Italia terza per pressione fiscale nell’Ocse, 42,8% stabile rispetto al 2023

I dati sulla pressione fiscale riportano che l'Italia rimane tra i Paesi con la tassazione più alta dell'Ocse

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 21 Novembre 2024 18:48

L’Italia è terza nell’Ocse per pressione fiscale. Nel nostro Paese il dato si conferma al 42,8%, lo stesso del 2022 e tra i più alti degli Stati che fanno parte dell’Organizzazione per lo sviluppo economico. Al primo posto si trova la Francia, mentre all’ultimo il Messico.

La pressione fiscale è il rapporto tra il Pil e il gettito fiscale di un Paese. Misura quanto le tasse pesano sul sistema produttivo di un Paese. Storicamente in Italia è un dato molto alto, così come in diversi altri Paesi europei con un welfare state molto ampio.

Italia terza per pressione fiscale

L’Ocse, l’organizzazione internazionale per lo sviluppo economico, ha diffuso il report Revenue statistics 2024 che calcola la pressione fiscale dei Paesi membri per il 2023. Il dato dell’Italia rimane uno tra i più alti, con il 42,8%. Il nostro Paese si classifica in totale al terzo posto ed è l’unico Paese per cui la pressione fiscale è rimasta stabile tra il 20222 e il 2023.

La pressione fiscale è il rapporto, espresso in percentuale, tra il gettito fiscale, quindi il totale delle tasse che lo Stato riceve ogni anno, e il Pil, la ricchezza creata in un anno da tutta l’economia del Paese. Dato che il Pil include anche una stima dell’economia sommersa, la cosiddetta pressione fiscale legale, che invece esclude questo dato e quindi restituisce quanto le tasse pesino su chi effettivamente le paga, è molto più alta, superiore al 50%.

Da circa 10 anni la pressione fiscale in Italia è rimasta su livelli simili. Il record rimane quello del 2013, quando si era attestata sul 43% per la prima volta. Da allora non si è mai abbassata al di sotto del 42% e continua a rimanere tra le più alte in Europa. Nel 2000, all’inizio del millennio, era stata calcolata al 40% del Pil. L’aumento è dovuto da una parte al mancato abbassamento delle tasse e dall’altra a una crescita sempre molto limitata dell’economia.

La classifica della pressione fiscale dell’Ocse

In generale, per i Paesi dell’Ocse, la pressione fiscale è diminuita nel 2023 dello 0,1%. La media rimane molto al di sotto del dato italiano, attorno al 33,9%. Esistono però situazioni ben diverse a seconda dei vari Stati che fanno parte dell’organizzazione. Lussemburgo, Colombia e Turchia hanno registrato gli aumenti maggiori, sopra il 2,5%, mentre Israele, Corea del Sud e Cile l’hanno vista diminuire di almeno 3 punti.

Soltanto altri due Paesi Ocse hanno una pressione fiscale più alta di quella dell’Italia. Si tratta di Francia e Danimarca, entrambe sopra il 43%. La classifica delle prime dieci nazioni dell’organizzazione per questo dato recita:

  1. Francia 43,8%;
  2. Danimarca 43,4%;
  3. Italia 42,8%
  4. Austria 42,7%
  5. Belgio 42,6%
  6. Finlandia 42,4%
  7. Norvegia 41,4%
  8. Svezia 41,4%
  9. Lussemburgo 40,9%
  10. Grecia 39,8%

I dati su cui sono state elaborate queste stime sono ancora preliminari. Alcuni Paesi infatti, come l’Australia, sono ancora privi di una percentuale del gettito fiscale rispetto al Pil per il 2023.