Enel, Ansaldo energia e Leonardo, accordo sul nucleare, primo passo per i nuovi reattori

La nuova azienda avrà il compito di studiare la fattibilità dei reattori modulari in Italia, ma le tempistiche per la costruzione saranno ancora molto lunghe

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 6 Febbraio 2025 12:23

È stata firmata la prima partnership tra aziende in Italia per la progettazione ed eventualmente la realizzazione di small modular reactor, i piccoli reattori nucleari di terza generazione. A partecipare saranno Enel, che avrà la maggioranza nella nuova società, Ansaldo energia e Leonardo. Si tratta del primo passo concreto per il ritorno del nucleare in Italia.

Si tratta però di un percorso con orizzonti temporali molto lunghi. Prima del 2030 non è previsto nemmeno che sia stabilito un preciso quadro normativo per la produzione di energia elettrica da fissione nucleare in Italia. L’obiettivo è inoltre molto modesto: in più di due decenni non si arriverà a produrre più dell’11% della domanda energetica italiana tramite reattori.

La nuova partnership per il nucleare in Italia

Con la formazione della nuova partnership tra Enel, Ansaldo energia e Leonardo, l’Italia fa il suo primo passo concreto verso l’avvio di un progetto nucleare per la produzione di energia elettrica. Le tre aziende, tutte partecipate dallo Stato, si divideranno una nuova società. Enel avrà il 51% delle quote e la facoltà di esprimere l’amministratore delegato. Ansaldo energia, tra le poche aziende italiane attive nella costruzione di reattori nucleari, anche se all’estero, avrà il 39%, mentre il restante 10% andrà a Leonardo.

La costruzione vera e propria di un reattore è ancora lontana. Al momento la società si concentrerà sullo studio della fattibilità del progetto. La tecnologia scelta è quella degli Smr di terza generazione ad acqua, anche se verrà monitorata la possibilità di sviluppo di un reattore di quarta generazione modulare avanzato. Per passare alla fase operativa, ha chiarito il Corriere della Sera, che ha riportato la notizia, bisognerà attendere che il governo elabori un quadro normativo adatto.

La produzione di energia dai reattori nucleari e la costruzione delle infrastrutture stesse è infatti bloccata in Italia da due diversi referendum popolari. Entrambi sono stati approvati in seguito a incidenti avvenuti all’estero, quelli di Chernobyl e Fukushima. Il governo è però convinto di poter superare questo blocco normativo, ma le tempistiche non saranno brevi.

I tempi per il nucleare sono molto lunghi

Con la legge di bilancio del 2025, il governo ha approvato anche una delega per riformare il quadro normativo del nucleare in Italia. Anche se i procedimenti burocratici si svolgessero senza problemi però, l’esecutivo stesso ha ammesso che la nuova normativa non potrebbe permettere la produzione di energia da un reattore prima del 2030.

I progetti del governo dimostrano inoltre quanto siano lunghe le tempistiche con cui il nucleare dovrebbe entrare a far parte del mix energetico italiano. L’obiettivo sarebbe quello di delegare alle centrali atomiche il 10%-11% di copertura della domanda nazionale di elettricità. Anche le stime più ottimistiche, però, hanno fissato la data di raggiungimento di questo obiettivo, comunque modesto, al 2050.

Su questo aspetto pesa il ritardo accumulato dal nostro Paese nei quasi 40 anni di interruzione della produzione di energia da centrali nucleari, seguita al referendum del 1987. In Italia non mancano solo le strutture, ma in parte anche le competenze per poter accelerare il processo di costruzione di reattori nucleari.