Superbonus retroattivo con detrazione a 10 anni, stop di Forza Italia: maggioranza divisa

Forza Italia e Lega si danno battaglia sul Superbonus retroattivo: oggetto del contendere è la detrazione in 10 quote da spalmare su 10 anni

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Si complica il dibattito politico sul Superbonus, che non vede più unicamente la contrapposizione fra destra e sinistra: oggi c’è lo stop di Forza Italia relativamente all’ipotesi di un Superbonus retroattivo a 10 anni. Il motivo: una misura simile, che prevede la ripartizione della detrazione in 10 quote annuali per le spese legate al Superbonus sostenute nel 2024, violerebbe i principi della “certezza del diritto”, come sostenuto dal vicepremier in quota Fi Antonio Tajani.

Forza Italia contro il Superbonus retroattivo

“Stiamo lavorando con i nostri uffici legislativi per presentare modifiche” sia sul tema del “Superbonus” sia su quello della “Sugar tax”. Così ha annunciato il portavoce di Fi, Raffaele Nevi. Forza Italia da giorni è in contatto con le associazione delle imprese e del settore bancario per trovare la quadra.

Le tensioni nella maggioranza sono iniziate con l’emendamento “notturno” al decreto Superbonus, arrivato nella notte fra venerdì 10 e sabato 11 maggio. “Voglio vederci chiaro nel nuovo testo”, aveva detto Antonio Tajani. “Bisogna veramente prestare molta, molta, molta attenzione”. Dopo l’emendamento era sceso il gelo fra il segretario di Fi e il ministro leghista dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

A Forza Italia non piace la retroattività del Superbonus, con una stretta che impone fin da inizio 2024 la detrazione in 10 anni. Situazione che va a modificare situazioni già definite e che ha inevitabili ripercussioni su imprese e banche. Alle banche, in particolare, dal 2025 verrà proibito di compensare i crediti del Superbonus con debiti previdenziali. Chi dovesse trasgredire andrà incontro a una sanzione e al recupero della somma maggiorata dagli interessi.

Dopo un crescendo di botta e risposta a distanza fra Tajani e Giorgetti, è arrivata una parola distensiva del vicepremier, secondo il quale “per un emendamento l’esecutivo non traballa”. Tajani ha tuttavia dato vita a un confronto con “tutti i rappresentanti delle varie categorie”, un “segnale che rivendica un ruolo di rappresentanza di Forza Italia” nel dialogo con banche e Confindustria.

Altre misure oggetto di trattativa

All’interno del nuovo decreto Superbonus, oggetto di difficile trattativa, sono previste anche altre misure. Una è il raddoppio, da 5 a 10 anni, della detraibilità per il Bonus sisma per l’anno 2024. Si tratta poi per modificare il Bonus barriere architettoniche e per il Bonus per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica: per questa seconda misura la detrazione scenderà dal 50% al 30% dal 2028 al 2033. E in generale, “non potranno più essere cedute le rate residue di crediti per i quali sia stata utilizzata almeno una rata”.

C’è poi la strenua resistenza di Forza Italia alla Sugar tax: “Con la legge di Bilancio, Forza Italia aveva già indicato la necessità di un rinvio della Sugar tax contro la quale ci battiamo da anni. E così era stato concordato con la maggioranza e con il governo”. Così hanno detto il capogruppo alla Camera Paolo Barelli e il portavoce del partito Raffaele Nevi. La Sugar tax, a partire da luglio 2024, imporrebbe un’imposta sulle bibite zuccherate di 5 centesimi di euro per litro. Per i prodotti utilizzati previa diluizione, l’imposta dovrebbe essere di a 0,13 euro per chilogrammo.