Tensione tra Austria e Italia al Brennero, cosa succede

Il corridoi del Brennero è ancora preso di mira, con l'Austria che ha emesso divieti e limitazioni all'Italia: Salvini e il governo sono pronti all'attacco

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Sull’autostrada del Brennero vige l’estremo caos, con la tensione che ormai si è fatta massima tra Italia e Austria in un continuo tira e molla oltre allo scarico di responsabilità. Una situazione che va avanti ormai da anni, ma che l’attuale governo Meloni intende risolvere una volta e per tutte dopo gli ennesimi ostacoli e divieti subiti dal governo viennese. Ancora una volta al fianco dell’Italia si schierano Germania e altri Paesi dell’Ue che non vogliono sottostare alle regole di limitazione della circolazione all’ingresso del tratto del Brennero austriaco, ma cosa sta succedendo?

Il caos sull’autostrada del Brennero

A far scoppiare l’ennesimo caos sul corridoio alpino del Brennero, principale asse di collegamento tra l’Italia e l’Europa per il commercio e non solo, sono state le regole imposte dall’Austria sulla circolazione in ingresso sul tratto di competenza di Vienna. Nello specifico, infatti, dal 1° gennaio 2023 l’Austria ha aumentato i pedaggi autostradali sull’asse austriaco del Brennero per i tir con massa complessiva di 3, 5 tonnellate. A sua volta, il Land Tirolo ha prorogato fino al 31 dicembre 2023 l’esenzione per il traffico locale e per quello est-ovest dal divieto di circolazione settoriale per i tir, penalizzando l’Italia e favorendo la Svizzera.

La decisione arrivata dall’Austria non fa altro che mettere i bastoni tra le ruote all’Italia che, per forza di cose, deve per forza usufruire del corridoio austriaco per raggiungere target nel cuore dell’Europa per il proprio commercio. E i limiti alla circolazione non fanno altro che danneggiare le imprese italiane che esportano verso i Paesi europei e con esse le imprese di trasporto merci che transitano attraverso il corridoio del Brennero.

La richiesta di Matteo Salvini sul Brennero

Una scelta, quella del governo austriaco, giustificata per la salvaguardia dell’ambiente, anche se per Matteo Salvini puzza di “fake news”. Intervenuto al Brennero, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti si è detto pronto a prendere i giusti provvedimenti se da parte di Vienna non arriverà una rettifica della posizione.

“Non vorrei che fossimo costretti a controllarli tutti i tir austriaci in entrata in Italia, perché la tutela della salute e dell’ambiente vale per gli austriaci come per gli italiani” ha tuonato, specificando che quella dell’Austria è una richiesta da “finti ambientalisti, sono degli inquinatori perché i dati scientifici dimostrano che per colpa dei blocchi illegali si inquina di più”.

La richiesta di Salvini è quindi quella di togliere quanto prima i divieti, se no l’azione dell’Italia contro l’Austria andrà avanti. “Tanti altri Paesi in Europa ci chiedono di andare avanti. Non è un conflitto fra l’Italia e l’Austria, ma semplicemente rivendichiamo il nostro diritto della libera circolazione di uomini e mezzi” le parole del ministro.

Brennero, regole per tutti o per nessuno

Decisioni che, come detto, penalizzano l’Italia, ma che dall’altro lato lasciano piena libertà alla Svizzera, che qualche settimana fa aveva chiuso il Frejus. “Ci sono autotrasportatori, agricoltori e artigiani che perdono centinaia di migliaia di euro” ha spiegato Salvini, che non ci sta a vedere l’economia italiana penalizzata da questa situazione.

Ecco allora che Thomas Baumgartner, delegato di Anita per le questioni del Brennero, intervenendo al valico con il ministro Matteo Salvini ha chiesto che l’Austria venga deferita alla Corte di giustizia europea “perché se c’è una legge che vale per l’Italia deve valere anche per gli altri paesi della comunità europea”.