Cos’è il mausoleo di Berlusconi, dove forse non potrà essere sepolto

Il Cavaliere commissionò allo scultore Pietro Cascella l'opera costruita nel parco della sua villa di Arcore, con 36 loculi per la famiglia e gli amici

Foto di Claudio Carollo

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Silvio Berlusconi avrebbe voluto essere sepolto nel suo mausoleo, fatto costruire nel parco di Villa San Martino per sé, la famiglia e gli amici più stretti. Ma la tomba faraonica con 36 loculi e impianto di riscaldamento è al momento vuota e con molta probabilità non potrà ospitare nemmeno il Cavaliere.  L’opera intitolata ‘Volta celeste’ fu realizzata dallo scultore Pietro Cascella con circa cento tonnellate di marmo bianco delle Alpi Apuane prima ancora della discesa in campo del leader di Forza Italia. Il sogno di riposare in pace circondato dagli affetti più cari potrebbe però rimanere infranto perché la legge non permette la tumulazione vicina alle abitazioni.

Il mausoleo della famiglia Berlusconi ad Arcore

Al momento al sindaco di Arcore, Maurizio Bono, non sarebbero arrivate richieste, ma sia la madre di Silvio Berlusconi Rosa, sia il padre Luigi, sono entrambi sepolti nella tomba di famiglia al cimitero Monumentale di Milano. Dove probabilmente sarà inumato anche il Cavaliere.

L’ex premier ebbe l’idea di commissionare il mausoleo all’amico e artista di fama mondiale Pietro Cascella, proprio dopo la morte del padre nel 1989. “Mi disse: ‘non farmi una cosa mortuaria con le falci, i teschi’ – raccontò lo stesso Cascella in un’intervista – e allora ho pensato all’alto, al cielo e ho fatto questa cosa che si chiama volta celeste”.

Nelle intenzioni del Cavaliere il maestoso monumento funebre non avrebbe dovuto essere soltanto la tomba di famiglia, ma avrebbe dovuto ospitare anche gli amici più stretti e consiglieri di una vita, come Fedele Confalonieri, Marcello Dell’Utri, Sandro Bondi e Cesare Previti, Gianni Letta e Adriano Galliani, Emilio Fede prima dell’allontanamento dal leader di Forza Italia (qui abbiamo spiegato quanto vale l’eredità si Silvio Berlusconi e a chi andrà).

Proprio l’ex direttore del Tg4 è stato tra i pochi ad aver visitato il mausoleo di Villa San Martino: “È un luogo di pace e di grande serenità. Nel parco di villa San Martino, ad Arcore, tra pioppi, roseti e un’immensità di tulipani di tutti i colori si scende per una quindicina di metri e c’è questo grande locale. Non c’è un’atmosfera triste. Non hai l’atmosfera… Come dire?… di una tomba” disse Emilio Fede in un’intervista a ‘La Stampa’ (qui abbiamo parlato dell’immenso patrimonio immobiliare di Berlusconi).

La ‘Volta celeste’ di Cascella

Nelle intenzioni di Cascella il mausoleo rappresenta idealmente la volta celeste. Una scultura astratta all’esterno, di marmo bianco di carrara, fa da cornice alla scala in travertino che porta all’interno della struttura con un vestibolo e una porta scorrevole in pietra da cui si accede al corridoio che porta alle tombe.

Al centro c’è la tomba in marmo per Berlusconi, accanto altre quattro tombe allineate alle pareti e in un locale separato un ‘dormitorium’ con 36 loculi.

Tutto intorno al monumento un colonnato dodici colonne sovrastate da sfere, semisfere e figure che dovrebbero richiamare il noto capolavoro di Picasso, ‘Guernica’. Per anni le voci circolate attorno all’opera hanno parlato di simbologia massonica associata alle geometrie del mausoleo.

Oggi, dopo la morte del Cavaliere, proprio la vedova di Cascella, Cordelia von den Steinen, smentisce questa tesi. “Nessuno sa che ricevemmo una telefonata da Siracusa – ha dichiarato all’Adnkronos – volevano dedicare un monumento ad Archimede e proprio la sua passione per l’universo ha portato al primo bozzetto: una piattaforma quadrata con pilastri e corpi celesti”.

“La richiesta, però – ricorda la moglie dello scultore – sfumò e quando Silvio Berlusconi chiese a Pietro di realizzare una tomba di famiglia per suo padre Luigi, ma senza croci o teschi, allora riprese quell’idea e la elaborò. Temevamo che volesse qualcosa di più ‘tradizionale’, tipo dei dipinti che potessero rappresentare la sua vita, invece accettò subito il progetto”.

“Basta guardare le pubblicazioni per vedere che quel bozzetto precede l’incarico di Berlusconi – ribadisce Cordelia von den Steinen . Eppure continua da decenni la libidine della maldicenza, ma tanto le parole vanno via e resta l’opera”.