilia, nei siti di Giarre, Pergusa, Marinello e Vendicari, per comprendere gli impatti congiunti di siccità, innalzamento del livello del mare ed erosione su ecosistemi vulnerabili e risorse naturali limitate.

Il percorso prevede anche una tappa dedicata allo studio del paleoclima presso la Riserva Naturale di Cavagrande di Cassibile, dove le formazioni geologiche locali offrono preziose informazioni sull’evoluzione climatica su scala millenaria.

Un approccio multidisciplinare per la divulgazione e la prevenzione

Il valore aggiunto dell’iniziativa sta nella sua impostazione multidisciplinare: meteorologi, climatologi, biologi marini, glaciologi, agronomi e altri specialisti contribuiranno alla raccolta e all’interpretazione dei dati. Le osservazioni e i risultati saranno pubblicati quotidianamente sul sito italia.3bmeteo.com e divulgati attraverso i canali social del progetto. Al termine della spedizione, è prevista la realizzazione di un documentario scientifico, che raccoglierà le principali evidenze raccolte nel corso del viaggio.

Il programma di Missione Italia 2025

  • 10 luglio 2025: Courmayeur, Monte Bianco. La riduzione della massa glaciale ha implicazioni profonde sull’equilibrio idrico dell’Italia e non solo sul paesaggio alpino.
  • 11-12 luglio 2025: Gressoney, Monte Rosa. Partenza dall’Istituto Mosso, uno dei centri di ricerca storici, per procedere all’osservazione degli effetti diretti del ritiro dei ghiacciai sul sentiero deglacializzato del torrente Lys.
  • 13-15 luglio 2025: Ponte di Legno, Ghiacciaio Presena. La fusione del ghiacciaio Presena, una delle aree più iconiche per lo sci e il turismo alpino, sta modificando il paesaggio, zone in cui il clima sta lasciando un segno indelebile.
  • 16-17 luglio 2025: Marmolada. Marmolada, la “Regina delle Dolomiti” è simbolo della bellezza e della fragilità dei monti italiani. Qui il ritiro dei ghiacciai si è manifestato con eventi tragici.
  • 18 luglio 2025: Val di Fiemme. La Val di Fiemme porta ancora le cicatrici della tempesta Vaia del 2018 e gli effetti dell’evento meteorologico estremo continuano a mostrare la vulnerabilità degli ecosistemi. Riflessioni sull’intensità e sulla frequenza dei fenomeni più violenti
  • 19-20 luglio 2025: Delta del Po, Sacca degli Scardovari. Il Delta del Po è un ambiente unico e fragile. Con i pescatori locali della Sacca degli Scardovari documenteremo l’invasione del granchio blu, una specie aliena che sta mettendo sempre più a rischio la biodiversità e l’economia della pesca. A questo problema si aggiungono anche il mutamento dell’ambiente dunale e l’erosione costiera, fenomeni amplificati dai cambiamenti climatici che minacciano la stabilità delle nostre coste.
  • 21 luglio 2025: Emilia-Romagna. I Comuni e i territori romagnoli teatro delle alluvioni degli scorsi anni aiutano a riflettere sulla necessità di strategie di adattamento e prevenzione degli eventi climatici estremi.
  • 22-23 luglio 2025: Parco Nazionale d’Abruzzo, Gran Sasso. Le specie floro-faunistiche del Parco Nazionale d’Abruzzo sono una spia alle minacce alla biodiversità. A cui fa da contraltare la riduzione della neve e la lenta fusione del ghiacciaio del Calderone, l’ultimo ghiacciaio appenninico ha il ruolo di indicatore del riscaldamento globale.
  • 24 luglio 2025: Irpinia, Osservatorio meteorologico di Montervergine. L’Osservatorio meteorologico di Montevergine è uno dei più antichi dell’Appennino meridionale che custodisce i documenti meteorologici redatti a mano dai monaci benedettini nel corso dei secoli. Una tappa cruciale per comprendere l’importanza storica e attuale della raccolta dei dati meteo, come strumento fondamentale per analizzare le tendenze climatiche del passato ed elaborare modelli e previsioni sempre più accurate sul clima futuro.
  • 25 luglio 2025: Napoli. A bordo della nave scuola dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope per i campionamenti delle acque con strumenti oceanografici. La tappa è dedicata alla comprensione di come l’innalzamento delle temperature stia influenzando gli ambienti marini, dalla temperatura all’acidificazione degli oceani, con impatti sulla vita sottomarina e sulle coste.
  • 26 luglio 2025: Sorrento, Punta Campanella. La crescente presenza delle specie aliene marine è un fenomeno favorito dall’aumento delle temperature del mare, che sta alterando gli ecosistemi locali e mette a rischio la biodiversità del Mediterraneo. Le conseguenze sono ancora in parte da scoprire.
  • 29 luglio 2025: Isole Eolie. Tra Panarea e Stromboli per approfondire il ruolo della CO2 nel cambiamento climatico e delle energie alternative, come la geotermica. I laghetti di Marinello, invece, sono un indicatore delle modifiche del paesaggio dovute alle mareggiate sempre più frequenti.
  • 30 luglio 2025: Giarre. Sfide e opportunità per il settore agricolo: a Giarre si toccano con mano nuove colture, tecniche di irrigazione sostenibile e l’utilizzo dell’innovazione per l’adattamento ai mutamenti climatici, garantendo la produzione alimentare e la sostenibilità economica.
  • 31 luglio 2025: Lago di Pergusa e Calanchi del Cannizzola. La siccità è un problema sempre più pressante per la Sicilia. Dal Lago di Pergusa ai suggestivi calanchi del Cannizzola a Centuripe, la riduzione delle piogge e l’aumento dei fenomeni erosivi sta influenzando la stabilità idrogeologica di queste fragili formazioni geologiche.
  • 1 agosto 2025: Riserva Naturale Orientata di Vendicari. La Riserva Naturale Orientata di Vendicari è un’area di straordinaria importanza naturalistica. Una “zona umida”, un ecosistema cruciale per la biodiversità e la regolazione del ciclo dell’acqua, particolarmente vulnerabile all’innalzamento del livello del mare e all’alterazione dei regimi pluviometrici.
  • 2 agosto 2025, Riserva di Cavagrande di Cassibile. Missione Italia 2025 si conclude alla Riserva Naturale di Cavagrande di Cassibile. Qui i maestosi canyon della riserva offrono uno spaccato sul paleoclima, perché sono un racconto di storie millenarie del nostro pianeta. Il microclima unico presente nell’area è un esempio di come la morfologia del territorio possa creare condizioni ambientali particolari, offrendo spunti preziosi per la comprensione delle dinamiche climatiche a scala locale.