Non una mentalità da Guerra Fredda e di scontro tra blocchi, ma sostenere un nuovo ordine economico e di sicurezza in chiave multipolare equa e ordinata del mondo. Il discorso del presidente Xi Jinping, in apertura dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), tocca nuovamente una posizione che non implica necessariamente l’opposizione diretta agli Stati Uniti, ma che apre a una visione nel quale il mondo può avere più centri di influenza.
Ad ascoltarlo oltre 20 leader mondiali, tra cui il presidente russo Vladimir Putin che si è detto d’accordo per una nuova governance globale, per contrastare chi cerca “testardamente di esercitare pressione negli affari internazionali”. Importante anche la presenza del presidente indiano Nerendra Modi. L’India torna a stringere la mano alla Cina dopo anni di tensione lungo i confini e dichiara il Paese da sempre vicino alla Russia.
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Xi punta alla “convergenza Paesi Sud Globale”
Dal brindisi di apertura a Tianjin, nella giornata del 31 agosto, il presidente cinese ha espresso la necessità che dall’occasione del summit Sco (che riunisce 10 Paesi membri tra Cina, Russia, India, Pakistan, Iran, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan e copre circa il 40% della popolazione mondiale) ne esca un rafforzamento per la convergenza dei Paesi del Sud Globale in un momento nel quale dominano fattori di instabilità, incertezza e imprevedibilità.
Nel suo discorso aggiunge:
Questo vertice porta sulle spalle l’importante missione di raccogliere i consensi delle parti, stimolare la dinamica cooperativa e tracciare una nuova tabella di marcia per lo sviluppo.
Per farlo, ha detto Xi, bisogna evitare la mentalità della Guerra Fredda, il confronto fra fazioni e il comportamento prepotente. Il riferimento sarebbe al premier indiano e al capo del Cremlino.
L’impegno deve essere rivolto allo sviluppo, tra cui viene citata la Belt and Road, ovvero la Nuova via della seta. Ma non solo, la Cina promette che aumenterà gli investimenti e i prestiti ai partner dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco) citando sovvenzioni pari a circa 2 miliardi di yuan (275 milioni di dollari) per il 2025 e di altri 1,3 miliardi di dollari per il prossimo triennio.
Drago ed Elefante devono unirsi
Importante l’incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e quello indiano Nerendra Modi al margine del vertice Sco di Tianjin. L’incontro è stato definito come proficuo, in particolare per il mantenimento della pace e la tranquillità delle zone di confine.
Questo infatti è il primo viaggio di Modi in Cina dopo sette anni, ovvero dopo che dispute territoriali sulla frontiera himalayana hanno portato, in ultimo, alla morte di 70 persone. Dall’incontro il legame tra i due Paesi ne esce rafforzato.
Xi ha detto a Modi che è tempo di essere buoni vicini e di svolgere insieme un ruolo chiave nel Sud Globale. I colloqui, durati circa un’ora, hanno portato a un impegno di pace. Come ha detto Xi:
Siamo i due Paesi più popolosi del mondo e parte del Sud Globale. È fondamentale essere amici, buoni vicini, e che il ‘drago’ e l”elefante’ si uniscano.
Modi ha risposto:
Siamo impegnati a portare avanti le nostre relazioni sulla base della fiducia reciproca, del rispetto e della sensibilità. Dopo il disimpegno al confine, si è creato un clima di pace e stabilità.
Putin contro la militarizzazione europea
Nel giorno dell’apertura del vertice a Shanghai, il presidente russo ha rilasciato una lunga intervista per i media cinesi. In questa attacca le decisioni dei leader europei di militarizzare il territorio europeo. Non ha parlato apertamente né di Ucraina né dell’incontro con Trump in Alaska, ma ha evocato la necessità di un Nuovo ordine mondiale alternativo a quello occidentale. Questo infatti, secondo il presidente russo, starebbe distorcendo la verità storica sulla Seconda guerra mondiale in Occidente.
Temi che invece porta al vertice stesso, quando ha commentato i fatti relativi alla guerra in Ucraina:
Riguardo alla crisi ucraina, voglio ricordare che essa non è nata a seguito dell’attacco della Russia all’Ucraina, ma a causa del colpo di stato in Ucraina, che è stato sostenuto e provocato dall’Occidente. E poi dai tentativi, con l’uso delle forze armate, di sopprimere la resistenza di quelle regioni dell’Ucraina e di quelle persone in Ucraina che non hanno accettato né sostenuto questo colpo di stato.
E ancora:
La seconda causa della crisi risiede nei continui tentativi dell’Occidente di trascinare l’Ucraina nella Nato, cosa che, come abbiamo sottolineato e detto più volte e per molti anni, rappresenta una minaccia diretta alla sicurezza della Russia.
Putin è inoltre tornato sull’incontro con Trump del 15 agosto, sostenendo che siano state raggiunte alcune “intese”, senza addentrarsi nei dettagli. Il capo del Cremlino si è limitato ad esporre il suo punto di vista:
Perché la soluzione della crisi sia sostenibile sul lungo periodo, le cause alla radice vanno eliminate.
Putin ha inoltre elogiato il ruolo della Turchia, e gli “amici turchi”, per il “significativo contributo agli sforzi politico-diplomatici per la risoluzione della crisi ucraina”. Il presidente russo si è detto inoltre detto sicuro che il “ruolo speciale della Turchia in queste questioni sarà richiesto anche in futuro”. Musica per le orecchie di Recep Tayyip Erdogan, che cerca di espandere la sfera di influenza turca.
Approvata la Dichiarazione di Tianjin
Nella giornata del 1° settembre è stata approvata la Dichiarazione di Tianjin, ovvero il documento in cui si propongono i principi di un raggruppamento che vuole rappresentare un’alternativa al sistema di influenza globale decentrato a favore degli Stati Uniti. Non si tratta di un accordo per la difesa militare, ma anzi si propone come una piattaforma di cooperazione politica, economica e di sicurezza in chiave di mantenimento della pace.
Come si legge nella Dichiarazione, gli Stati membri dichiarano di rispettare il diritto dei popoli a scegliere in modo indipendente e democratico i propri percorsi di sviluppo politico e socio-economico.
I principi da rispettare sono:
- la sovranità;
- l’indipendenza;
- l’integrità territoriale degli Stati;
- l’uguaglianza;
- il mutuo vantaggio;
- la non ingerenza negli affari interni;
- la non minaccia o uso della forza.
Il linguaggio utilizzato nella Dichiarazione, per esempio, è molto differente da quello con il quale l’amministrazione Trump sta approcciando la “questione palestinese”, ovvero come un progetto per creare la Riviera Gaza. Nella dichiarazione, infatti, si legge che per i Paesi Sco c’è la necessità di garantire al più presto un cessate il fuoco completo e duraturo, l’accesso agli aiuti umanitari e un maggior sforzo per raggiungere la pace e la stabilità in Medioriente, come unica soluzione alla questione palestinese.
Xi Jinping propone così i Paesi Sco come difensori della giustizia e dell’imparzialità a livello internazionale, proseguendo con la promozione di un mondo multipolare. Per farlo, come ha affermato Xi: “Dobbiamo attenerci ai principi dello stato di diritto internazionale e rispettare pienamente e integralmente le norme di base universalmente riconosciute delle relazioni internazionali, compresi gli obiettivi e i principi della Carta delle Nazioni Unite”.
Tali dichiarazioni fanno da eco a quanto già affermato dal presidente turco Erdoğan, che durante il suo intervento al vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai ha dichiarato che non ci sono spiegazioni o scuse sul fatto che non si è riusciti a fermare 23 mesi di atrocità commesse a Gaza, dove neonati, bambini e anziani muoiono di fame.