Manovra, Meloni vuole un nuovo condono edilizio: cosa si potrà sanare

Un emendamento di FdI riapre i termini della sanatoria edilizia del 2003: la misura riguarda tutta Italia ma nasce per risolvere il nodo della Campania

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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E in Manovra spuntò un condono edilizio, fra le migliaia di emendamenti presentati.

Quest’anno sono quasi 6.000 le proposte di modifica e 1.600 emendamenti sono stati firmati dalla maggioranza.

In Manovra emendamento sul condono edilizio

Il centro-destra punta alla riapertura del condono edilizio del 2003, con la proposta di due senatori di Fratelli d’Italia: il veneto Matteo Gelmetti e il campano Domenico Matera.

Secondo i promotori, non si tratterebbe di un nuovo condono, ma della riapertura dei termini della vecchia sanatoria, per permettere a chi aveva già pagato di rientrare nelle procedure restando però fuori. E nella misura c’entra la Regione Campania.

Così puntualizza l’ufficio stampa di FdI al Senato:

Nessun nuovo condono. Sì tratta di una sanatoria, che consiste nella riapertura dei termini di una vecchia normativa per sanare vecchie pendenze di persone che anche se hanno pagato per accedere al condono ne sono rimaste escluse.

L’emendamento è teoricamente valido per tutta Italia, ma le motivazioni politiche e le dichiarazioni dei proponenti lo collocano chiaramente al centro della scena campana. E proprio a pochissimi giorni dalle elezioni regionali in Campania: nel 2003, infatti, la Regione allora guidata da Antonio Bassolino decise di non aderire alla normativa nazionale, lasciando in sospeso migliaia di pratiche di condono edilizio.

Fratelli d’Italia sostiene che molte famiglie, pur avendo pagato gli oneri, furono escluse per errori amministrativi. Da qui la promessa: salvare migliaia di case dall’abbattimento, purché non si trovino in zone rosse, cioè aree a rischio vulcanico, idrogeologico o sottoposte a vincoli paesaggistici stringenti.

Il partito chiarisce che la decisione finale spetterà comunque alle Regioni, come vent’anni fa, ribadendo l’assenza di un obbligo nazionale. La normativa è nazionale, ma i critici vi leggono un risvolto evidente che riguarda la Campania: il Governo nazionale dà il via libera, quindi se la Regione Campania verrà amministrata dal centro-destra il condono ci sarà mentre se le elezioni le vincerà il centro-sinistra il condono potrebbe restare lettera morta.

Cosa prevede l’emendamento sul condono edilizio

La proposta ricalca quella già depositata alla Camera dalla deputata di FdI Imma Vieri. Si estende la possibilità di sanare opere abusive realizzate entro il 31 marzo 2003, purché:

  • fossero conformi agli strumenti urbanistici vigenti a quella data;
  • non ricadessero sotto vincoli ambientali, sismici, idrogeologici o paesaggistici;
  • non si trattasse di immobili non adeguabili alle norme antisismiche;
  • non fossero già oggetto di precedenti condoni;
  • non riguardassero edifici con condanne penali gravi.

In pratica, una riapertura selettiva della terza sanatoria edilizia, escludendo aree sensibili e casi ad alto rischio.

Opposizione contro il condono

Le sinistre parlano apertamente di “voto di scambio”, chiedendo se la Presidente del Consiglio fosse a conoscenza dell’iniziativa. Per Francesco Boccia si tratta di “una promessa da campagna elettorale”. Sulla stessa linea Avs. Il M5S attraverso il senatore Luigi Nave va oltre e parla di scelta “empia”.

Altro terreno di scontro sulla Manovra fra sinistre e Governo

Ma le critiche alla Manovra non sono finite: la Cgil, principale sindacato di sinistra, attacca il Governo sostenendo che punti deliberatamente a impoverire milioni di italiani tramite il taglio del Tfr dei dipendenti pubblici.