Gli ultimi anni non sono stati di certo da incorniciare per il mercato dell’auto, che tra gli ostacoli della pandemia Covid e i rallentamenti successivi allo scoppio della guerra in Ucraina sta vivendo uno dei peggiori momenti dell’ultimo decennio. Le vendite, dati pre-pandemia alla mano, sono calate a picco e sempre meno persone sono spinte all’acquisto di una nuova vettura, preferendo allungare la vita dei propri mezzi fino al “punto del non ritorno”. Una spesa rinviata dovuta poi ad un altro e importante fattore, ovvero il boom dei prezzi delle auto.
Prezzi delle auto alle stelle in Italia
Se il 2022 si è dimostrato essere l’anno nero per il mercato dell’auto, con le immatricolazioni arrivate a uno dei punti più bassi dell’ultimo periodo, non bisogna fare chissà che pensiero complicato per cercare le cause di questo trend. Il primo fattore a influire, infatti, è l’elevato costo delle quattro ruote, prezzi che hanno portato numerose famiglie a rinviare l’acquisto in un secondo momento.
L’aumento dei costi, infatti, viaggia inesorabilmente verso una strada che non fa di certo bene al mercato delle auto, che negli ultimi tre anni ha dovuto fare i conti con numerose crisi. Dalla pandemia alla guerra, infatti, il comun denominatore è stata la scarsità delle materie prime e dei chip che, gioco forza, ha portato i prezzi a salire in quanto i costi di produzione sono aumentati.
Ma comprare oggi è davvero difficile. Numeri alla mano, secondo i dati forniti dal Corriere della Sera, i prezzi sono aumentati dell’8% rispetto al 2021, con una media di 26.000 euro per un veicolo nuovo in confronto ai 24.300 del passato. A fare i conti col rincaro sono state le famiglie, il cui investimento per le auto nuove è calato del 16%, solo in parte compensato dalla crescita (+6%) del noleggio a lungo termine.
La crisi del nuovo e dell’usato
Il Centro Studi Fleet & Mobility ha quindi evidenziato che la crisi del mercato, a dir la verità, parte da decisioni che arrivano ben più lontane nel tempo. Quello dell’aumento dei prezzi, infatti, è un trend che parte dal 2013 quando dai 18.000 euro di dieci anni fa si è passati agli oltre 21.000 nei dati pre-pandemia. Un prezzo medio che tra il 2019 e il 2022 ha subito l’incremento record di oltre 5.000 euro.
Dati che non sorridono al mercato delle auto, con le immatricolazioni diminuite a vista d’occhio nell’ultimo periodo. Ma se il nuovo non attira, neanche l’usato ha avuto fortune migliori. Le immatricolazioni delle “auto di seconda mano”, infatti, vanno di pari passo ai numeri di quelle “nuove di zecca”, con i prezzi che sono tutt’altro che competitivi.
Al diminuire degli acquisti, contro ogni previsione, è seguito l’aumento dei costi, con un’automobile usata che arriva a costare oltre 21.600 euro. È comunque da sottolineare come rispetto a dieci anni fa il processo di scelta dell’acquisto di un’auto è cambiato. Se nel 2013 solo un cliente su quattro sceglieva l’usato al posto del nuovo, nel 2022 è stato la scelta di un cliente su due, numeri ben diversi e allarmanti per le grandi aziende che, se vogliono continuare a ottenere risultati nel futuro prossimo, saranno chiamate a rivedere la politica dei prezzi. L’Italia spera comunque in un cambio di trend, con i nuovi bonus auto e moto in arrivo nel 2023 che possono essere la spinta giusta per far ripartire un settore che negli ultimi anni ha sofferto e non poco.