Il superbonus è di nuovo al centro del dibattito politico e sociale. Le recenti decisioni del Governo hanno causato proteste e preoccupazioni tra i sindacati e le imprese. Il nuovo decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale ha introdotto restrizioni alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura, causando un’immediata reazione negativa da parte degli edili della Cgil, che temono la perdita di oltre 100 mila posti di lavoro. Anche le associazioni di imprenditori si sono allarmate, segnalando il rischio di fallimento per migliaia di aziende e lanciando un appello per la salvaguardia della stabilità sociale.
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Cosa prevede il nuovo decreto che limita il superbonus
Maurizio Leo, viceministro all’Economia vicino alla premier Giorgia Meloni, ha parlato di un intervento mirato che è stato necessario per “arginare una situazione abnorme”. Il superbonus, secondo il Governo, avrebbe gravato sulle casse dello Stato per ben 110 miliardi di euro. La responsabilità di quanto è accaduto, cioè dell’introduzione delle nuove restrizioni, ha dichiarato Antonio Tajani di Forza Italia, ministro degli Esteri, “è del governo Conte”. Aggiungendo “siamo stati costretti” a siglare il nuovo decreto.
Tre le misure previste dal dl 11 del 16 febbraio 2023.
- Stop di tutte le cessioni di bonus fiscali, fatta eccezione per gli interventi già avviati. Il Governo ha così cancellato la norma del decreto Rilancio che regolava le cessioni del credito.
- Blocco di tutte le operazioni di acquisto dei crediti, contabilizzate come indebitamento, da parte di enti della Pubblica Amministrazione, dei Comuni, delle Province e delle Regioni. La norma ferma ad esempio l’iniziativa della Regione Sardegna, che aveva inserito l’acquisto dei crediti nella propria legge di Stabilità.
- Limite della responsabilità al fornitore che ha applicato lo sconto in fattura e dei cessionari dei crediti, compresi i correntisti che acquistano dalle banche.
La ratio è dunque quella di bloccare le speculazioni, far ripartire i crediti fermi e impedire lo scarico di responsabilità in caso di possibili truffe o comportamenti scorretti.
Superbonus, cosa cambia adesso per i condomini
Ma cosa cambia in concreto per le varie categorie di richiedenti del superbonus, e in particolare per i condomini? Per quelli che hanno adottato la delibera dell’assemblea con l’approvazione dell’esecuzione dei lavori e che hanno presentato i documenti che permettono l’inizio dei lavori, ovvero la comunicazione di inizio lavori asseverata (nota anche come Cila), continuerà a esistere la possibilità di cedere all’impresa che effettua i lavori il credito di imposta, e quindi dare inizio alle opere senza sostenere costi.
Tuttavia sarà necessario tenere conto del cambio di rotta del superbonus introdotto a novembre dal Governo attraverso il decreto 176 del 2022, che stabilisce che per poter utilizzare della misura al 110% è necessario aver presentato la Cila entro e non oltre il 25 novembre 2022 e aver ottenuto il via libera ai lavori in assemblea condominiale entro il 24 novembre. Oltre queste date la percentuale scende al 90%.
Con le nuove regole per ottenere il superbonus cambia tutto anche per le famiglie italiane. Ma la nuova scossa potrebbe sbloccare lo stallo per cui rischiano di perdere il lavoro almeno 130 mila lavoratori dell’edilizia.