Dichiarazione dei redditi, cosa possono detrarre le partite Iva con regime forfettario

All'interno della dichiarazione dei redditi i contributi INPS devono essere gestiti in maniera corretta. Soprattutto da quanti hanno aderito al regime forfettario

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Come devono essere gestiti, all’interno della dichiarazione dei redditi, i contributi versati all’INPS da parte dei contribuenti che hanno optato per il regime forfettario? La domanda interessa molti contribuenti, dato che uno dei presupposti principali che stanno a monte proprio del regime forfettario è il fatto che non si possa portare in detrazione nulla, perché il reddito fiscale si calcola attraverso l’applicazione di una percentuale a forfait, che viene determinata dalla legge.

A questa regola generale, però, c’è un’importante eccezione che riguarda proprio i contributi previdenziali, che sono sempre deducibili. A dare alcune indicazioni in questo senso è un documento di prassi dell’Agenzia delle Entrate, il quale, pur essendo datato, continua a essere valido tutt’oggi.

In questa sede andremo ad analizzare, principalmente, due aspetti molto importanti che coinvolgono i titolari di partita Iva che hanno optato per il regime forfettario:

  • le modalità attraverso le quali è necessario compilare il quadro LM in relazione ai contributi previdenziali;
  • il versamento e la deduzione dal reddito di impresa di una quota dei contributi INPS versati oltre al dovuto, utilizzando il relativo credito in compensazione. Quando si viene a realizzare questa situazione è necessario recuperare a tassazione il contributo previdenziale, andando a indicare l’importo nel quadro LM, rigo LM35 della dichiarazione dei redditi.
    Ma entriamo nel dettaglio e vediamo come si devono muovere i diretti interessati.

Regime forfettario, dove indicare i contributi INPS

I contributi INPS, che sono stati versati da un titolare di partita Iva in regime forfettario, possono essere dedotti dal reddito, che viene applicato all’ammontare dei compensi che sono stati percepiti utilizzando il coefficiente di redditività specifico per l’attività che viene esercitata.

Quella che abbiamo appena enunciato costituisce una regola di base. La quale, però, si va a scontrare con una serie di difficoltà operative che sono connesse direttamente con il nostro sistema fiscale, che impone ai contribuenti di versare le imposte sui redditi – tra i quali rientrano anche i contributi INPS – in acconto e saldo.

Questa particolare situazione può determinare una situazione spiacevole, almeno dal punto di vista del contribuente: che versi più del previsto. E che, quindi, in fase di deduzione dei contributi INPS, recuperi in compensazione un importo superiore a quanto realmente gli spetta.

A fornire delle indicazioni su come muoversi è stata direttamente l’Agenzia delle Entrate, attraverso la risposta all’interpello n. 400/2019. Con questo documento gli uffici dell’amministrazione finanziaria hanno chiarito che – per riuscire a determinare correttamente il reddito – è necessario rettificare e recuperare a tassazione il contributo dedotto nel corso dell’anno precedente. L’operazione deve essere effettuata andando a compilare il rigo LM35 del quadro LM del Modello Redditi Persone Fisiche.

Questo importo, che generalmente dovrebbe essere inserito all’interno del quadro RM e assoggettato alla tassazione ordinaria, per i contribuenti che hanno optato per il regime forfettario deve essere assoggettato alla tassazione del 15% o del 5% per le nuove attività.

Le operazioni relative alla rettifica e al recupero a tassazione dei contributi INPS devono essere effettuate nel corso del periodo d’imposta successivo a quello di riferimento.

Dichiarazione dei redditi, compilazione del quadro LM

Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, i contribuenti che hanno optato per il regime forfetario devono prestare la massima attenzione alla compilazione del quadro LM.

Stiamo parlando di una sezione che è stata creata appositamente nel Modello Redditi 2024 e deve essere utilizzata proprio dai soggetti forfetari. Permette di andare a effettuare il calcolo dell’imposta sostitutiva dovuta, che può essere pari, alternativamente, al 5% o al 15%.

All’interno della dichiarazione dei redditi, il quadro LM si compone di quattro diverse sezioni:

  • Sezione I, la quale dovrà essere utilizzata per determinare il reddito dei contribuenti in regime dei minimi;
  • Sezione II, che dovrà essere compilata esclusivamente dai contribuenti titolari di partita IVA in regime forfettario;
  • le Sezioni III e IV devono essere utilizzate da entrambi i soggetti menzionati nei punti precedenti. Servono rispettivamente a calcolare l’imposta sostitutiva dovuta e all’indicazione delle perdite non compensate.

All’interno del rigo LM35 – che è stato denominato Contributi previdenziali e assistenziali – devono essere indicati i contributi INPS. Il suddetto rigo si trova nella sezione II del quadro LM.

A questo punto i contribuenti devono prestare attenzione a un aspetto che fino a questo momento è stato troppo spesso sottovalutato. Almeno nel momento in cui si effettuano i calcoli previsionali in ordine all’effettivo peso fiscale e contributivo. Stiamo parlando della base imponibile di riferimento. È necessario sottolineare, quindi, che:

  • quella che deve essere indicata in LM22 colonna 5 è la base imponibile fiscale più bassa. L’importo da inserire risulta essere pari al valore totale dei ricavi moltiplicati per il coefficiente di redditività. Ma deve essere, allo stesso tempo, al netto dei contributi che sono stati versati nel periodo d’imposta;
  • per quanto riguarda la base imponibile previdenziale, è necessario fare riferimento a quella che è stata indicata all’interno del quadro RR. Risulta essere più alta, perché non possono essere dedotti i contributi previdenziali.

I requisiti per beneficiare del regime forfettario

Ricordiamo che possono aderire al regime forfettario i titolari di partita IVA che rispettano alcuni requisiti. La Legge di Bilancio 2024 ha confermato a 85.000 euro il limite dei ricavi o compensi per poter accedere alla flat tax al 15%.

È stata, inoltre, confermata la soglia a 100.000 euro oltre la quale scatta la fuoriuscita immediata dal regime forfettario. Stando a quanto chiarito di recente su questo argomento dall’Agenzia delle Entrate, questa soglia si supera nel momento in cui si incassa il corrispettivo che determina il superamento del limite. In quel momento il contribuente torna al regime ordinario.

In sintesi

Anche i titolari di partita Iva che hanno optato per il regime forfetario possono portare in detrazione, direttamente con la dichiarazione dei redditi, i contributi INPS.

I versamenti effettuati serviranno per abbattere i redditi sui quali calcolare la flat tax al 15% o al 5% nei casi previsti dalla legge.