Servono risorse per la Manovra 2025, tagli ad auto blu e trasferte dei politici

Il governo cerca risorse per la Manovra 2025 e, su richiesta dell’Ue, taglia le spese per auto blu, trasferte e pubbliche relazioni.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 2 Ottobre 2024 21:26

Il governo guidato da Giorgia Meloni lavora alla Manovra 2025 che, come più volte palesato dal ministero dell’Economia, dovrà fare i conti con non molte risorse a disposizione. Per evitare di aggravare ancor di più il debito pubblico italiano, l’esecutivo darà vita a una spending review che dovrebbe prevedere un taglio alle spese per le auto blu, le mense e le trasferte. Non è il primo governo a provarci, o quantomeno ad annunciare una sforbiciata a quelli che per molti sono da intendersi come sperperi della macchina dello Stato, anche se questa volta a giocare un ruolo determinante per il buon esito dell’operazione potrebbe essere il vincolo europeo a un miglior impiego da parte degli Stati delle risorse pubbliche.

Taglio alle auto blu in Manovra

Così come indicato dal governo nel Piano strutturale di Bilancio che ha un orizzonte di sette anni, lo Stato italiano ha la necessità di riorganizzare la propria spesa, cercando di concentrare le risorse sulle attività più strettamente necessarie. Seguendo questa logica, le spese improduttive, come ad esempio quelle per le auto blu dei politici, dovranno essere eliminate, o almeno ridotte, così che le risorse risparmiate possano essere impiegate su altro.

“Dato il nuovo vincolo europeo definito al livello di spesa primaria netta – si legge nella direttiva di Palazzo Chigi per la formulazione della previsione di bilancio dell’anno 2025 e per il triennio 2025-2027 dello scorso 13 settembre – si ribadisce quale requisito fondamentale la capacità di impiegare al meglio le risorse pubbliche disponibili, prestando massima attenzione alla fase di programmazione delle spese, sulla base di un’attenta e coerente redazione di cronoprogrammi”.

E ancora, la Presidenza del Consiglio sottolinea in altri passaggi del testo la necessità di “un approccio improntato alla sostenibilità economica in un’ottica di medio-lungo periodo, prestando attenzione anche per gli anni successivi al triennio di previsione. Tutto ciò deve essere basato, come già per gli anni passati, su criteri di particolare prudenza e di essenzialità attraverso una scrupolosa valutazione della capacità reale di spesa e allocazione delle risorse in relazione alle effettive esigenze”.

La revisione della spesa

Sempre dalla direttiva di Palazzo Chigi arriva chiaro il messaggio rivolto a “tutte le amministrazioni centrali dello Stato” che sia necessaria una revisione della spesa. “Al riguardo, quale concorso alla manovra di finanza pubblica 2025-2027, nell’ambito del complessivo obiettivo di risparmio di spesa, in termini di indebitamento netto assegnato ai Ministeri, si sottolinea che il contributo previsto per la Presidenza del Consiglio dei ministri è di 14,2 milioni di euro per il 2024, 22,8 milioni di euro per il 2025 e 31,9 milioni di euro a decorrere dal 2026, realizzati attraverso una riduzione degli stanziamenti relativi alla spesa di natura corrente”.

No, dunque, alle spese non profittevoli e soprattutto a quelle sacrificabili come quelle “per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza” che “deve essere contenuta entro il 20 per cento della spesa sostenuta nel 2009”. Rientrano nel taglio anche le spese per le missioni all’estero dei funzionari di Palazzo Chigi, le quali dovranno essere contenute “entro il 50 per cento della spesa sostenuta nel 2009, a eccezione di quelle strettamente connesse ad accordi internazionali ovvero indispensabili ad assicurare la partecipazione a riunioni presso enti e organismi internazionali o comunitari e alle missioni connesse allo svolgimento di compiti ispettivi”.

Per quanto concerne “l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture, nonché per l’acquisto di buoni taxi“, viene specificato che la spesa “non può essere superiore al 30 per cento della spesa sostenuta nell’anno 2011”.