Rivalsa Inps del 4% in fattura, chi la può applicare e come funziona

È davvero una buona idea inserire la rivalsa Inps del 4% in fattura? Le imposte da versare aumentano di conseguenza

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

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I liberi professionisti iscritti alla Gestione separata possono applicare in fattura la rivalsa Inps al 4%: l’opzione è facoltativa e rappresenta un reddito aggiuntivo. Ricordiamo che i titolari di partita Iva che non hanno una cassa previdenziale di riferimento si devono iscrivere all’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, come previsto dall’articolo 2, comma 26 della Legge n. 335/95.

La rivalsa Inps è una facoltà – non un obbligo – che permette di trasferire al committente una parte degli oneri contributivi, alleggerendo in parte le spese fiscali che devono essere gestite nel corso dell’anno. Per applicarla, ad ogni modo, è necessario adottare una strategia ben pianificata, in modo da massimizzare i benefici ed evitare di cadere in qualche problema amministrativo.

Come funziona la rivalsa Inps del 4%

I professionisti iscritti alla Gestione Separata dell’Istituto Nazionale di Previdenza sociale hanno la possibilità di applicare sui compensi fatturati la rivalsa Inps del 4%. A prevedere questa opzione è l’articolo 1, comma 212 della Legge 622/1996, che permette ad alcuni contribuenti di addebitare questa percentuale nel compenso lordo come contributo previdenziale.

La rivalsa Inps non è un obbligo, ma una facoltà lasciata al professionista. Una discrezionalità che permette al singolo contribuente di pianificare in modo strategico gli oneri contributivi: è necessario, però, prendere degli accordi chiari e ben precisi con la clientela, in modo da evitare delle dispute contrattuali in un secondo momento.

Da un punto di vista strettamente operativo siamo davanti ad un meccanismo attraverso il quale gli oneri contributivi vengono trasferiti dal professionista al committente: in altre parole il cliente finanzia il sistema previdenziale del professionista, versando indirettamente una quota dei contributi alla Gestione Separata inps.

La rivalsa Inps del 4% è sottoposta alla ritenuta d’acconto, come previsto dall’articolo 25 del Dpr n. 600/73 e dalla Risoluzione n. 109/E/1996 dell’Agenzia delle Entrate. Ma non solo: concorre alla formazione della base imponibile sulla quale deve essere calcolata l’Iva.

Rivalsa Inps, chi la può applicare

Gli unici soggetti che sono autorizzati ad applicare la rivalsa Inps sono i professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps. Ci stiamo riferendo alla gestione previdenziale che è stata creata per i lavoratori autonomi che non hanno una cassa previdenziale di categoria. Sono tenuti a farvi riferimento un’ampia platea di lavoratori dotati di partita Iva, tra i quali ci sono:

  • chi opera nelle professioni digitali e innovative, come gli sviluppatori software, i consulenti informatici, i copywriter;
  • chi opera nel settore della formazione e del benessere, come le guide turistiche, i personal trainer e i fisioterapisti;
  • quanti operano nei servizi, come i traduttori e gli amministratori di condominio;
  • i consulenti aziendali non iscritti ad albi specifici e gli esperti nei settori emergenti.

Rimangono esclusi dalla Gestione Separata Inps i professionisti iscritti a degli ordini o a dei collegi.

Come funziona la Gestione separata Inps

Nella Gestione Separata Inps vengono accolti i versamenti previdenziali effettuati dai professionisti sprovvisti di una cassa professionale di appartenenza. Il suo funzionamento è strettamente legato alla dichiarazione dei redditi presentata dal contribuente: al suo interno il diretto interessato fornisce tutte le indicazioni relative alla sua situazione reddituale e alla base imponibile previdenziale, che è la stessa sulla quale si calcolano le imposte.

La base imponibile, ad ogni modo, varia a seconda della regime fiscale che il contribuente ha deciso di adottare:

  • per il regime ordinario (con contabilità semplificata), viene determinata dalla differenza tra i ricavi tassabili e i costi deducibili;
  • per il regime forfettario viene determinato attraverso l’applicazione dei coefficienti di redditività al fatturato. Non è previsto alcun tipo di deduzione analitica dei costi che sono stati sostenuti nel corso dell’anno.

Una volta determinata la base imponibile è necessario applicare l’aliquota previdenziale che l’Inps stabilisce annualmente con un provvedimento: per il 2025 è stata fissata al 26,23%. In questo modo vengono determinati i contributi che il professionista è tenuto a versare.

Il pagamento deve essere effettuato annualmente utilizzando un Modello F24. Le scadenze sono le stesse previste per le imposte sui redditi:

  • 30 giugno per il saldo ed il primo acconto;
  • 30 novembre per il secondo acconto.

Committente, perché è necessario un accordo

Prima di applicare la rivalsa Inps del 4% in fattura il professionista deve prendere gli opportuni accordi con il committente. È necessario, soprattutto, che la sua applicazione venga indicata direttamente nel contratto che le parti hanno sottoscritto e che si riferisce alle prestazioni professionali del lavoratore.

Molto spesso nei contratti il corrispettivo che le parti concordano viene considerato come comprensivo di tutti gli oneri: questo significa che la rivalsa deve essere scorporata dal compenso e non aggiunta. Onde evitare dei disguidi o delle contestazioni è necessario chiarire questo punto nel momento in cui viene sottoscritto l’accordo.

Rivalsa Inps, costituisce reddito a tutti gli effetti

Se da un lato potrebbe sembrare interessante applicare la rivalsa Inps del 4% sulle fatture, dall’altro è necessario ricordare che questo importo rappresenta un reddito a tutti gli effetti. Ed è importante sottolineare che costituisce solo una copertura parziale degli oneri contributivi che il professionista deve versare: non sostituisce integralmente quanto deve essere versato all’Inps.

L’aspetto reddituale della rivalsa Inps viene spesso sottovalutata, ma ha delle implicazioni molto importanti nella determinazione del reddito:

  • per quanti hanno optato per il regime ordinario incrementa il reddito Irpef, arrivando a determinare il passaggio da un’aliquota all’altra (generalmente da una più bassa ad una più alta);
  • per chi ha optato per il regime forfettario sposta verso l’alto la base su cui calcolare l’imposta sostitutiva del 15% o del 5% nel caso in cui il professionista abbia avviato l’attività da meno di cinque anni.

Benché la rivalsa Inps venga addebitata al cliente finale, al contribuente spetta l’onere di versare integralmente i contributi che deve all’Inps.

La rivalsa può essere applicata tranquillamente anche ai clienti esteri, anche la fatturazione verso questi soggetti richiede alcune specificità procedurali a cui prestare attenzione (sono operazioni generalmente esenti Iva).