Quale ruolo dell’Italia nella guerra in Ucraina: l’annuncio di Draghi

Il premier Draghi ha reso una informativa urgente prima alla Camera e poi al Senato sulla situazione in Ucraina. Ecco il piano del Governo

Pubblicato: 25 Febbraio 2022 16:00

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato. L’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile. L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno Stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei. Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al Presidente Zelensky”.

Il premier Draghi ha reso una informativa urgente prima alla Camera e poi al Senato sulla situazione in Ucraina. L’Italia ha reagito subito, e ha convocato già nella mattinata di ieri al Ministero degli Affari Esteri l’ambasciatore della Federazione Russa. “Abbiamo richiamato Mosca a cessare l’offensiva, a ritirare le forze in modo incondizionato, e abbiamo ribadito il pieno sostegno italiano all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina” spiega il premier.

Sempre nella mattinata di ieri Draghi ha parlato con il Presidente francese Macron, il Cancelliere tedesco Scholz, il Presidente del Consiglio Europeo Michel e la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen, con cui ha condiviso la ferma condanna di un attacco “ingiustificato e non provocato” ai danni dell’Ucraina. L’Italia, l’Europa e la NATO vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europea.

Le tappe dell’invasione

Mentre cresce l’allarme per i prezzi della benzina, ma non solo, nel suo discorso Draghi ha ricostruito l’escalation che ha portato all’intervento russo: nella notte tra mercoledì e giovedì la Federazione Russa ha lanciato un’offensiva imponente nei confronti dell’Ucraina.

L’aggressione è avvenuta subito dopo un messaggio con cui il Presidente Putin ha annunciato un’“operazione speciale mirata” in Ucraina orientale, ed è stata preceduta da un attacco cibernetico capillare che ha paralizzato i siti governativi ucraini. L’invasione ha assunto subito una scala ampia e crescente. Le forze terrestri russe sono entrate in territorio ucraino da nord-est, nord, sudest e dalla costa sud, ed è stato chiuso alla navigazione il Mar d’Azov, isolando i porti di Mariupol e Berdiansk.

Si registrano esplosioni diffuse, anche nella regione di Leopoli, la più vicina alla frontiera con l’Unione Europea. Forze anfibie russe sono sbarcate a Odessa, la principale città portuale, dove ci sono notizie di almeno una ventina di vittime. L’esercito russo prosegue con lanci di missili sulle principali città, anche quelle dell’Ucraina centro-occidentale. Una pioggia di missili è caduta la scorsa notte su Kiev, mentre l’esercito ha assediato varie città lungo la strada tra il confine e la città. L’esercito russo ha preso il controllo della zona della centrale nucleare di Chernobyl.

L’Ucraina conta finora 137 soldati uccisi e 316 feriti dall’inizio dell’attacco e parla di 800 uomini persi dalle forze russe, che invece non hanno ancora fornito dati sulle vittime dell’invasione. Bilancio destinato come ovvio a salire. L’offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina: il Ministero dell’Interno ucraino registra vittime civili.

“Le immagini a cui assistiamo di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea”. Si registrano lunghe file di auto in uscita da Kiev e da altre città ucraine, soprattutto verso il confine con l’UE. È possibile immaginare un ingente afflusso di profughi verso i Paesi europei limitrofi.

Il Presidente ucraino Zelensky ha affermato la determinazione delle autorità ucraine a resistere e a rispondere al fuoco russo, e a rompere le relazioni diplomatiche con Mosca. Ieri sera ha emanato un decreto che dispone una “mobilitazione generale” di tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni di età, ai quali è stato fatto divieto di lasciare il Paese. Il governo russo ha avanzato la proposta di trattative dirette con il governo ucraino, e confermato che l’obiettivo è neutralizzare e demilitarizzare l’Ucraina.

Difficile dire come si muoverà Putin e se siamo alla vigilia di qualcosa che possa essere definito la Terza Guerra Mondiale (qui gli effetti economici di una guerra su vasta scala). Intanto Putin ha chiesto all’esercito ucraino di prendere il potere e destituire il presidente Zelensky.

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Cosa farà l’Europa per l’Ucraina

I leader del G7, di cui l’Italia è parte, hanno adottato una dichiarazione di ferma condanna dell’aggressione russa e di richiamo alla cessazione delle ostilità e di ritorno alle trattative. Ieri sera si è tenuto anche un Consiglio europeo straordinario, a cui ha preso parte anche il Presidente Zelensky, in cui l’Unione Europea ha espresso la sua condanna nei confronti della Russia e della Bielorussia.

Per quanto riguarda il piano bilaterale, Draghi annuncia che si sta definendo un pacchetto da 110 milioni di euro di aiuti finanziari all’Ucraina a scopi umanitari e di stabilizzazione finanziaria. Nell’ambito della difesa, si stanno predisponendo misure di assistenza, in particolare nel settore dello sminamento e della fornitura di equipaggiamento di protezione.

Cosa farà la NATO

“La nostra priorità oggi deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati”. Oggi il vertice NATO dovrà fare il punto sul rafforzamento del fianco orientale dell’Alleanza atlantica.

Dal punto di vista militare la NATO si è già attivata. Ieri si è riunito il Consiglio Nord-Atlantico sulla base di quanto previsto dall’articolo 4 del Trattato di Washington e ha approvato cinque piani di risposta graduale, che in questa prima fase puntano a consolidare l’approccio di deterrenza a est. Le fasi successive, vincolate a un’evoluzione dello scenario, prevedono l’assunzione di una “postura di difesa e, in seguito di ristabilimento della sicurezza”.

I piani prevedono due aspetti fondamentali: l’incremento delle forze dispiegate in territorio alleato, con il transito delle unità militari sotto la catena di comando e controllo del Comandante Supremo Alleato in Europa; e l’utilizzo di regole d’ingaggio predisposte per un impegno immediato.

Cosa farà l’Italia

L’ambasciata italiana a Kiev è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti. Massima allerta dunque, pronta a qualsiasi decisione. Draghi fa sapere di aver già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro.

Ai circa 2000 connazionali presenti è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese. Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, Draghi sta pianificando in coordinamento con le principali ambasciate dell’Unione Europea un’evacuazione in condizioni di sicurezza.

Le forze italiane che il governo prevede verranno impiegate dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni: circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania, e altre che saranno attivate su richiesta del comando alleato.

L’Italia, ha annunciato il premier, è pronta a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili. Un totale di 3400 unità che saranno impiegate nell’area di responsabilità della NATO: ma non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini.