Crolla la produzione Stellantis in Italia, -45% rispetto al 2023 e tonfo in Borsa

John Elkann ha annunciato investimenti in Stellantis per 2 miliardi, ma le prospettive per il 2025 sono fosche

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 3 Gennaio 2025 19:11

Sprofonda la produzione Stellantis in Italia: con 283.090 quattroruote assemblate nel 2024, l’automotive nel Bel Paese torna indietro di quasi 70 anni.

Era il 1956 e la radio trasmetteva “Che bambola” di Fred Buscaglione; un giovane Mike Bongiorno teneva gli italiani incollati alla tv con “Lascia o raddoppia” e Anna Magnani vinceva l’Oscar come migliore attrice per “La rosa tatuata”. E l’industria automobilistica italiana sfornava quasi 290.000 veicoli. I numeri, per l’Italia del dopoguerra, erano mastodontici. Oggi, neppure per sogno.

La Fim Cisl, dati alla mano, evidenzia il crollo del -45,7% in meno sulle auto prodotte rispetto al 2023. Prendendo in considerazione ogni vettura prodotta nei sei stabilimenti italiani di Stellantis, ovvero automobili e veicoli commerciali, la stima per il 2024 si assesta attorno alle 475.090 unità, contro le oltre 751.000 del 2023 (-36,8%).

Perché Stellantis vende meno in Italia

Di certo, sulla crisi dell’automotive italiano pesa la sofferenza di tutto il settore in Europa e non solo, considerando il fatto che anche storici marchi come Volkswagen, Bmw e Mercedes Benz sono stati costretti a rivedere al ribasso le stime. Ma la sofferenza dell’intero comparto dell’auto non è sufficiente per spiegare il tonfo di Stellantis: nel 2024 le immatricolazioni in Italia hanno subito una flessione del -0,5%, mentre l’attività nelle fabbriche di Stellantis si è quasi dimezzata.

Traduzione: in Italia si comprano un po’ meno auto, ma sono in particolare i marchi Stellantis a incontrare con sempre maggiore difficoltà i gusti degli automobilisti. Tale situazione si è tradotta in circa 20.000 dipendenti in cassa integrazione, chiusure anticipate degli impianti per le feste e continui battibecchi fra la vecchia dirigenza di Carlos Tavares e il governo italiano, al quale venivano richiesti nuovi ecobonus per sostenere il mercato. Sul calo di Stellantis pesa la mancanza di modelli a basso costo e la scarsa competitività nella transizione elettrica.

Tavares, inoltre, ha mantenuto i volumi degli stabilimenti al minimo approfittando di ogni aumento della domanda per alzare i prezzi. La strategia ha funzionato nel breve-medio periodo, ma alla lunga ha portato Stellantis in un vicolo cieco.

Sotto la presidenza ad interim di John Elkann, Stellantis ha annunciato investimenti per 2 miliardi in Italia nel 2025. L’obiettivo è quello di portare la produzione in Italia a un milione di veicoli, a meno che le condizioni del mercato non costringano a un cambio di rotta. Stellantis si rassegna a buttare il cuore oltre l’ostacolo: il 2025, ha già chiarito il responsabile per l’Europa Jean-Philippe Imparato, sarà un altro annus horribilis, mentre il miglioramento dovuto all’introduzione di nuovi modelli è atteso per il 2026.

Crollo in Borsa

Stellantis soffre anche in Borsa: dopo la diffusione dei dati sul calo delle immatricolazioni di dicembre (-18%), il titolo a Milano è sceso del 3,5% andando a 12,17 euro.

Nuovi modelli

In aggiunta alla produzione già in atto, Stellantis porterà a Pomigliano due nuovi modelli compatti, mentre a Mirafiori si produrrà la nuova 500e oltre alla 500 ibrida. A Melfi saranno ibridizzate le auto previste nelle versioni elettriche tra il 2025 e 2026. Ad Atessa verrà prodotta la nuova gamma di veicoli commerciali. A Cassino verranno sviluppate le versioni ibride di Stelvio e Giulia. A Modena verrà lanciato un progetto di alta gamma.