Che cosa si intende per posizione finanziaria netta e come si calcola

La posizione finanziaria netta di un'azienda serve per stabilire le condizioni economiche della stessa, con riferimento alla liquidità

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 27 Agosto 2019 14:19Aggiornato: 10 Febbraio 2024 10:04

La posizione finanziaria netta insieme al margine operativo lordo e all’utile operative costituisce uno dei tre indicatori di riferimento che servono a comprendere lo stato di salute di una società. È utile, soprattutto, per capire la sua capacità – ed inevitabilmente l’incapacità – di generare un livello di cassa attraverso il quale sia possibile coprire i costi di gestione.

Ma cerchiamo di entrare un po’ più nel dettaglio e comprendere cosa sia la posizione finanziaria netta. E soprattutto analizziamo come si calcola e perché sia diventato così importante nella contabilità delle piccole medie imprese.

Cos’è la posizione finanziaria netta

Nelle analisi di bilancio viene sempre più utilizzato un indicatore quale la posizione finanziaria netta, nel caso in cui si vogliano stabilire le condizioni di un’impresa, con particolare riferimento al suo grado di liquidità. Per riuscire a ottenere questo dato è necessario calcolare la differenza tra tutti i crediti finanziari vantati dall’azienda posta sotto analisi e tutti i debiti finanziari. Nel caso in cui tale differenza dovesse risultare positiva, si avrà certezza del fatto che i crediti finanziari e le disponibilità liquide a breve termine siano di fatto maggiori delle passività finanziarie a breve, medio e lungo termine. Ciò vuol dire che l’impresa in questione vanta una disponibilità economica pari al saldo ottenuto.

Nel caso in cui la differenza dovesse risultare negativa, si evidenzierà un indebitamento finanziario della società. Ciò indica un’esposizione netta nei confronti di terzi finanziatori, pari al valore ricavato. I finanziatori in questione possono essere rappresentati da svariati soggetti: società finanziarie, banche, obbligazionisti, società di leasing o factoring. È bene indicare però come i debiti finanziari vengano considerati per ogni scadenza, non includendo inoltre quelli di altra natura: debiti nei confronti del fisco, verso fornitori di beni e servizi o generali passività fiscali e commerciali.

Posizione finanziaria netta a breve e ordinaria

Evidenziati i seguenti punti, è logico dire che sia decisamente preferibile per un’impresa poter godere di una posizione finanziaria netta positiva. In questo caso infatti si avrà a disposizione una liquidità maggiore rispetti ai debiti in scadenza nel breve, medio e lungo termine. In caso contrario infatti ci si ritroverebbe con un monte debiti superiore ai crediti. Un’equazione tutto sommatoelementare.

Si tratta però di una materia che può risultare alquanto ostica, il che costringe a fare chiarezza su altri punti, come la posizione finanziaria netta a breve termine e ordinaria. Nel primo caso si fa riferimento al risultato della differenza tra la somma di ogni crediti aziendali, così come le altre eventuali attività a breve termine, e la somma dei debiti, e delle altre passività a breve termine. Per posizione finanziaria ordinaria o normale si fa invece riferimento ai crediti e ai debiti a medio e lungo termine.

Volendo riassumere, la posizione finanziaria netta a breve è il frutto dei crediti finanziari a breve più le altre attività correnti finanziarie, ai quali occorre sottrarre le passività finanziarie correnti. La posizione finanziaria ordinaria invece è il frutto dei crediti finanziari a medio e lungo termine, ai quali occorre sottrarre le passività finanziarie a medio e lungo termine. Si tratta di una distinzione che non interessa a tutte le aziende. Quelle che la richiedono sono alla ricerca di una gestione più efficiente per quanto concerne la liquidità aziendale.

Analizzare lo stato societario senza tener conto delle scadenza temporali vuol dire fornire un’idea complessiva della liquidità aziendale. Ignorando l’aspetto temporale però non si avrà alcun preavviso in merito a eventuali crisi di liquidità cui l’azienda potrebbe andare incontro entro un determinato lasso di tempo. Una posizione finanziaria positiva al momento non ne esclude dunque una negativa a breve. Criticità che una corretta gestione finanziaria dovrebbe poter prevedere.

Livello complessivo di indebitamento: come calcolarlo

Il primo passo consiste nella riclassificazione dello stato patrimoniale, distinguendo le voci di natura finanziaria all’interno delle passività e attività, ovvero dei debiti contratti verso banche, soci o altre entità, e i crediti di natura finanziaria, ad esempio verso società collegate.

Il segno algebrico posto alla fine della PFN (posizione finanziaria netta) indica un giudizio sull’indebitamento complessivo:

  • un segno positivo evidenzia un’eccedenza della liquidità aziendale e della disponibilità finanziaria rispetto all’indebitamento;
  • un segno negativo indica insufficienti disponibilità liquide e finanziarie, al fine di coprire l’indebitamento societario, che risulta nell’esposizione netta aziendale nei confronti dei finanziatori.

Ogni impresa deve inoltre considerare la propria capacità di restituzione di un debito, il che dipende principalmente dalla capacità di generare flussi positivi di cassa che risultino essere sufficienti per poter rimborsare i propri finanziatori. Flussi che derivano dalle vendite e, in particolare, dalla gestione caratteristica, con riferimento al Fatturato e all’EBITDA:

  • PFN – Fatturato, capacità aziendale di coprire il debito mediante flussi finanziari derivanti dalle vendite;
  • PFN – EBITDA, capacità aziendale di coprire il debito mediante flussi finanziari derivanti dalla gestione caratteristica.