Enti benefici esclusi dall’Iva per altri 10 anni. Il Governo ha prorogato fino al 2036 il regime fiscale previsto per il Terzo Settore, rimandando per la quinta volta dal 2022 il passaggio al regime di esenzione dell’imposta per gli Ets.
Con due provvedimenti mirati il Consiglio dei ministri ha invece approvato il rinvio dell’entrata in vigore delle norme che avrebbero portato a nuovi adempimenti fiscali, oltre a estendere ad altre attività l’agevolazione al 5% riconosciuta oggi alle cooperative sociali.
La proroga dell’esenzione dell’Iva per il Terzo Settore
La proroga era attesa da tutto il Terzo Settore, per evitare che dall’1 gennaio 2026 scattassero anche per gli enti e le associazioni benefiche obblighi come la fatturazione e la tenuta della contabilità.
Un rinvio che riguarda le realtà iscritte al registro telematico Runts, tra organizzazioni di volontariato (Odv), associazioni di promozione sociale (Aps), enti filantropici e rete associative.
A scongiurare il nuovo modello fiscale anche le associazioni sportive dilettantistiche, come sottolineato dal ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi:
Il mondo dilettantistico, composto per la maggior parte da piccole realtà, avrà più tempo per prepararsi al cambio di regime che, seppur in esenzione, prevederà una serie di adempimenti ai quali tutti dovranno far fronte. La strada, già tracciata dalla riforma dello sport, è quella della semplificazione degli oneri e della sostenibilità. Continuiamo, quindi, a supportare l’associazionismo sportivo, settore che contribuisce in modo significativo alla diffusione dello sport per tutti, del suo valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico
La misura è infatti contenuta dal testo definitivo del Dlgs in materia di Terzo Settore, crisi d’impresa, sport e imposta sul valore aggiunto, che nel pomeriggio di giovedì 20 novembre ha ricevuto il via libera in Cdm.
Il prolungamento dell’esenzione dell’Iva fa parte di uno dei 18 decreti attuativi e dei 5 testi unici nell’ambito della riforma del Fisco, ed è stato varato al termine di un negoziato con la Commissione europea, come spiegato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano:
Il confronto con la Commissione europea ha permesso di riconoscere la specificità delle prestazioni che gli enti benefici svolgono nei confronti dei propri associati. Questo rinvio assicura la necessaria continuità operativa e la semplificazione degli adempimenti burocratici per una vasta platea di associazioni, tutelando efficacemente la loro missione sociale. Si è raggiunta una soluzione che garantisce stabilità al Terzo Settore, preservando il suo ruolo essenziale nel tessuto sociale della Nazione
L’estensione del regime agevolato
Nello stesso Cdm ha trovato spazio l’approvazione di un’altra misura fiscale di peso per il Terzo Settore: l’allargamento dell’aliquota Iva al 5%, applicata fino ad oggi alle cooperative sociali, anche alle imprese sociali per le prestazioni sanitarie, socio-sanitarie, di assistenza domiciliare, educative e didattiche, in genere rese alle persone in situazioni di vulnerabilità.
Il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, ha infine annunciato l’introduzione nel decreto dello stop alla plusvalenza sui beni strumentali per le attività commerciali dell’Ets (Ente Terzo Settore), se si tratta di attività di interesse generale
In sostanza, la tassazione scatterà solo al momento del realizzo, evitando aggravi immediati