L’avvicinarsi del Natale 2024 crea agitazione tra i cittadini, alle prese con i regali e i preparativi, e rende molto felici le aziende attive nel settore della pasticceria. Con panettoni e pandori in testa, il mercato della pasticceria europea vale da solo 11,4 miliardi di euro e registra una crescita dei consumi dell’1,5% rispetto allo scorso anno. Ci sono, tuttavia, anche dei lati negativi da segnalare, dovuti principalmente ai maggiori costi di produzione, al cambiamento climatico e ai rincari delle materie prime.
Il mercato della pasticceria a Natale 2024
Così come evidenziato dall’Osservatorio Sigep Natale 2024, quest’anno i consumi della pasticceria cresceranno su base annua dell’1,5%, con gli acquisti che si attesteranno a 11,4 miliardi di euro (fonte Circana). Il carovita non placa, dunque, la voglia di dolci dei consumatori che, secondo Matteo Figura, direttore area Foodservice per Circana Italia, hanno sviluppato delle strategie d’acquisto molto diverse tra Nord e Sud d’Europa. “Mentre in Italia e Spagna si rinuncia talvolta ad alcune proposte del menù come il dessert – ha detto Figura – nel resto d’Europa si concentra sulle occasioni esperienziali proprie della pasticceria, massima espressione di edonismo nei consumi fuori casa”. Malgrado questo, tuttavia, “in Italia i consumi nel settore pasticceria rappresentano il 40,6% sul totale dei consumi nella categoria a livello europeo”, ha aggiunto.
E ancora, così come riferito dal Sole24Ore, a Natale 2024 si prevede in Italia una crescita del mercato dei panettoni pari al 4% per quelli tradizionali e del 2% per quelli farciti. Si tratterebbe di un miglioramento netto dei dati già buoni degli scorsi anni: nel 2023 – fonte Unione Italiana Food – la produzione di panettoni in Italia era cresciuta del 3,5% (37.647 tonnellate totali) rispetto al 2022 raggiungendo un volume di vendita di 237,9 milioni di euro (+4,1%), mentre i pandori erano stati prodotti con una percentuale maggiore del 4,1% rispetto all’anno prima, arrivando a generare un volume di 165,2 milioni di euro (+5,9%).
I rincari delle materie prime
A gettare delle ombre su un settore sano e in crescita ci sono però alcuni dubbi legati, principalmente, ai costi maggiori dovuti al cambiamento climatico e ai rincari sulle materie prime. Zucchero, cacao, uvetta e soprattutto burro (superati gli 11 euro al chilo) costano sempre di più, con le aziende che hanno delle serie difficoltà a non modificare il prezzo di vendita dei loro prodotti al cliente.
Ai prezzi esageratamente gonfiati delle materie prime si affiancano, e in parte ne sono anche causa, gli effetti estremamente negativi del cambiamento climatico. Così come indicato nel report dell’Osservatorio Sigep Natale 2024, i continui stravolgimenti e la forte instabilità del clima hanno reso molto complicata la produzione delle nocciole, con il risultato che è stato un aumento di prezzo all’ingrosso del 40%. Tale rincaro, dicono dall’Osservatorio, “inevitabilmente ricade anche sul consumatore finale; un balzo che raggiunge il +50% nel caso del cioccolato“.
Le novità nella pasticceria a Natale 2024
Ai numeri in precedenza descritti si affiancano poi le strategie delle aziende attive nel settore. Natale 2024 rappresenterà un periodo di svolta per molte di loro che, infatti, hanno in programma molte novità. Bauli, ad esempio, prevede il riposizionamento del brand Motta in chiave premium, con anche la comunicazione generale del marchio che verrà completamente rivista.