Sciopero sanità, medici e infermieri in piazza il 20 novembre contro la Manovra

Medici e infermieri protestano contro la Manovra, definendo i fondi stanziati dal governo “briciole”. Le categorie chiedono più risorse e denunciano la carenza di assunzioni

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 24 Ottobre 2024 12:16

La Sanità non ci sta: la Manovra “sono briciole” per un settore affamato. Il 20 novembre è stata indetta una giornata di protesta nazionale per medici, infermieri e professioni sanitarie. I sindacati di categoria, tra cui Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, hanno proclamato uno sciopero di 24 ore contro la legge di Bilancio 2025, che considerano insufficiente e deludente. La manifestazione si terrà a Roma e mira a denunciare la riduzione dei fondi per la sanità pubblica e l’insufficienza delle misure proposte dal governo.

Mobilitazione: sciopero a Roma il 20 novembre

Il 20 novembre, medici, infermieri e dirigenti sanitari scenderanno in piazza a Roma per una manifestazione che si preannuncia partecipata e carica di tensione. Lo sciopero nazionale di 24 ore, proclamato da Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, rappresenta una risposta forte alla politica sanitaria del governo.

I professionisti della sanità denunciano che le promesse fatte nei mesi scorsi sono state disattese e che il finanziamento previsto per il 2025 è una “beffa” rispetto alle esigenze reali del sistema sanitario.

A questa mobilitazione si unirà anche il Movimento 5 Stelle, con Giuseppe Conte che ha già espresso il suo supporto alla protesta. La Manovra, secondo Conte, ha “di fatto tagliato la sanità”, costringendo milioni di cittadini a rinunciare alle cure. I sindacati sperano che la manifestazione possa sensibilizzare l’opinione pubblica e portare il governo a rivedere le proprie scelte in merito al finanziamento del Ssn.

Un contesto teso e “affamato”

La decisione di proclamare lo sciopero arriva dopo un periodo di tensioni con il governo, acuite dalle difficoltà del Ssn, già segnato da anni di sotto-finanziamento cronico. Come spiegano i sindacati, la pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova il sistema e ha evidenziato la necessità di risorse aggiuntive per personale, infrastrutture e gestione delle emergenze.

Secondo quanto denunciato, le misure presenti nella Manovra non rispondono adeguatamente a queste esigenze, limitandosi a piccoli incrementi che non avranno un impatto reale sui problemi strutturali.

Inoltre i sindacati criticano il fatto che le risorse destinate alle nuove assunzioni e agli aumenti contrattuali arriveranno solo tra diversi anni, rendendo ancora più incerto il futuro del settore. La situazione è resa ancora più complessa dall’aumento della spesa per il settore privato, che riceverà parte dei fondi che sarebbero stati necessari per rafforzare la sanità pubblica.

Motivazioni dello sciopero

I sindacati sono uniti nel denunciare ciò che considerano un “tradimento delle promesse” fatte dal governo nei mesi precedenti. Il testo della manovra, spiegano: “Conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane”. Soprattutto, continuano, sembra smentire quanto proclamato da Giorgia Meloni e dal ministro Schillaci.

I fondi stanziati per il Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) sono quindi giudicati insufficienti per rispondere alle necessità di medici, infermieri e dei cittadini, ma anche il resto delle misure in Manovra non piace. Tra queste il deludente aumento delle indennità previsto. Secondo le stime dei sindacati, l’aumento netto per il 2025 sarà di soli 17 euro per i medici e 7 euro per gli infermieri, cifre ritenute irrisorie. Anche per il 2026, la situazione non migliora: i medici riceveranno 115 euro, mentre i dirigenti sanitari e infermieri vedranno solo piccole somme aggiuntive.