La Cdu di Friedrich Merz ha vinto le elezioni in Germania, tenutesi domenica 23 febbraio. Lo storico muro di fuoco tedesco (il Brandmauer) non si è spento, ma di certo è diventato meno incandescente nonostante il leader dell’Unione Cristiano-Democratica di Germania abbia annunciato di non voler tendere la mano all’estrema destra di AfD per un’alleanza strutturale.
L’obiettivo dello storico rivale di Angela Merkel è quello di formare un governo entro la metà di aprile. AfD (che ha ottenuto il 20,8% dei voti), potrà comunque collaborare con la Cdu per far passare singole proposte di legge. Comunque vadano le cose, con il sorgere dell’era Merz, il pendolo della politica tedesca si è spostato verso il centro-destra.
Cos’è il muro di fuoco tedesco? Origine e significato politico
Il muro di fuoco è una sorta di cordone sanitario ideale, della società civile e della politica, per contenere l’avanzata delle forze di estrema destra, sia per quanto riguarda partiti come Adf, sia contro il serpeggiare di ideologie estremiste, nostalgiche del nazismo, nella popolazione.
Proibito, dunque, per le forze moderate fare alleanze con gli estremisti, ma anche solo essere dialoganti. Il solo fatto di prendere in considerazione un’apertura, significherebbe dar loro la dignità di interlocutori politici. Ed è proprio questo che potrebbe cambiare, dopo le ultime elezioni in Germania.
“Wir sind die Brandmauer!”, cioè “Noi siamo il muro di fuoco!”: si tratta di una frase che da anni viene utilizzata nei dibattiti pubblici in Germania da chi si pone come baluardo contro ogni estremismo. L’origine esatta della locuzione non è chiaramente documentata. La frase è diventata prominente durante le manifestazioni contro l’estremismo di destra, in particolare nel 2024, quando il movimento Hand in Hand (Mano nella Mano) ha organizzato proteste a Berlino sotto questo slogan.
Il ruolo del Brandmauer nella politica tedesca: chi lo sostiene
A sostenere nettamente il concetto di Brandmauer sono i partiti democratici tradizionali come Spd (Socialdemocratici), Verdi e Fdp (Liberali). Lo sostengono gran parte della Cdu e della Csu (Unione Cristiano-Democratica e Unione Cristiano-Sociale), sebbene con divisioni interne su come trattare l’AfD.
Il muro di fuoco viene sostenuto anche dalla maggioranza della società civile e dai movimenti democratici extraparlamentari, ovvero da associazioni, Ong e manifestanti.
A contestare il Brandmauer, naturalmente, sono tutte quelle forze politiche che ne vengono danneggiate, con in testa l’AfD, che respinge il concetto di muro di fuoco definendolo antidemocratico e discriminatorio nei confronti del proprio elettorato. Alcuni esponenti locali della Cdu/Csu hanno manifestato apertura alla collaborazione con l’AfD su questioni specifiche, mettendo in discussione la rigidità del Brandmauer.
Oggi una parte dell’opinione pubblica vede nell’estrema destra un baluardo contro la degenerazione dei costumi e contro l’odiata “invasione” afro-asiatica. Ma a preoccupare l’elettorato è anche il crollo della manifattura tedesca, con la crisi dell’auto in testa.
L’AfD e il muro di fuoco: perché i partiti tradizionali rifiutano le alleanze?
Il crescente successo elettorale dell’AfD, in particolare in regioni come la Turingia, ha fatto ventilare da più parti l’ipotesi di possibili alleanze strategiche fra le forze democratiche tradizionali e gli estremisti. Si tratta di un’ipotesi puramente teorica: nessun partito, dalle sinistre fino al centro-destra tedesco, ha come obiettivo quello di stringere un’alleanza con Adf. D’altra parte, è già stata sdoganata l’ipotesi di accordi momentanei per far passare singoli provvedimenti.
Elezioni in Germania: il muro di fuoco reggerà contro l’ascesa dell’AfD?
Oggi la domanda capitale riguarda la tenuta del muro di fuoco, le cui fiamme sembrano avere perso vigore: con oltre 10 milioni di voti e oltre il 20% delle preferenze, che si traducono in 152 seggi nel parlamento federale, Alternative für Deutschland è il secondo partito di Germania.
Rispetto alle elezioni del 2021, AfD ha raddoppiato il consenso. Oggi due elettori su dieci non trovano disdicevole la retorica della destra populista, improntata all’euroscetticismo, alla xenofobia, all’omofobia, fortemente identitaria e che punta a rispolverare l’ideologia völkisch, tanto cara ai nazisti.
Quale futuro per il muro di fuoco? Scenari politici e possibili evoluzioni
Friedrich Merz, in pole position per la carica di cancelliere, ha chiuso la porta ad alleanze strategiche con AfD. Non ci sarà dunque un asse di governo Cdu-Csu-AfD. È però un fatto l’apertura di Merz ad alleanze tattiche volte a far passare in parlamento singole misure, soprattutto per stringere le maglie in materia di immigrazione e per legiferare in materia economica.